CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA LEMBI SULLA PARITÀ TRA I GENERI
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Lembi (Pd) sulla parità tra i generi.
"Intervengo su una questione di interesse per il Bologna, anche se non accaduta direttamente sul nostro territorio.
Ho appreso con una certa sorp...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Lembi (Pd) sulla parità tra i generi.
"Intervengo su una questione di interesse per il Bologna, anche se non accaduta direttamente sul nostro territorio.
Ho appreso con una certa sorpresa che nella composizione attuale del nuovo Governo (a cui auguriamo tutti buon lavoro), Non è stata assegnata la delega alle pari opportunità: nessuna delega tra i ministri, nessuna tra i sottosegretari o tra i vice.
Di fatto (ma solo leggendo con molta attenzione tra le pieghe di articoli di stampa), sappiamo che rimangono al presidente del consiglio le seguenti deleghe: pari opportunità, integrazione, famiglia, giovani, servizio civile, adozioni internazionali, droghe. Cosa farà Renzi di queste deleghe non e' ancora dato a sapersi.
Non voglio concentrarmi troppo sul fatto che il criterio di parità adottato per le nomine ministeriali non sia stato preso in considerazione nelle nomine dei sottosegretari o dei vice ministri. Comunque sia è innegabile che Il segretario del Partito Democratico, oggi Premier, abbia composto, complessivamente, la squadra di governo più paritaria dal dopoguerra ad oggi. Inoltre, nonostante i tre ministeri senza portafogli assegnati, casualmente, solo a donne, ce ne sono alcuni (Esteri e difesa in primo luogo) che sono certamente ministeri di peso ed indicano, davvero, un cambio di passo rispetto agli ultimi decenni.
Il punto quindi e' un altro: senza l'assegnazione della delega, chi si occuperà del piano anti violenza per cui la precedente sottosegretaria Guerra aveva messo a punto una task force tra ministeri? Chi delle nuove misure sui congedi di paternità e maternità? Chi della permanenza e dell'ingresso di giovani ragazze nel mondo del lavoro, di fatto numericamente e qualitativamente tra le più discriminate (più istruite e meno occupate)? Chi del raggiungimento del 60 per cento di occupazione femminile, come ci chiede Bruxelles? Chi di cancellare l'odiosa pratica dei licenziamenti in bianco?
E ancora: chi si occuperà degli asili nido che non esistono, delle politiche di conciliazione, dei diritti di tutela della maternità negati a più di una donna su due in Italia perché precaria o disoccupata?
Di fatto allora, l'assenza di una delega assegnata a qualcuno/a che si occupi davvero di questi temi e che di questi temi sia competente per non dover ricominciare d'accapo tutte le volte, e' segno di una parità raggiunta o della sottovalutazione totale del fatto che politiche fintamente neutre hanno ricadute diverse nella vita quotidiana degli uomini e delle donne?
Questo governo è stato salutato con frasi ad effetto come: 'basta con la vecchia politica' oppure 'non stupitevi, abituatevi'. Concordo: basta con la vecchia politica che non considera questi temi rilevanti, basta con la vecchia politica che ha continuato, ininterrottamente, a produrre ingiustizie considerando irrilevanti le differenze che muovono il mondo, basta con un'idea della parità finta e superficiale.
Adesso occorrono i fatti e i banchi di prova sono numerosi ed imminenti:
Il primo è relativo alla legge elettorale: sono stati depositati alcuni emendamenti in parlamento per consentire a uomini e donne di partecipare paritariamente alla competizione elettorale o attraverso l'alternanza di uomini e donne nelle liste elettorali o tra i capilista. Mi auguro che il parlamento accolga queste proposte.
Il secondo è relativo alle scelte sulla delega ministeriale. Nessuno, in merito, ha la ricetta giusta: Hollande in Francia ha istituito il Ministero dei diritti delle donne, la cui ministra e' anche portavoce del Governo; in Europa esistono ovunque scelte diverse; negli Stati Uniti, anche se non ricordo esattamente se sia stata assegnata una delega 'equal opportunity', ma ricordo perfettamente che il primo provvedimento dell'amministrazione Obama fu quello relativo alla parità di retribuzione tra uomini e donne.
La questione comunque non è nominalistica, ma pratica: definire chi, concretamente, si occuperà del piano anti violenza, di occupazione e di tutto ciò' che, a fatica, e' stato costruito negli ultimi 18 anni (fu il Governo Prodi ad assegnare la delega, per la prima volta in Italia ad Anna Finocchiaro) e che nessuno vuole vedere cancellato dal Governo più' paritario mai visto in Italia.
