QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUL TEATRO DIALETTALE
L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sul teatro dialettale.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli ...
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L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sul teatro dialettale.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"La stampa cittadina riporta un articolo sulle compagnie di teatro dialettale che sono quanto mai vive a Bologna; a questo proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta se vi sono - e quali - le politiche culturali per sostenere il teatro dialettale, e per implementare la conoscenza del nostro dialetto e della cultura del territorio da parte del Comune di Bologna.
La risposta dell'assessore Alberto Ronchi:
"La ringrazio per il modo in cui pone le domande e per l'interesse che lei sempre dimostra a queste questioni. Intanto vorrei chiarire quanto da lei detto in modo indiretto e cioè che chi si occupa di dialetto ha una valenza di serie B. E' noto che io non divido la Cultura in serie A e in serie B e ho sempre detto che la differenziazione dell'offerta è fondamentale. Colgo quindi l'occasione di spiegare come stiamo cercando di muoverci. Voi sapete e lei stessa l'ha riconosciuto, che viviamo in un momento complesso ed è complicato che l'Amministrazione comunale risponda a tutti quelli che, per fortuna, in questa città operano, sia al livello professionale che non professionale, nel campo della Cultura. Noi tentiamo di individuare dei luoghi che convenzioniamo che in qualche modo, attraverso un meccanismo di sussidiarietà e tenendo conto che hanno all'interno dei direttori artistici che liberamente, come è giusto che sia, scelgono e si occupano di una parte della Cultura che si sviluppa in città. Non a caso noi abbiamo una convenzione pluriennale che sto cercando di potenziare con il teatro Dehon e con il teatro Tivoli i quali fanno stagioni di Teatro dialettale. L'Amministrazione comunale nel 2012 ha dato loro 25.000 euro e sto tentando di riportare questo contributo alla cifra precedente che era 30.000 euro, sto tentando anche di fare a loro una convenzione, perché ritengo molto opportuno avere dei punti di riferimento in questo ambito. Dico anche che molte delle attività che si svolgono in città si svolgono liberamente, come è giusto che sia, all'interno di strutture di tipo privato o legate a strutture che non sono di proprietà del Comune di Bologna. Nel caso del Teatro Alemanni la proprietà, che è della parrocchia, per motivi che io non discuto ha deciso di aumentare l'affitto e il contributo del Teatro Alemanni alle utenze. Ecco quello che non può avvenire è che il Comune di Bologna riesca a coprire questo tipo di costi. Perché noi non possiamo coprire i costi di altri soggetti che decidono autonomamente o liberamente di aumentare gli affitti o le spese. Quindi è evidente che, se ci si viene a dire "abbiamo bisogno di 12.000 euro perché il nostro proprietario ci ha aumentato le spese", lei capisce bene che questo è un meccanismo che potrebbe portarci ad una spesa complessiva infinita, perché come giustamente ha detto lei le realtà sono tantissime. Allora io credo che sia giusto prestare attenzione, ma credo anche che la politica che stiamo portando avanti, anche in maniera faticosa, tenendo conto anche, come ha ricordato lei giustamente e la ringrazio per questo, che abbiamo in questo momento delle priorità che sono piuttosto pressanti. Le ricordo che abbiamo evitato un problema enorme - e qui stiamo parlando dei professionisti - rispetto al Teatro Comunale di Bologna, che però per le politiche nazionali e per un insieme di cose, ha sempre bisogno di controllo, vigilanza e anche di aiuto da parte dell'Amministrazione comunale, si tratta della più grande industria culturale della città, in termini di occupati. Inoltre, mi sto occupando molto faticosamente della vicenda dell'Arena del Sole perché anche lì siamo in una situazione di estrema difficoltà. Allora è necessario che, nella libertà di tutti, nel dialogo che è sempre ben accetto, ci sia la consapevolezza che noi abbiamo una nostra idea di politica culturale