CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE STEFANO ALDROVANDI (INSPERBO) SUL META' MANDATO
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Insieme per Bologna) sul rendiconto di metà mandato
"Speravamo di leggere un documento diverso. Non il solito documento autoreferenziale contrappuntato dai tanti: ...
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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Insieme per Bologna) sul rendiconto di metà mandato
"Speravamo di leggere un documento diverso. Non il solito documento autoreferenziale contrappuntato dai tanti: “abbiamo”, “facciamo”, “cambiamo”.
Ci sarebbe piaciuto pensare ad un Sindaco che alza gli occhi dalla sua scrivania, si affaccia alla finestra del suo studio su Piazza Maggiore e abbraccia con uno sguardo l’intera città e magari riesce a scorgere anche oltre. Ci si deve rendere conto che buona parte dei fenomeni che accadono a Bologna avvengono indipendentemente dall’intervento della nostra Amministrazione.
Al di là e al di sopra della sua volontà. Il problema vero è prendere atto di ciò e ritarare il ruolo dell’ Amministrazione Comunale. In primo luogo cerchiamo di capire cosa sta accadendo. Si stanno manifestando, a nostro avviso, in forma talvolta spontanea e senza influenza reciproca fenomeni grandi e piccoli quasi tutti di segno positivo. Elenchiamoli senza tentare di fare graduatorie: le performances delle esportazioni delle nostre imprese verso l’estero e verso la Germania,in particolare e poi Fico una specie di Disneyland della gastronomia italiana, un unicun nel nostro paese. E ancora gli 800 studenti cinesi presenti nella nostra Università. La Philiph Morris che sceglie Bologna. Le decine di locali pubblici che decidono di fare musica live e non è cosa di poco conto basti pensare a come si è trasformata Dublino. Ancora il successo delle notti bianche all’ insegna di una cosa detta da decenni e mai fatta e cioè legare insieme pezzi di città, ad esempio la Fiera e il centro storico e i loro frequentatori. Ancora. i flussi per ora timidi di turisti attratti dall’offerta artistica e culturale della città, la mostra della ragazza dall’orecchino di perla ed anche Mast ed altro ancora Quello che ci sembra di percepire è dunque un fermento positivo. I protagonisti agiscono sotto traccia quasi clandestini, ma si incominciano a intravvedere con nettezza, in particolare dopo un lungo periodo di crisi e di depressione. Cosa deve fare ora il Comune? Per prima cosa deve fare il suo mestiere bene e con umiltà e creatività. Non usiamo a caso questi termini. Bisogna smettere di ricercare sempre e comunque la leadership qualunque cosa si faccia e con chiunque si cooperi. In questi momenti il vantaggio amministrativo sta nella capacità di dialogo, nella abilità a coinvolgere il maggior numero di soggetti, lasciando se necessario i ritorni di immagine agli altri.La parola chiave è “insieme”. Le risorse economiche sono ovviamente necessarie per realizzare le politiche, ma talvolta la creatività, la fantasia amministrativa possono sopperire o integrare. Un amministratore pubblico che riesce in questo, trae dal proprio lavoro una soddisfazione immensa. Contribuire a far risparmiare i danari dei contribuenti con un proprio apporto di idee è straordinario. Anche noi consiglieri abbiamo di recente proposto tante soluzioni inascoltate purtroppo. In termini generali se le sensazioni positive che prima abbiamo indicato sono vere e verranno confermate nel prossimo futuro, allora dobbiamo pensare ad un Ente che accompagni, faciliti, sostenga. Mettiamo in fila l’uno all’altro le parole che abbiamo usato: umiltà,creatività,dialogo,coinvolgimento,accompagnamento, facilitazione,sostegno.Dalla sintesi dovrebbe emergere il disegno del Comune presente e futuro. Invece si nota l’autoreferenzialità, non ovunque in realtà. Ci sono alcuni isolati spunti che si possono raccogliere, ad esempio quando si accenna alla possibilità di considerare le attività turistiche non solo come una ricaduta di quelle fieristiche e convegnistiche. Finalmente si sta facendo strada l’idea di Bologna città d’arte. Naturalmente il solo city brand non basta. La promozione e l’accoglienza turistiche vanno dotate dei relativi servizi e momenti di coordinamento, ponendo fine alla sorda concorrenza tra iniziative private e pubbliche e all’interno di queste ultime alle gelosie tra Enti. In altri passaggi del documento ci si rende conto che il tema di fondo è quello della qualità urbana. Il degrado allontana, deprime non solo le attività economiche ma anche gli umori delle persone facendo emergere le reazioni peggiori. Si possono al contrario chiamare a raccolta le persone animate dalle migliori intenzioni.I volontari ad esempio. Esiste una straordinaria riserva di energie e di intelligenze. Molto spesso esse non sanno dove indirizzarsi così come chi ne ha bisogno non sa dove rivolgersi. Basterebbe censirle,classificarle,metterle a contatto, se necessario formarle e razionalizzarne l’impiego, eliminando le barriere che la burocrazia a volte pone per un malinteso senso di difesa.I vantaggi sono evidenti per tutti: per chi risparmia sulla gestione, per chi ritrova il piacere del fare e del fare per il bene comune.Come sempre mi accade, pur esprimendo un giudizio critico sono portato a cercare gli aspetti positivi, ribadisco il Comune cerchi sempre e comunque di lavorare con gli altri, allarghi il più possibile le partnership, vada a stanare possibili interlocutori, si apra ad una città che finalmente sta dando segni di ripresa".
