QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUI FONDI PER LA SANITÀ REGIONALE
L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sui fondi per la sanità regionale.
La domanda d'attualità della consigliera Mirk...
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L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sui fondi per la sanità regionale.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"L'assessore regionale alla Sanità Lusenti ha illustrato la deliberazione di stanziamento dei fondi per la sanità regionale, che hanno subito un taglio rispetto all'anno scorso, meno 1,04%.
A ciò si aggiunga che non abbiamo ancora il patto sulla salute e la proposta del riparto del fondo sanitario nazionale, cosa che metterà in grave difficoltà l'assistenza sanitaria nell'ambito comunale.
Chiedo, pertanto, al signor Sindaco e alla Giunta se e quali servizi, nell'ambito comunale, verranno tagliati per le ripercussioni inevitabili che ci saranno per i tagli regionali e se abbiano intenzione di tagliare anche i servizi dedicati alla non autosufficienza o se siano altri i servizi che subiranno ripercussioni negative".
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"La domanda della consigliera Cocconcelli porta di nuovo in rilievo anche a fronte della recente comunicazione dell'assessore Lusenti, che ha ribadito un dato tristemente noto, cioè che per la prima volta le risorse disponibili per il servizio sanitari regionale calano dell'1% rispetto all'anno precedente, un dato che può sembrare poco significativo, l'1%uno dice ce la si farà, in realtà come si sa la spesa sanitaria, intorno alla evoluzione tecnologica e a tante altre voci di spesa ha sempre visto un aumento progressivo, per fortuna, nella nostra Regione a differenza di altre che oggi sono commissariate , nel nord come nel sud del Paese, un aumento controllato, ma per la prima volta c'è un segno meno. Un segno meno che si sostanzia in quei 260 milioni di euro che già nel dicembre 2012 l'assessore Lusenti segnalò come una fonte di grande preoccupazione, e allo stesso tempo già in quell'occasione segnalò l'intenzione della Regione di intervenire per supplire, almeno in parte, come fa già da molto tempo su altre voci, penso alla non autosufficienza, che lei richiamave, e su cui, come lei sa e come l'aula sa, già da diversi anni la Regione stanzia 400 milioni di euro a fronte di un fondo nazionale per la non autosufficienza che in tutto il quinquennio 2008/2012 non è mai stato finanziato dai Governi nazionali tranne un finanziamento che è arrivato in questo anno di Governo tecnico. Quindi la regione Emilia Romagna già da tempo supplisce in questo ambito, avendo un fondo di una capienza importante di 400 milioni di euro. Lo farà anche per la sanità, lo farà a fronte di questi 260 milioni di euro. 260 milioni di euro che per quanto riguarda la sola Azienda sanitaria di Bologna, vorrà dire un calo di risorse disponibili intorno ai 50/60 milioni di euro per la nostra ASL.
Già nel dicembre 2012 la Regione, in concerto con gli enti locali del territorio e anche con la Conferenza territoriale socio-sanitaria di Bologna ha messo in evidenza questo problema e ha segnalato la linea del Piave, cioè l'idea che noi non metteremo le mani in tasca ai cittadini con nuove tasse, nuovi ticket per far fronte a questo calo. E in quella sede anche una serie di ipotesi , di interventi necessari per far fronte a una rimodulazione e quindi anche un risparmio, per far fronte a questo taglio importante. Intervenedo ad esempio, cosa che si dovrà precisare, sulle tariffe che remunerano le tariffe nelle strutture private accreditate, bisognerà farlo anche se questa è una discussione complessa essendo che le strutture private accreditate già in questa crisi vivono margini molto stretti, e quindi anche oer loro è un sacrificio importante. Ovviamente la stessa cosa è chiesta anche all strutture pubbliche accreditate.