che è quella che le ho detto , ma che dal punto di vista economico-finanziario, in un momento che è molto complicato riusciamo a mettere delle priorità. Ripeto, si tratta di priorità, non di classificazioni in serie A e serie B. L'altro elemento da chiarire è che i costi per l'Amministrazione comunale non sono solo di tipo diretto, ma sono anche indiretti. Perché vede, io sarei contentissimo se i "mitici" spazi di cui molto spesso si parla e che a volte nemmeno sono di proprietà del Comune fossero già a norma, ma comunque poi dovrei andare dal collega Malagoli e chiedergli di investire per fare questo spazio. Quindi la materia è più complessa di quanto non si creda. Per questo vorrei invitare tutti a fare sulla Cultura una riflessione complessiva, perché si tratta di una materia complicata e la ringrazio perché lei si sforza sempre in questo senso. Quel che è vero e lo vedrete anche nel bilancio del 2013 è che questa amministrazione, a differenza anche di anni passati, sta tentando di mantenere gli impegni e di risolvere questioni che sono sul tappeto da molti anni. Aiutateci in questo sforzo anche con le vostre domande e - senza nulla togliere al dovere dell'opposizione di porre delle questioni - tentando di capire in quale spazio ci muoviamo e qual'è la filosofia che seguiamo. Noi abbiamo bisogno, in una politica di sussidiarietà, di avere dei punti di riferimento che possano dare delle risposte, perché l'assessore non può, come succedeva fino a poco tempo fa, rispondere a tutti i soggetti. Per esempio noi ora abbiamo unificato tutti musei in un'Istituzione unica, quindi, dal mio punto di vista, chi vuole organizzare una mostra in questa città non deve andare dall'assessore Ronchi perché l'assessore dà gli indirizzi, non è un esperto d'Arte. Abbiamo un direttore che si chiama Maraniello che è la persona che noi abbiamo individuato come esperto. Dipendente del Comune di Bologna, assunto per questo motivo, direttore dell'Istituzione Bologna Musei che ha la capacità di scegliere e ovviamente di dire sia dei si e qualche volta anche di no. Concludo dicendo che abbiamo cercato di costruire questo tipo di politica anche intorno a questo problema da lei sollevato in maniera così garbata. Grazie"
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"La stampa cittadina riporta un articolo sulle compagnie di teatro dialettale che sono quanto mai vive a Bologna; a questo proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta se vi sono - e quali - le politiche culturali per sostenere il teatro dialettale, e per implementare la conoscenza del nostro dialetto e della cultura del territorio da parte del Comune di Bologna.
La risposta dell'assessore Alberto Ronchi:
"La ringrazio per il modo in cui pone le domande e per l'interesse che lei sempre dimostra a queste questioni. Intanto vorrei chiarire quanto da lei detto in modo indiretto e cioè che chi si occupa di dialetto ha una valenza di serie B. E' noto che io non divido la Cultura in serie A e in serie B e ho sempre detto che la differenziazione dell'offerta è fondamentale. Colgo quindi l'occasione di spiegare come stiamo cercando di muoverci. Voi sapete e lei stessa l'ha riconosciuto, che viviamo in un momento complesso ed è complicato che l'Amministrazione comunale risponda a tutti quelli che, per fortuna, in questa città operano, sia al livello professionale che non professionale, nel campo della Cultura. Noi tentiamo di individuare dei luoghi che convenzioniamo che in qualche modo, attraverso un meccanismo di sussidiarietà e tenendo conto che hanno all'interno dei direttori artistici che liberamente, come è giusto che sia, scelgono e si occupano di una parte della Cultura che si sviluppa in città. Non a caso noi abbiamo una convenzione pluriennale che sto cercando di potenziare con il teatro Dehon e con il teatro Tivoli i quali fanno stagioni di Teatro dialettale. L'Amministrazione comunale nel 2012 ha dato loro 25.000 euro e sto tentando di riportare questo contributo alla cifra precedente che era 30.000 euro, sto tentando anche di fare a loro una convenzione, perché ritengo molto opportuno avere dei punti di riferimento in questo ambito. Dico anche che molte delle