"Speravamo di leggere un documento diverso. Non il solito documento autoreferenziale contrappuntato dai tanti: “abbiamo”, “facciamo”, “cambiamo”.
Ci sarebbe piaciuto pensare ad un Sindaco che alza gli occhi dalla sua scrivania, si affaccia alla finestra del suo studio su Piazza Maggiore e abbraccia con uno sguardo l’intera città e magari riesce a scorgere anche oltre. Ci si deve rendere conto che buona parte dei fenomeni che accadono a Bologna avvengono indipendentemente dall’intervento della nostra Amministrazione.
Al di là e al di sopra della sua volontà. Il problema vero è prendere atto di ciò e ritarare il ruolo dell’ Amministrazione Comunale. In primo luogo cerchiamo di capire cosa sta accadendo. Si stanno manifestando, a nostro avviso, in forma talvolta spontanea e senza influenza reciproca fenomeni grandi e piccoli quasi tutti di segno positivo. Elenchiamoli senza tentare di fare graduatorie: le performances delle esportazioni delle nostre imprese verso l’estero e verso la Germania,in particolare e poi Fico una specie di Disneyland della gastronomia italiana, un unicun nel nostro paese. E ancora gli 800 studenti cinesi presenti nella nostra Università. La Philiph Morris che sceglie Bologna. Le decine di locali pubblici che decidono di fare musica live e non è cosa di poco conto basti pensare a come si è trasformata Dublino. Ancora il successo delle notti bianche all’ insegna di una cosa detta da decenni e mai fatta e cioè legare insieme pezzi di città, ad esempio la Fiera e il centro storico e i loro frequentatori. Ancora. i flussi per ora timidi di turisti attratti dall’offerta artistica e culturale della città, la mostra della ragazza dall’orecchino di perla ed anche Mast ed altro ancora Quello che ci sembra di percepire è dunque un fermento positivo. I protagonisti agiscono sotto traccia quasi clandestini, ma si incominciano a intravvedere con nettezza, in particolare dopo un lungo periodo di crisi e di depressione. Cosa deve fare ora il Comune? Per prima cosa deve fare il suo mestiere bene e con umiltà e creatività. Non usiamo a caso questi termini. Bisogna smettere di ricercare sempre e comunque la leadership qualunque cosa si faccia e con chiunque si cooperi. In questi momenti il vantaggio amministrativo sta nella capacità di dialogo, nella abilità a coinvolgere il maggior numero di soggetti, lasciando se necessario i ritorni di immagine agli altri.La parola chiave è “insieme”. Le risorse economiche sono ovviamente necessarie per realizzare le politiche, ma talvolta la creatività, la fantasia amministrativa possono sopperire o integrare. Un amministratore pubblico che riesce in questo, trae dal proprio lavoro una soddisfazione immensa. Contribuire a far risparmiare i danari dei contribuenti con un proprio apporto di idee è straordinario. Anche noi consiglieri abbiamo di recente proposto tante soluzioni inascoltate purtroppo. In termini generali se le sensazioni positive che prima abbiamo indicato sono vere e verranno confermate nel prossimo futuro, allora dobbiamo pensare ad un Ente che accompagni, faciliti, sostenga. Mettiamo in fila l’uno all’altro le parole che abbiamo usato: umiltà,creatività,dialogo,coinvolgimento,accompagnamento, facilitazione,sostegno.Dalla sintesi dovrebbe emergere il disegno del Comune presente e futuro. Invece si nota l’autoreferenzialità, non ovunque in realtà. Ci sono alcuni isolati spunti che si possono raccogliere, ad esempio quando si accenna alla possibilità di considerare le attività turistiche non solo come una ricaduta di quelle fieristiche e convegnistiche. Finalmente si sta facendo strada l’idea di Bologna città d’arte. Naturalmente il solo city brand non basta. La promozione e l’accoglienza turistiche vanno dotate dei relativi servizi e momenti di coordinamento, ponendo fine alla sorda concorrenza tra iniziative private e pubbliche e all’interno di queste ultime alle gelosie tra Enti. In altri passaggi del documento ci si rende conto che il tema di fondo è quello della qualità urbana. Il degrado allontana, deprime non solo le attività economiche ma anche gli umori delle persone facendo emergere le reazioni peggiori. Si possono al contrario chiamare a raccolta le persone animate dalle migliori intenzioni.I volontari ad esempio. Esiste una straordinaria riserva di energie e di intelligenze. Molto spesso esse non sanno dove indirizzarsi così come chi ne ha bisogno non sa dove rivolgersi. Basterebbe censirle,classificarle,metterle a contatto, se necessario formarle e razionalizzarne l’impiego, eliminando le barriere che la burocrazia a volte pone per un malinteso senso di difesa.I vantaggi sono evidenti per tutti: per chi risparmia sulla gestione, per chi ritrova il piacere del fare e del fare per il bene comune.Come sempre mi accade, pur esprimendo un giudizio critico sono portato a cercare gli aspetti positivi, ribadisco il Comune cerchi sempre e comunque di lavorare con gli altri, allarghi il più possibile le partnership, vada a stanare possibili interlocutori, si apra ad una città che finalmente sta dando segni di ripresa".
A cura di
Piazza Maggiore, 6