QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUI REDDITI DELLE PERSONE OSPITATE IN ACCAMPAMENTI DEDICATI ALLA POPOLAZIONE NOMADE


L'assessore ai Servizi Sociali Amelia Frascaroli, ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Michele Facci (Pdl) sui redditi delle persone ospitate in accampamenti dedicati alla popolazione nomade.

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Descrizione

L'assessore ai Servizi Sociali Amelia Frascaroli, ha risposto oggi, nella seduta di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Michele Facci (Pdl) sui redditi delle persone ospitate in accampamenti dedicati alla popolazione nomade.

La domanda d'attualità del consigliere Michele Facci (Pdl):
"Premesso che è notizia di questi giorni che nella città di Roma siano stati accertati redditi particolarmente elevati per persone ospitate in accampamenti dedicati alla popolazione nomade e che anche nella nostra città vi sono aree territoriali destinate alla popolazione nomade, che però sono divenute - come noto - aree di sosta permanente anziché transitoria.
All'interno di tali aree sono garantiti servizi pubblici alle persone ivi presenti, stante il necessario presupposto dello stato di bisogno delle stesse. È però evidente che la verifica della situazione reddituale certa delle persone ospitate potrebbe permettere un miglior controllo del fenomeno nel suo complesso.
Tutto ciò premesso, chiedo al Sindaco ed alla Giunta Comunale, ognuno per quanto di competenza, se non ritengano necessaria una verifica, attuale e certa, dei redditi delle popolazioni nomadi presenti nelle tre aree "dedicate" presenti nella nostra città, al fine di confermare o meno i benefici pubblici che le stesse popolazioni ricevono dall'Amministrazione Comunale di Bologna".

La risposta dell'assessore Amelia Frascaroli:

"Intanto vorrei chiarire, spero una volta per tutte, anche i termini linguistici della questione. Il consigliere Facci si riferisce, direi con certezza, alle tre aree, appunto cosiddette 'di sosta' che abbiamo nei quartieri Borgo Panigale, Savena e Navile. La definizione 'aree di sosta', che risale alla legge regionale del 1988, è una definizione ampiamente superata, per come la storia è avanzata e le vicende si verificano ad oggi, tanto è vero che la Regione ha appena aperto un tavolo politico e tecnico di revisione della legge sulle aree sosta Rom e Sinte, che ridefinirà anche la dizione. Questo perché queste aree a differenza di trenta anni fa, non sono più, a Bologna come in tanti punti della nostra Regione, aree sosta per popolazioni nomadi di passaggio nel nostro territorio: sono delle aree di abitabilità per cittadini italiani, nella fattispecie bolognesi, con residenza a Bologna da molti e molti anni, appartenenti a una popolazione italianissima Sinta, che aveva caratteristiche in passato di nomadismo, ma che adesso non ce l'ha più. Quindi sono abitanti di Bologna, residenti a Bologna esattamente come il consigliere Facci, la sottoscritta e tutti noi.

Tali cittadini hanno delle caratteristiche culturali e delle storie che sono anche diverse tra loro: succede che alcuni di loro abbiano fatto da tempo o fanno ora domanda per accedere alla graduatoria per l'assegnazione delle case popolari, che tanti di loro amino invece continuare un'abitudine abitativa riferita a spazi più aperti, tipo aree in cui soprattutto le famiglie allargate e il loro modo di intendere le relazioni in esse ha ancora la possibilità di rispettare un'appartenenza culturale.

Quindi, tornando alla sua domanda, nella popolazione Sinta cittadina e residente bolognese si è verificata la situazione di tre aree, non chiamiamole più aree sosta, ma di abitabilità e di residenza, che riguardano cittadini bolognesi. In quanto tali, sul tema degli accertamenti tributari, fiscali, patrimoniali - non so a Roma, è un altro Comune con altri problemi legati alla presenza di Rom senza cittadinanza e senza appartenenza territoriale o di passaggio, qui parliamo di cittadini bolognesi- come tutti i cittadini sono sottoposti e sottoponibili a tutti gli accertamenti che tutti noi dobbiamo giustamente subire per legge. Fra noi ci sono persone rispettose della legge e evasori fiscali, e così anche tra gli abitanti delle tre aree come tra tutti noi ci sono le persone oneste e meno oneste e come tali vengono trattati anche i residenti delle aree di residenza delle popolazioni sinte, con gli stessi strumenti che si usano per il resto dei cittadini residenti e con le competenze che il Comune ha rispetto ai cittadini sul proprio territorio.

Sul tema dei "benefici pubblici, i residenti delle tre aree di abitabilità accedono ai servizi sociali nella misura e nel modo in cui ne hanno bisogno, ricevono le stesse risposte di possibilità o impossibilità che vengono date agli altri, sono tenuti a pagare le utenze laddove abitano - in certe situazioni le pagano, in altre non le pagano, ma questo, appunto, riguarda costumi e malcostumi che sono trasversali a tutta la popolazione. Ribadisco che vengono usati gli strumenti di intervento per tutti i cittadini bolognesi e che non ci sono interventi ad hoc, anche di tipo sociale, solo per il fatto che le persone abitano in quelle aree. Ci sono interventi ad hoc per le famiglie che ne hanno bisogno e non ci sono interventi per quelle che non ne hanno bisogno. Perché ognuno ha la sua storia e le sue diversità".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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