CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA MARIARAFFAELLA FERRI (PD) SULLA PROPOSTA DINTITOLAZIONE DELLA SALA CONSILIARE DEL QUARTIERE S.STEFANO A RACHELE MUSSOLINI
Si trasmette l'intervento d’inizio seduta della consiglierai Mariaraffaella Ferri (PD) sulla proposta d’intitolazione della sala consiliare del Quartiere Santo Stefano a Rachele Mussolini
"Quando è uscita la notizia che un consigl...
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Si trasmette l'intervento d’inizio seduta della consiglierai Mariaraffaella Ferri (PD) sulla proposta d’intitolazione della sala consiliare del Quartiere Santo Stefano a Rachele Mussolini
"Quando è uscita la notizia che un consigliere del PDL del Quartiere Santo Stefano, Michele Laganà, ha proposto d’ intitolare la Sala consigliare a Rachele Mussolini, ha prevalso in me la curiosità, prima ancora dello stupore: la curiosità di conoscere le motivazioni dell’iniziativa, di sapere quale movimento d’opinione la sostenesse, perché oggi, perché a Bologna, perché proprio un luogo simbolo dell’amministrazione democratica della città.
Lo stupore vero è arrivato dopo, quando ho letto l'OdG che il consigliere Laganà ha formulato in vista del prossimo Consiglio di Quartiere, programmato per questa sera, e che recita testualmente così:
<Visto che la nostra sala del Consiglio di Quartiere non ha intitolazione propongo di intitolare la sala a Rachele Mussolini
Motivazione
Donna Rachele - riconosciuto da tutti - è stata una grandissima figura di donna italiana - è sempre rimasta fuori dalla politica , ha sempre cresciuto e difeso i figli con una grande umiltà e onestà in momenti difficilissimi dedicando tutta la sua vita a loro>.
Quindi a ben vedere, una motivazione piuttosto sintetica, senza alcun riferimento storico, nessun merito particolare, nessuna attività distintiva in campo sociale, culturale, scientifico o politico ed anzi proprio l’ estraneità alla politica e l’umile, onesta ed esclusiva dedizione ai propri figli, sono le caratteristiche che il Consigliere Laganà indica come esempio degno di memorabilità, quindi come modello di italiana femminilità, da additare alla città, alle sue donne ed in particolare alle giovani donne bolognesi.
I tempi difficilissimi a cui si allude nella motivazione si chiamano fascismo, leggi razziali, guerra di liberazione: anni in cui le donne italiane, a cui fu chiesto di donare oro e figli alla Patria, non solo si occuparono delle loro famiglie ma mandarono avanti il Paese, sostituendo in ogni compito lavorativo e mansione, gli uomini arruolati e mandati al fronte. Qualcuna poi volle addirittura anteporre i valori di giustizia e di libertà ai propri affetti, alla famiglia e persino alla propria vita, che fu spesa per un bene più grande e collettivo, partecipando alla Resistenza ed alla lotta di liberazione. Ma la proposta Laganà di tutto questo non tiene conto, è interessato anzi a rilanciare, fuori dal tempo e dalla storia, la moglie del Duce come modello esemplare di donna, con un’immagine stereotipata, fuori dalla scena pubblica, fuori dalla politica, angelo del focolare, che con umiltà e dedizione alleva e difende la prole e consente all’uomo di casa di occuparsi di tutto il resto. Francamente ritengo tutto questo offensivo, offensivo in primis nei confronti della Presidente del Consiglio del Quartiere Santo Stefano, a cui esprimo tutta la mia solidarietà, e poi nei confronti di tutte le donne impegnate in Politica e nelle Istituzioni, che insieme alla famiglia, alla cura dei figli ed al lavoro, dedicano tempo e vita alla polis, alla cosa pubblica ed ai beni comuni (e desidero approfittare oggi di questo mio intervento per fare i migliori auguri a tutte le neo elette al Parlamento italiano). La proposta di Laganà ritengo dunque sia offensiva per Bologna, "città decorata della Medaglia d'Oro al Valor Militare per la Lotta di Liberazione”, ed è offensiva per l’ANPI, che infatti ha manifestato con indignazione la propria opposizione, stigmatizzando giustamente l’iniziativa come provocazione di stampo neofascista. Per questo dichiaro, a nome del l'intero gruppo PD, la nostra ferma contrarietà alla proposta ed invito caldamente il consigliere Laganà a non evocare le “Pari Opportunità” per giustificare la sua richiesta d' intitolare alla moglie del Duce la Sala consigliare del Quartiere Santo Stefano".
