CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DEL CONSIGLIERE MARCHESINI (PD) IN RICORDO DI STEFANO GROSSI. IL CONSIGLIO OSSERVA UN MINUTO DI SILENZIO
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Angelo Marchesini in ricordo di Stefano Grossi. Al termine, la presidente Lembi ha chiesto al Consiglio di osservare un minuto di silenzio.
"Stefano grossi è stato una persona important...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Angelo Marchesini in ricordo di Stefano Grossi. Al termine, la presidente Lembi ha chiesto al Consiglio di osservare un minuto di silenzio.
"Stefano grossi è stato una persona importante intanto per me, ma anche certamente per la politica, per una città in cui la vita stessa mischia politica e civismo in modo non distinguibile.
Infatti c'era sempre e ovunque, senza disturbare mai, con grande serietà, in modo da approfondire gli oggetti in discussione e con la voglia di conoscere, per sé ma spesso per trasmettere la conoscenza agli altri.
sempre, nonostante gli anni travagliati, dentro la politica, il '68, il PCI, il PDS e il PD, con la stessa spinta e lo stesso entusiasmo, perché le esigenze di riformare lo Stato si mutano con sé stessie si riformano di conseguenza, poi fuori con il piacere della vita, con il piacere del cibo così si possono intrecciare belle discussioni, analisi sociali, le migliori dopo le riunioni a tarda sera, con pacatezza, senza mai strappare e trasmettendo il suo metodo che era quello di comprendere comunque anche le ragioni dell'avversario, mai sopra le righe.
E' bello, va ringraziato questo partito di cui si fa parte, che ti permette di fare politica, come piaceva a Stefano.
Ci si sta comunque, nei cortei del '68, nei ruoli istituzionali, consigliere comunale per un decennio, ma anche in età matura esperto vicepresidente di Quartiere per altrettanto tempo, ma anche attivista della della sezione prima e del circolo poi, ma anche come conoscitore di welfare, prima come gestore pubblico dell'Azienda, ma anche come mestiere.
Insomma, riformista serio e colto, un libro sempre sul tavolo e il pacchetto dei giornali.
Non c'erano altre possibilità che la politica vissuta così se ti appassiona, che questo partito, si discute ma stando dentro come fra i miglioristi o nei congressi con formale correttezza e rispettando le ritualità congressuali.
E dentro la politica si deve stare al passo con i tempi, non cieco massimalismo, ma concretezza istituzionale, informarsi per capire e andare avanti con proposte, per riformare. Fino in fondo, fino alla fine e con entusiasmo anche il 25 maggio, capendo che adesso al governo ci voleva Renzi.
Insomma, quando si parla di Stefano Grossi si racconta la mia e la storia di tanti di noi, la storia di un 'riformista rivoluzionario', di un tipo determinato, mai 'incazzoso', come mi ha detto un suo amico, e tanto utile alla Bella Politica".
"Stefano grossi è stato una persona importante intanto per me, ma anche certamente per la politica, per una città in cui la vita stessa mischia politica e civismo in modo non distinguibile.
Infatti c'era sempre e ovunque, senza disturbare mai, con grande serietà, in modo da approfondire gli oggetti in discussione e con la voglia di conoscere, per sé ma spesso per trasmettere la conoscenza agli altri.
sempre, nonostante gli anni travagliati, dentro la politica, il '68, il PCI, il PDS e il PD, con la stessa spinta e lo stesso entusiasmo, perché le esigenze di riformare lo Stato si mutano con sé stessie si riformano di conseguenza, poi fuori con il piacere della vita, con il piacere del cibo così si possono intrecciare belle discussioni, analisi sociali, le migliori dopo le riunioni a tarda sera, con pacatezza, senza mai strappare e trasmettendo il suo metodo che era quello di comprendere comunque anche le ragioni dell'avversario, mai sopra le righe.
E' bello, va ringraziato questo partito di cui si fa parte, che ti permette di fare politica, come piaceva a Stefano.
Ci si sta comunque, nei cortei del '68, nei ruoli istituzionali, consigliere comunale per un decennio, ma anche in età matura esperto vicepresidente di Quartiere per altrettanto tempo, ma anche attivista della della sezione prima e del circolo poi, ma anche come conoscitore di welfare, prima come gestore pubblico dell'Azienda, ma anche come mestiere.
Insomma, riformista serio e colto, un libro sempre sul tavolo e il pacchetto dei giornali.
Non c'erano altre possibilità che la politica vissuta così se ti appassiona, che questo partito, si discute ma stando dentro come fra i miglioristi o nei congressi con formale correttezza e rispettando le ritualità congressuali.
E dentro la politica si deve stare al passo con i tempi, non cieco massimalismo, ma concretezza istituzionale, informarsi per capire e andare avanti con proposte, per riformare. Fino in fondo, fino alla fine e con entusiasmo anche il 25 maggio, capendo che adesso al governo ci voleva Renzi.
Insomma, quando si parla di Stefano Grossi si racconta la mia e la storia di tanti di noi, la storia di un 'riformista rivoluzionario', di un tipo determinato, mai 'incazzoso', come mi ha detto un suo amico, e tanto utile alla Bella Politica".
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