CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE STEFANO ALDROVANDI
Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Insieme per Bologna.
"Merola lavoratore
Questa settimana ci sarebbe molto da dire sul nostro Sindaco. Si potrebbe parlare del concreto aiuto che dà alle imprese ad an...
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Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Insieme per Bologna.
"Merola lavoratore
Questa settimana ci sarebbe molto da dire sul nostro Sindaco. Si potrebbe parlare del concreto aiuto che dà alle imprese ad andare nel fosso, aumentando ancora le tasse, nonostante Bologna sia già la seconda città in Italia per tassazione alle imprese dopo Roma, con la differenza che a Roma di imprese ce ne sono tre, a Bologna centomila. Ma lui ha la mania di arrivare primo, bisogna spiegargli che con le tasse è meglio essere ultimi.
Oppure della polemica nata da un suo Assessore, il solito Ronchi, che alla faccia delle delibere comunali insorge per non volere riportare a Palazzo d' Accursio il Museo Morandi, non ostante che al Mambo i numeri, che lui non conosce, dimostrino che le visite stanno precipitando; tra un pò ci andrà solo lui.
Oppure la calata repentina di brache, davanti ai genitori che protestavano per la mensa dei loro bambini, dopo mesi di arroccamento su posizioni assurde. O la telenovela del socio per Seribo, dove, nonostante i suoi 100 dirigenti e la Giunta zeppa di professori universitari, per decidere che fare deve ancora sentire il parere della zia Caterina.
Ma invece parleremo per una volta di calcio.
Si, perché nel dramma che ha sconvolto i bolognesi, sportivi e non, guarda caso proprio nell'anno in cui si sarebbe dovuto celebrare il cinquantesimo del famoso scudetto vinto a Roma, lui, come un avvoltoio, si è buttato a capofitto per avere un pò di visibilità. Che di calcio lui non se ne intenda, lo sanno tutti. Ricordate che rispose alla domanda di un giornalista in campagna elettorale: il Bologna, il Bologna gioca in serie B! Non solo calcio/incompetente ma iettatore pure!
Ma, nonostante ciò, al momento di sconforto dei bolognesi, è stato pronto a dire: ghe pensi mi. Analizziamo le parole però. Sappiamo che c'è da lavorare e su questo noi ci siamo.
Che dire, se si rivolgesse a sprovveduti, va be', ma dire agli imprenditori che sfileranno pazientemente al suo cospetto, che a lavorare da lui si impara, ci vuole un bella faccia tosta.
Proprio quegli imprenditori che salassa con le tasse, che non hanno in cambio nessun servizio, che sanno che Merola controlla un sistema di imprese che fattura 7 miliardi di euro e lui non sa neanche come metterli al servizio della città, non credo che quegli imprenditori dal suo colloquio riceveranno quell'impulso di generosità che serve a risolvere i problemi del Bologna. Perché si sa che col calcio ci si rimette un mucchio di soldi se va bene, molte volte ci si perde anche la faccia, e avere in cambio una pacca sulla spalla del nostro Sindaco lavoratore, è un po' poco.
Almeno si offra generosamente come raccattapalle".
"Merola lavoratore
Questa settimana ci sarebbe molto da dire sul nostro Sindaco. Si potrebbe parlare del concreto aiuto che dà alle imprese ad andare nel fosso, aumentando ancora le tasse, nonostante Bologna sia già la seconda città in Italia per tassazione alle imprese dopo Roma, con la differenza che a Roma di imprese ce ne sono tre, a Bologna centomila. Ma lui ha la mania di arrivare primo, bisogna spiegargli che con le tasse è meglio essere ultimi.
Oppure della polemica nata da un suo Assessore, il solito Ronchi, che alla faccia delle delibere comunali insorge per non volere riportare a Palazzo d' Accursio il Museo Morandi, non ostante che al Mambo i numeri, che lui non conosce, dimostrino che le visite stanno precipitando; tra un pò ci andrà solo lui.
Oppure la calata repentina di brache, davanti ai genitori che protestavano per la mensa dei loro bambini, dopo mesi di arroccamento su posizioni assurde. O la telenovela del socio per Seribo, dove, nonostante i suoi 100 dirigenti e la Giunta zeppa di professori universitari, per decidere che fare deve ancora sentire il parere della zia Caterina.
Ma invece parleremo per una volta di calcio.
Si, perché nel dramma che ha sconvolto i bolognesi, sportivi e non, guarda caso proprio nell'anno in cui si sarebbe dovuto celebrare il cinquantesimo del famoso scudetto vinto a Roma, lui, come un avvoltoio, si è buttato a capofitto per avere un pò di visibilità. Che di calcio lui non se ne intenda, lo sanno tutti. Ricordate che rispose alla domanda di un giornalista in campagna elettorale: il Bologna, il Bologna gioca in serie B! Non solo calcio/incompetente ma iettatore pure!
Ma, nonostante ciò, al momento di sconforto dei bolognesi, è stato pronto a dire: ghe pensi mi. Analizziamo le parole però. Sappiamo che c'è da lavorare e su questo noi ci siamo.
Che dire, se si rivolgesse a sprovveduti, va be', ma dire agli imprenditori che sfileranno pazientemente al suo cospetto, che a lavorare da lui si impara, ci vuole un bella faccia tosta.
Proprio quegli imprenditori che salassa con le tasse, che non hanno in cambio nessun servizio, che sanno che Merola controlla un sistema di imprese che fattura 7 miliardi di euro e lui non sa neanche come metterli al servizio della città, non credo che quegli imprenditori dal suo colloquio riceveranno quell'impulso di generosità che serve a risolvere i problemi del Bologna. Perché si sa che col calcio ci si rimette un mucchio di soldi se va bene, molte volte ci si perde anche la faccia, e avere in cambio una pacca sulla spalla del nostro Sindaco lavoratore, è un po' poco.
Almeno si offra generosamente come raccattapalle".
A cura di
Piazza Maggiore, 6