Ancora l'idea di mettere in campo nuovi modelli organizzativi dei reparti per intensità di cura , come fanno in tutti i perincipali paesi d'Europa, anche questa non è una cosa scontata, non sarà una cosa semplice, è una cosa che va spiegata è una cosa che già si sta sperimentando in alcune strutture ospedaliere anche del nostro territorio, penso a Porretta penso a San Giovanni in Persiceto, l'estensione di questo modello organizzativo per intensità di cura è sicuramente un'altra chiave di rimodullazione dell'offerta per ovviare, diciamo, invece a drastici tagli lineari di posti letto. Ancora l'assessore lusenti parlò di un costo del personale che non poteva crescere, quindi in qualche modo una limitazione forte del turn over e questo è e sarà sicuramente un problema. Diceva lei che a fronte e di questo e di un'attenzione che la Regione e gli Enti locali hanno messo da tempo ci sono molti punti oscuri, molti punti interrogativi, molti elementi che derivano dal riparto nazionale, da una discussione col Governo nazionale che oggi non trovano elementi di chiarezza e di certezza che rendono quindi molto, molto complessa, sia per la Regione sia per gli Enti locali la pianificazione dell'offerta sanitaria e la rimodullazione anche a fronte di questi tagli. Certamente il quadro di incertezza che in questo momento riguarda il Governo nazionale il Parlamento non ci fa dormire in questo senso sonni tranquilli. Devo anche dire che la Conferenza territoriale socio-sanitaria di Bologna, tutti i Comuni ha da tempo, ancor prima di dicembre, già da luglio 2012 hanno cercato di condividere una pianificazione che a fronte una rete metropolitana dell'offerta sanitaria ricca potesse, rimodulare l'offerta per spendere bene, per spendere meglio, superando ridondanze, sovrapposizioni che pur ci sono nell'offerta sanitaria specificando e dando una vocazione molto più precisa alle diverse strutture sanitarie di tutta la rete metropolitana. E quindi con una lettura dell'offerta sanitaria che non è più solo quella dell'ospedale più vicino a casa ma è il complesso dell'offerta sanitaria matropolitana. Con questo stesso atteggiamento di disponibilità a rimodulare, a riformare, ma con lo stesso atteggiamento di intransigenza verso il rischio di vedere diminuite la qualità e la quantità dell'offerta sanitaria, affronteremo i prossimi mesi per riuscire a mantenere, pur in un momento così difficile per la finanza pubblica in generale e per le risorse destinate alla sanità, le risposte di qualità ai cittadini della nostra Regione e della nostra città".
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"L'assessore regionale alla Sanità Lusenti ha illustrato la deliberazione di stanziamento dei fondi per la sanità regionale, che hanno subito un taglio rispetto all'anno scorso, meno 1,04%.
A ciò si aggiunga che non abbiamo ancora il patto sulla salute e la proposta del riparto del fondo sanitario nazionale, cosa che metterà in grave difficoltà l'assistenza sanitaria nell'ambito comunale.
Chiedo, pertanto, al signor Sindaco e alla Giunta se e quali servizi, nell'ambito comunale, verranno tagliati per le ripercussioni inevitabili che ci saranno per i tagli regionali e se abbiano intenzione di tagliare anche i servizi dedicati alla non autosufficienza o se siano altri i servizi che subiranno ripercussioni negative".
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"La domanda della consigliera Cocconcelli porta di nuovo in rilievo anche a fronte della recente comunicazione dell'assessore Lusenti, che ha ribadito un dato tristemente noto, cioè che per la prima volta le risorse disponibili per il servizio sanitari regionale calano dell'1% rispetto all'anno precedente, un dato che può sembrare poco significativo, l'1%uno dice ce la si farà, in realtà come si sa la spesa sanitaria, intorno alla evoluzione tecnologica e a tante altre voci di spesa ha sempre visto un aumento progressivo, per fortuna, nella nostra Regione a differenza di altre che oggi sono commissariate , nel nord come nel sud del Paese, un aumento controllato, ma per la prima volta c'è un segno meno. Un segno meno che si sostanzia in quei 260 milioni di euro che già nel dicembre 2012 l'assessore Lusenti segnalò come una fonte di grande preoccupazione, e allo stesso tempo già in quell'occasione segnalò l'intenzione della Regione di intervenire per supplire, almeno in parte, come fa già da molto tempo su altre voci, penso alla non autosufficienza, che lei richiamave, e su cui, come lei sa e come l'aula sa, già da diversi anni la Regione stanzia 400 milioni di euro a fronte di un fondo nazionale per la non autosufficienza che in tutto il quinquennio 2008/2012 non è mai stato finanziato dai Governi nazionali tranne un finanziamento che è arrivato in questo anno di Governo tecnico. Quindi la regione Emilia Romagna già da tempo supplisce in questo ambito, avendo un fondo di una capienza importante di 400 milioni di euro. Lo farà anche per la sanità, lo farà a fronte di questi 260 milioni di euro. 260 milioni di euro che per quanto riguarda la sola Azienda sanitaria di Bologna, vorrà dire un calo di risorse disponibili intorno ai 50/60 milioni di euro per la nostra ASL.
