CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO IN RICORDO DI MAURIZIO CEVENINI, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI


Di seguito l'intervento della presidente Simona Lembi in occasione del Consiglio comunale straordinario in ricordo di Maurizio Cevenini.

"Caro Sindaco, Care Consigliere e Consiglieri,

desidero per prima cosa, a nome del Consiglio comunale, sa...

Descrizione

Di seguito l'intervento della presidente Simona Lembi in occasione del Consiglio comunale straordinario in ricordo di Maurizio Cevenini.

"Caro Sindaco, Care Consigliere e Consiglieri,

desidero per prima cosa, a nome del Consiglio comunale, salutare con molto affetto la signora Rossella, la moglie di Maurizio, la figlia Federica e il fratello Gabriele e i numerosi altri familiari presenti alla seduta straordinaria del Consiglio comunale convocato per commemorare Maurizio Cevenini nel primo anniversario dalla sua scomparsa. Voglio salutare anche, con altrettanto affetto, Tamara e tutti gli altri componenti dello staff che hanno seguito per tanti anni il lavoro di Cevenini.

So di interpretare un sentimento comune affermando che ci risulta ancora difficile misurarci al fatto che è passato un anno dalla scomparsa di Maurizio Cevenini.

Ci sembra difficile, perché eravamo talmente abituati alla sua presenza, ai suoi consigli, al suo 'fare le cose alla Cev', come diceva il suo staff che non incontrarlo più ci lascia ancora oggi un vuoto profondo.

Desidero anche aggiungere, che a questo vuoto, con cui tutti noi a distanza di un anno facciamo ancora fatica ad affrontare, che non siamo riusciti e difficilmente riusciremo a colmare, va affiancato però un affetto profondo, che da più parti si è manifestato in città.

Mi riferisco alle tante iniziative promosse in memoria del Cev nel corso di quest'anno. Ricordo solo, tra le tante, le intitolazioni che si sono verificate in questi mesi:
la sala Rossa, quasi un anno fa, la sala dei matrimoni civili, intitolazione fortemente voluta dal Sindaco;
la biblioteca della scuola “Lavinia Fontana”, che fu la scuola media di Maurizio Cevenini accolta dalla scuola e voluta in particolare dalla presidente del quartiere Santo Stefano, Ilaria Giorgetti, e, da ultimo, la piazzetta del centro sociale di Villa Torchi, condivisa dal centro sociale e proposta dal presidente del quartiere Navile Daniele Ara.

Sono belle scelte, perché sono luoghi popolari vissuti da bambini, da anziani, da coppie che si fanno una promessa per sempre. Sono luoghi popolati, così come popolare è stata la figura di Maurizio Cevenini.

Succede spesso, quando persone che abbiamo amato ci lasciano prematuramente, e sono persone nei cui gesti ci siamo spesso identificati, di soffrire per la loro perdita e di rattristarci per la loro mancanza.

Il tempo, si dice, in questi casi, aiuta. Sempre. Aiuta a trovare una certa distanza con il dolore, una distanza che permetta di far affiorare anche altro e cioè la gioia, il privilegio di aver incontrato quella persona e di averla conosciuta.

Ognuno di noi ha ricordi personali degli incontri con Maurizio. Frasi che gli sono rimaste impresse, gesti, strette di mano. So che alcuni di questi verranno raccontati anche dai presidenti dei Gruppi consiliari che parleranno dopo di me. Ma non voglio dilungarmi su questo. Vorrei invece dire che siamo nella sala del Consiglio comunale e insieme abbiamo condiviso un particolare ricordo di Maurizio, legato alla sua sua esperienza politica e amministrativa che, ricordo ha svolto in questo Comune per molti anni.

Prima come vice capogruppo del gruppo Due Torri, dal 95 al 99, poi come vice presidente del Consiglio comunale di Bologna, dal '99 al 2004, poi, dal luglio 2009 al febbraio 2010 è stato Presidente del Consiglio comunale e, infine, nuovamente Consigliere del gruppo PD dal maggio 2011 fino al maggio 2012.

La sua esperienza politica è stata raccontata, commentata da molti giornalisti, docenti universitari, tra cui politologi ed esperti di comunicazione, direttori di quotidiani nazionali, politici), ma la nostra comune attenzione si è soffermata sul lavoro di tesi di Ciro Andreotti, che ringrazio molto per aver accettato il nostro invito a presentarla in Consiglio in occasione della cerimonia odierna.

Non si tratta di un giovane studente universitario, alle prese con il primo lavoro di scrittura, e neppure con l'analisi di un docente di lungo corso, ma di una persona comune, e credo che questo Cevenini l'avrebbe apprezzato, che aveva incrociato Maurizio nel senso vero del termine, si erano incrociati senza che nessuno dei due sapesse dell'altro e che era rimasto incuriosito dal capannello di persone che lo avevano subito circondato e dalle centinaia di persone che lo stavano aspettando per uno dei tanti eventi popolari a cui partecipava Cevenini. Andreotti era rimasto così colpito da questo episodio e dal modo di fare politica di Cevenini, da averci voluto scrivere la sua seconda tesi a conclusione di un secondo corso di studi universitari.

'Maurizio Cevenini, il diversamente politico' è il titolo del lavoro che viene oggi presentato. Abbiamo scelto questo modo di ricordare Maurizio Cevenini perchè al di là dei singoli episodi personali che ognuno di noi conserva come gesti preziosi, vogliamo provare a trasmettere alle nuove generazioni l'esempio di un politico che ha saputo interpretare il proprio ruolo in un modo particolare: vicino alle persone, sempre disponibile, incapace di distinguere, semmai esista una vera distinzione in tal senso, tra la politica delle strategie e quella delle azioni nella vita quotidiana.

Lo abbiamo voluto fare proprio nel momento in cui chi si occupa di cosa pubblica, oltre a fare bene il proprio lavoro quando vota a favore o per respingere un provvedimento che ha dibattuto in questo luogo, deve quotidianamente operare, oggi più che in altre epoche, per riallacciare quei nodi di fiducia con gli abitanti della propria città così allentati nel corso degli ultimi anni.

Maurizio aveva trovato la sua formula: un amore sconfinato nei confronti di Bologna. Qualcuno lo sa, è stato ricordato anche dai giornalisti, mentre i bambini sognano di fare da grandi il pompiere, la maestra o altre professioni, Maurizio a 8 anni affermava già di voler diventare Sindaco.

Aveva acquisito la capacità di tenere insieme modi diversi di fare politica: interventi in assemblee di partito, in consiglio comunale insieme con la partecipazione a sagre, a tombole, alle tante iniziative che si svolgono a Bologna, città nota per la forte capacità associativa dei suoi abitanti. Nella politica post ideologica era riuscito a costruire reti di relazioni fortissime, per nulla improvvisate e neppure virtuali.

Dissi l'anno scorso, e lo ripeto, che le sue pratiche affermavano che il rapporto diretto con le persone è ineliminabile e il faccia a faccia è un'esigenza.

Questo modo politico, molto più politico di quanto non si sia voluto ammettere, agli occhi di tanti più lieve di altri, ma non per questo meno profondo, è esattamente quello che volevamo ripercorrere oggi, provando così a trasmettere quell'esperienza. Trasmettere quell'esperienza politico istituzionale è la scelta che il Consiglio comunale ha voluto condividere e proporre a un anno dalla scomparsa di Maurizio Cevenini".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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