Poiché questo Consiglio è molto sensibile a molte delle questioni che ho appena segnalato, continueremo a seguire con attenzione gli sviluppi di queste scelte".
"Intervengo su una questione di interesse per il Bologna, anche se non accaduta direttamente sul nostro territorio.
Ho appreso con una certa sorpresa che nella composizione attuale del nuovo Governo (a cui auguriamo tutti buon lavoro), Non è stata assegnata la delega alle pari opportunità: nessuna delega tra i ministri, nessuna tra i sottosegretari o tra i vice.
Di fatto (ma solo leggendo con molta attenzione tra le pieghe di articoli di stampa), sappiamo che rimangono al presidente del consiglio le seguenti deleghe: pari opportunità, integrazione, famiglia, giovani, servizio civile, adozioni internazionali, droghe. Cosa farà Renzi di queste deleghe non e' ancora dato a sapersi.
Non voglio concentrarmi troppo sul fatto che il criterio di parità adottato per le nomine ministeriali non sia stato preso in considerazione nelle nomine dei sottosegretari o dei vice ministri. Comunque sia è innegabile che Il segretario del Partito Democratico, oggi Premier, abbia composto, complessivamente, la squadra di governo più paritaria dal dopoguerra ad oggi. Inoltre, nonostante i tre ministeri senza portafogli assegnati, casualmente, solo a donne, ce ne sono alcuni (Esteri e difesa in primo luogo) che sono certamente ministeri di peso ed indicano, davvero, un cambio di passo rispetto agli ultimi decenni.
Il punto quindi e' un altro: senza l'assegnazione della delega, chi si occuperà del piano anti violenza per cui la precedente sottosegretaria Guerra aveva messo a punto una task force tra ministeri? Chi delle nuove misure sui congedi di paternità e maternità? Chi della permanenza e dell'ingresso di giovani ragazze nel mondo del lavoro, di fatto numericamente e qualitativamente tra le più discriminate (più istruite e meno occupate)? Chi del raggiungimento del 60 per cento di occupazione femminile, come ci chiede Bruxelles? Chi di cancellare l'odiosa pratica dei licenziamenti in bianco?
E ancora: chi si occuperà degli asili nido che non esistono, delle politiche di conciliazione, dei diritti di tutela della maternità negati a più di una donna su due in Italia perché precaria o disoccupata?
Di fatto allora, l'assenza di una delega assegnata a qualcuno/a che si occupi davvero di questi temi e che di questi temi sia competente per non dover ricominciare d'accapo tutte le volte, e' segno di una parità raggiunta o della sottovalutazione totale del fatto che politiche fintamente neutre hanno ricadute diverse nella vita quotidiana degli uomini e delle donne?
Questo governo è stato salutato con frasi ad effetto come: 'basta con la vecchia politica' oppure 'non stupitevi, abituatevi'. Concordo: basta con la vecchia politica che non considera questi temi rilevanti, basta con la vecchia politica che ha continuato, ininterrottamente, a produrre ingiustizie considerando irrilevanti le differenze che muovono il mondo, basta con un'idea della parità finta e superficiale.
Adesso occorrono i fatti e i banchi di prova sono numerosi ed imminenti:
Il primo è relativo alla legge elettorale: sono stati depositati alcuni emendamenti in parlamento per consentire a uomini e donne di partecipare paritariamente alla competizione elettorale o attraverso l'alternanza di uomini e donne nelle liste elettorali o tra i capilista. Mi auguro che il parlamento accolga queste proposte.
Il secondo è relativo alle scelte sulla delega ministeriale. Nessuno, in merito, ha la ricetta giusta: Hollande in Francia ha istituito il Ministero dei diritti delle donne, la cui ministra e' anche portavoce del Governo; in Europa esistono ovunque scelte diverse; negli Stati Uniti, anche se non ricordo esattamente se sia stata assegnata una delega 'equal opportunity', ma ricordo perfettamente che il primo provvedimento dell'amministrazione Obama fu quello relativo alla parità di retribuzione tra uomini e donne.
La questione comunque non è nominalistica, ma pratica: definire chi, concretamente, si occuperà del piano anti violenza, di occupazione e di tutto ciò' che, a fatica, e' stato costruito negli ultimi 18 anni (fu il Governo Prodi ad assegnare la delega, per la prima volta in Italia ad Anna Finocchiaro) e che nessuno vuole vedere cancellato dal Governo più' paritario mai visto in Italia.
Poiché questo Consiglio è molto sensibile a molte delle questioni che ho appena segnalato, continueremo a seguire con attenzione gli sviluppi di queste scelte".
A cura di
Piazza Maggiore, 6