attività che si svolgono in città si svolgono liberamente, come è giusto che sia, all'interno di strutture di tipo privato o legate a strutture che non sono di proprietà del Comune di Bologna. Nel caso del Teatro Alemanni la proprietà, che è della parrocchia, per motivi che io non discuto ha deciso di aumentare l'affitto e il contributo del Teatro Alemanni alle utenze. Ecco quello che non può avvenire è che il Comune di Bologna riesca a coprire questo tipo di costi. Perché noi non possiamo coprire i costi di altri soggetti che decidono autonomamente o liberamente di aumentare gli affitti o le spese. Quindi è evidente che, se ci si viene a dire "abbiamo bisogno di 12.000 euro perché il nostro proprietario ci ha aumentato le spese", lei capisce bene che questo è un meccanismo che potrebbe portarci ad una spesa complessiva infinita, perché come giustamente ha detto lei le realtà sono tantissime. Allora io credo che sia giusto prestare attenzione, ma credo anche che la politica che stiamo portando avanti, anche in maniera faticosa, tenendo conto anche, come ha ricordato lei giustamente e la ringrazio per questo, che abbiamo in questo momento delle priorità che sono piuttosto pressanti. Le ricordo che abbiamo evitato un problema enorme - e qui stiamo parlando dei professionisti - rispetto al Teatro Comunale di Bologna, che però per le politiche nazionali e per un insieme di cose, ha sempre bisogno di controllo, vigilanza e anche di aiuto da parte dell'Amministrazione comunale, si tratta della più grande industria culturale della città, in termini di occupati. Inoltre, mi sto occupando molto faticosamente della vicenda dell'Arena del Sole perché anche lì siamo in una situazione di estrema difficoltà. Allora è necessario che, nella libertà di tutti, nel dialogo che è sempre ben accetto, ci sia la consapevolezza che noi abbiamo una nostra idea di politica culturale che è quella che le ho detto , ma che dal punto di vista economico-finanziario, in un momento che è molto complicato riusciamo a mettere delle priorità. Ripeto, si tratta di priorità, non di classificazioni in serie A e serie B. L'altro elemento da chiarire è che i costi per l'Amministrazione comunale non sono solo di tipo diretto, ma sono anche indiretti. Perché vede, io sarei contentissimo se i "mitici" spazi di cui molto spesso si parla e che a volte nemmeno sono di proprietà del Comune fossero già a norma, ma comunque poi dovrei andare dal collega Malagoli e chiedergli di investire per fare questo spazio. Quindi la materia è più complessa di quanto non si creda. Per questo vorrei invitare tutti a fare sulla Cultura una riflessione complessiva, perché si tratta di una materia complicata e la ringrazio perché lei si sforza sempre in questo senso. Quel che è vero e lo vedrete anche nel bilancio del 2013 è che questa amministrazione, a differenza anche di anni passati, sta tentando di mantenere gli impegni e di risolvere questioni che sono sul tappeto da molti anni. Aiutateci in questo sforzo anche con le vostre domande e - senza nulla togliere al dovere dell'opposizione di porre delle questioni - tentando di capire in quale spazio ci muoviamo e qual'è la filosofia che seguiamo. Noi abbiamo bisogno, in una politica di sussidiarietà, di avere dei punti di riferimento che possano dare delle risposte, perché l'assessore non può, come succedeva fino a poco tempo fa, rispondere a tutti i soggetti. Per esempio noi ora abbiamo unificato tutti musei in un'Istituzione unica, quindi, dal mio punto di vista, chi vuole organizzare una mostra in questa città non deve andare dall'assessore Ronchi perché l'assessore dà gli indirizzi, non è un esperto d'Arte. Abbiamo un direttore che si chiama Maraniello che è la persona che noi abbiamo individuato come esperto. Dipendente del Comune di Bologna, assunto per questo motivo, direttore dell'Istituzione Bologna Musei che ha la capacità di scegliere e ovviamente di dire sia dei si e qualche volta anche di no. Concludo dicendo che abbiamo cercato di costruire questo tipo di politica anche intorno a questo problema da lei sollevato in maniera così garbata. Grazie"
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Piazza Maggiore, 6