CONSIGLIO CONGIUNTO PER LA GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA, L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE STEFANO CALIANDRO
Di seguito l'intervento del presidente del Consiglio Provinciale Stefano Caliandro, in apertura della seduta solenne congiunta del Consiglio comunale e provinciale per la Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
"Vorrei ...
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Di seguito l'intervento del presidente del Consiglio Provinciale Stefano Caliandro, in apertura della seduta solenne congiunta del Consiglio comunale e provinciale per la Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
"Vorrei iniziare il mio intervento rivolgendo evidentemente una particolare attenzione agli studenti dei due licei che partecipano ai lavori di questa mattina. Credo infatti che nel discutere della Carta dei diritti dell'infanzia del fanciullo corra l'obbligo di interrogarsi sul valore giuridico e sul valore sociale che la Carta stessa ha. Vero è infatti che tra le priorità che si propone la carta c'è lo sviluppo del fanciullo e dell'adolescente ma all'interno di questo sviluppo esiste, nel disegno della Carta stessa la volontà di creare un modello educativo che sia capace di fare sintesi sia degli insegnamenti che avvengono in famiglia che a quelli che avvengono poi nella scuola. Sintesi culturale, sintesi sociale che permette in realtà quello che la lettera D dell'articolo 29 si propone, ovvero sia preparare il fanciullo a una vita responsabile in una società libera. In realtà, quindi, noi cerchiamo di creare attraverso questo appuntamento odierno anche una sensibilizzazione alla vita civica, alle responsabilità che il giovane di oggi adulto di domani deve avere. Proprio perchè crediamo che la finalità principale degli appuntamenti istituzionali in cui si ricordano delle giornate internazionali importanti come quella odierna sia quella di concentrare la propria iniziativa amministrativa all'interno di un sistema ben definito di regole. Occorre in realtà riuscire a creare nelle coscienze dei nostri giovani, e con loro ascoltando i loro bisogni, quella sintesi culturale che fa diventare cittadini attivi tutti i nostri giovani. Impegno di fronte al quale non sempre le famiglie, e non sempre anche la stessa scuola, è in grado di offrire le stesse risposte, molto spesso si tratta di sintesi culturali difficili. D'altro canto anche leggendo in controluce l'articolato dell'articolo 29 che oggi celebriamo si colgono anche degli aspetti che possono sembrare tra di loro contraddittori ma che in realtà devono essere sintesi, ovvero sia la differenza culturale che compone il mondo giovanile attuale, le proprie aspettative di vita anche le differenze di credo religioso. Occorre rispetto, e crediamo che una società plurale e solidale debba basare il proprio insegnamento e la propria integrazione sociale attraverso il grande rispetto anche per le culture diverse che animano il nostro territorio. Per questo motivo credo che il nostro sforzo dovrà essere anche quello di comprendere le ragioni di una generazione, che è vero comunica attraverso l'utilizzo della rete del web, ma che ha bisogno di essere ascoltata. Forse il limite grande, ma è storicamente comprensibile, dei modelli educativi, sta proprio nel fatto che molto spesso l'adolescenza viene vissuta come un momento individuale, un momento in cui la comunicazione tra generazioni, tra genitori, tra docenti, non avviene con quella interazione positiva, ed è li che si crea e alberga il più grave disagio sociale. Il nostro impegno dunque è quello di sviluppare un momento di riflessione che serva anche a tutti quanti noi per interrogarci a cosa serve il ruolo del modello educativo che vogliamo celebrare quest'oggi. Dico questo anche perchè la comprensione e la tolleranza, l'amicizia sono valori che non solo devono albergare all'interno delle nostre scuole, dei nostri contesti familiari, ma devono essere anche d'esempio da parte di queste istituzioni. Dobbiamo essere in grado noi di rappresentare questi primari bisogni dei giovani e con loro stessi interrogarci su quali possano essere le prospettive di sviluppo. Concludo dicendo che la giornata odierna non può non tenere presente il fatto che è avvenuto un terribile evento climatico, catastrofico, cioè il tifone delle Filippine, dove hanno perso la vita 3.633 persone, più di 2 milioni di sfollati. Si tratta di un evento di un importanza tragica nel mondo, è un evento che però allo stesso tempo ci ripropone di cosa possiamo fare noi nell'impegno solidale. Vero è infatti che AGIRE, che è l'agenzia italiana per la responsabilità alle emergenze, insieme alla Croce rossa italian hanno messo in campo un intervento di solidarietà di grande importanza insieme alle Nazioni unite. E' per questo motivo che mi pare opportuno anche segnalare l'impegno he è pervenuto dal nostro stesso territorio da parte delle nostre stesse associazioni, come il GVC Bologna, che ha cercato di portare l'esperienza della soliderietà del nostro territorio a questa esperienza, insieme a lei ci sono tante altre associazioni che fanno parte di AGIRE, però penso che sia importante riconoscere quanto noi siamo disposti a fare per gli altri".