"Quando è uscita la notizia che un consigliere del PDL del Quartiere Santo Stefano, Michele Laganà, ha proposto d’ intitolare la Sala consigliare a Rachele Mussolini, ha prevalso in me la curiosità, prima ancora dello stupore: la curiosità di conoscere le motivazioni dell’iniziativa, di sapere quale movimento d’opinione la sostenesse, perché oggi, perché a Bologna, perché proprio un luogo simbolo dell’amministrazione democratica della città.
Lo stupore vero è arrivato dopo, quando ho letto l'OdG che il consigliere Laganà ha formulato in vista del prossimo Consiglio di Quartiere, programmato per questa sera, e che recita testualmente così:
<Visto che la nostra sala del Consiglio di Quartiere non ha intitolazione propongo di intitolare la sala a Rachele Mussolini
Motivazione
Donna Rachele - riconosciuto da tutti - è stata una grandissima figura di donna italiana - è sempre rimasta fuori dalla politica , ha sempre cresciuto e difeso i figli con una grande umiltà e onestà in momenti difficilissimi dedicando tutta la sua vita a loro>.
Quindi a ben vedere, una motivazione piuttosto sintetica, senza alcun riferimento storico, nessun merito particolare, nessuna attività distintiva in campo sociale, culturale, scientifico o politico ed anzi proprio l’ estraneità alla politica e l’umile, onesta ed esclusiva dedizione ai propri figli, sono le caratteristiche che il Consigliere Laganà indica come esempio degno di memorabilità, quindi come modello di italiana femminilità, da additare alla città, alle sue donne ed in particolare alle giovani donne bolognesi.
I tempi difficilissimi a cui si allude nella motivazione si chiamano fascismo, leggi razziali, guerra di liberazione: anni in cui le donne italiane, a cui fu chiesto di donare oro e figli alla Patria, non solo si occuparono delle loro famiglie ma mandarono avanti il Paese, sostituendo in ogni compito lavorativo e mansione, gli uomini arruolati e mandati al fronte. Qualcuna poi volle addirittura anteporre i valori di giustizia e di libertà ai propri affetti, alla famiglia e persino alla propria vita, che fu spesa per un bene più grande e collettivo, partecipando alla Resistenza ed alla lotta di liberazione. Ma la proposta Laganà di tutto questo non tiene conto, è interessato anzi a rilanciare, fuori dal tempo e dalla storia, la moglie del Duce come modello esemplare di donna, con un’immagine stereotipata, fuori dalla scena pubblica, fuori dalla politica, angelo del focolare, che con umiltà e dedizione alleva e difende la prole e consente all’uomo di casa di occuparsi di tutto il resto. Francamente ritengo tutto questo offensivo, offensivo in primis nei confronti della Presidente del Consiglio del Quartiere Santo Stefano, a cui esprimo tutta la mia solidarietà, e poi nei confronti di tutte le donne impegnate in Politica e nelle Istituzioni, che insieme alla famiglia, alla cura dei figli ed al lavoro, dedicano tempo e vita alla polis, alla cosa pubblica ed ai beni comuni (e desidero approfittare oggi di questo mio intervento per fare i migliori auguri a tutte le neo elette al Parlamento italiano). La proposta di Laganà ritengo dunque sia offensiva per Bologna, "città decorata della Medaglia d'Oro al Valor Militare per la Lotta di Liberazione”, ed è offensiva per l’ANPI, che infatti ha manifestato con indignazione la propria opposizione, stigmatizzando giustamente l’iniziativa come provocazione di stampo neofascista. Per questo dichiaro, a nome del l'intero gruppo PD, la nostra ferma contrarietà alla proposta ed invito caldamente il consigliere Laganà a non evocare le “Pari Opportunità” per giustificare la sua richiesta d' intitolare alla moglie del Duce la Sala consigliare del Quartiere Santo Stefano".
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Piazza Maggiore, 6