Già nel dicembre 2012 la Regione, in concerto con gli enti locali del territorio e anche con la Conferenza territoriale socio-sanitaria di Bologna ha messo in evidenza questo problema e ha segnalato la linea del Piave, cioè l'idea che noi non metteremo le mani in tasca ai cittadini con nuove tasse, nuovi ticket per far fronte a questo calo. E in quella sede anche una serie di ipotesi , di interventi necessari per far fronte a una rimodulazione e quindi anche un risparmio, per far fronte a questo taglio importante. Intervenedo ad esempio, cosa che si dovrà precisare, sulle tariffe che remunerano le tariffe nelle strutture private accreditate, bisognerà farlo anche se questa è una discussione complessa essendo che le strutture private accreditate già in questa crisi vivono margini molto stretti, e quindi anche oer loro è un sacrificio importante. Ovviamente la stessa cosa è chiesta anche all strutture pubbliche accreditate.
Ancora l'idea di mettere in campo nuovi modelli organizzativi dei reparti per intensità di cura , come fanno in tutti i perincipali paesi d'Europa, anche questa non è una cosa scontata, non sarà una cosa semplice, è una cosa che va spiegata è una cosa che già si sta sperimentando in alcune strutture ospedaliere anche del nostro territorio, penso a Porretta penso a San Giovanni in Persiceto, l'estensione di questo modello organizzativo per intensità di cura è sicuramente un'altra chiave di rimodullazione dell'offerta per ovviare, diciamo, invece a drastici tagli lineari di posti letto. Ancora l'assessore lusenti parlò di un costo del personale che non poteva crescere, quindi in qualche modo una limitazione forte del turn over e questo è e sarà sicuramente un problema. Diceva lei che a fronte e di questo e di un'attenzione che la Regione e gli Enti locali hanno messo da tempo ci sono molti punti oscuri, molti punti interrogativi, molti elementi che derivano dal riparto nazionale, da una discussione col Governo nazionale che oggi non trovano elementi di chiarezza e di certezza che rendono quindi molto, molto complessa, sia per la Regione sia per gli Enti locali la pianificazione dell'offerta sanitaria e la rimodullazione anche a fronte di questi tagli. Certamente il quadro di incertezza che in questo momento riguarda il Governo nazionale il Parlamento non ci fa dormire in questo senso sonni tranquilli. Devo anche dire che la Conferenza territoriale socio-sanitaria di Bologna, tutti i Comuni ha da tempo, ancor prima di dicembre, già da luglio 2012 hanno cercato di condividere una pianificazione che a fronte una rete metropolitana dell'offerta sanitaria ricca potesse, rimodulare l'offerta per spendere bene, per spendere meglio, superando ridondanze, sovrapposizioni che pur ci sono nell'offerta sanitaria specificando e dando una vocazione molto più precisa alle diverse strutture sanitarie di tutta la rete metropolitana. E quindi con una lettura dell'offerta sanitaria che non è più solo quella dell'ospedale più vicino a casa ma è il complesso dell'offerta sanitaria matropolitana. Con questo stesso atteggiamento di disponibilità a rimodulare, a riformare, ma con lo stesso atteggiamento di intransigenza verso il rischio di vedere diminuite la qualità e la quantità dell'offerta sanitaria, affronteremo i prossimi mesi per riuscire a mantenere, pur in un momento così difficile per la finanza pubblica in generale e per le risorse destinate alla sanità, le risposte di qualità ai cittadini della nostra Regione e della nostra città".
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Piazza Maggiore, 6