"Vorrei iniziare il mio intervento rivolgendo evidentemente una particolare attenzione agli studenti dei due licei che partecipano ai lavori di questa mattina. Credo infatti che nel discutere della Carta dei diritti dell'infanzia del fanciullo corra l'obbligo di interrogarsi sul valore giuridico e sul valore sociale che la Carta stessa ha. Vero è infatti che tra le priorità che si propone la carta c'è lo sviluppo del fanciullo e dell'adolescente ma all'interno di questo sviluppo esiste, nel disegno della Carta stessa la volontà di creare un modello educativo che sia capace di fare sintesi sia degli insegnamenti che avvengono in famiglia che a quelli che avvengono poi nella scuola. Sintesi culturale, sintesi sociale che permette in realtà quello che la lettera D dell'articolo 29 si propone, ovvero sia preparare il fanciullo a una vita responsabile in una società libera. In realtà, quindi, noi cerchiamo di creare attraverso questo appuntamento odierno anche una sensibilizzazione alla vita civica, alle responsabilità che il giovane di oggi adulto di domani deve avere. Proprio perchè crediamo che la finalità principale degli appuntamenti istituzionali in cui si ricordano delle giornate internazionali importanti come quella odierna sia quella di concentrare la propria iniziativa amministrativa all'interno di un sistema ben definito di regole. Occorre in realtà riuscire a creare nelle coscienze dei nostri giovani, e con loro ascoltando i loro bisogni, quella sintesi culturale che fa diventare cittadini attivi tutti i nostri giovani. Impegno di fronte al quale non sempre le famiglie, e non sempre anche la stessa scuola, è in grado di offrire le stesse risposte, molto spesso si tratta di sintesi culturali difficili. D'altro canto anche leggendo in controluce l'articolato dell'articolo 29 che oggi celebriamo si colgono anche degli aspetti che possono sembrare tra di loro contraddittori ma che in realtà devono essere sintesi, ovvero sia la differenza culturale che compone il mondo giovanile attuale, le proprie aspettative di vita anche le differenze di credo religioso. Occorre rispetto, e crediamo che una società plurale e solidale debba basare il proprio insegnamento e la propria integrazione sociale attraverso il grande rispetto anche per le culture diverse che animano il nostro territorio. Per questo motivo credo che il nostro sforzo dovrà essere anche quello di comprendere le ragioni di una generazione, che è vero comunica attraverso l'utilizzo della rete del web, ma che ha bisogno di essere ascoltata. Forse il limite grande, ma è storicamente comprensibile, dei modelli educativi, sta proprio nel fatto che molto spesso l'adolescenza viene vissuta come un momento individuale, un momento in cui la comunicazione tra generazioni, tra genitori, tra docenti, non avviene con quella interazione positiva, ed è li che si crea e alberga il più grave disagio sociale. Il nostro impegno dunque è quello di sviluppare un momento di riflessione che serva anche a tutti quanti noi per interrogarci a cosa serve il ruolo del modello educativo che vogliamo celebrare quest'oggi. Dico questo anche perchè la comprensione e la tolleranza, l'amicizia sono valori che non solo devono albergare all'interno delle nostre scuole, dei nostri contesti familiari, ma devono essere anche d'esempio da parte di queste istituzioni. Dobbiamo essere in grado noi di rappresentare questi primari bisogni dei giovani e con loro stessi interrogarci su quali possano essere le prospettive di sviluppo. Concludo dicendo che la giornata odierna non può non tenere presente il fatto che è avvenuto un terribile evento climatico, catastrofico, cioè il tifone delle Filippine, dove hanno perso la vita 3.633 persone, più di 2 milioni di sfollati. Si tratta di un evento di un importanza tragica nel mondo, è un evento che però allo stesso tempo ci ripropone di cosa possiamo fare noi nell'impegno solidale. Vero è infatti che AGIRE, che è l'agenzia italiana per la responsabilità alle emergenze, insieme alla Croce rossa italian hanno messo in campo un intervento di solidarietà di grande importanza insieme alle Nazioni unite. E' per questo motivo che mi pare opportuno anche segnalare l'impegno he è pervenuto dal nostro stesso territorio da parte delle nostre stesse associazioni, come il GVC Bologna, che ha cercato di portare l'esperienza della soliderietà del nostro territorio a questa esperienza, insieme a lei ci sono tante altre associazioni che fanno parte di AGIRE, però penso che sia importante riconoscere quanto noi siamo disposti a fare per gli altri".
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Piazza Maggiore, 6