QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL'ALLARME LANCIATO DALLA CARITAS


L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sull'allarme lanciato dalla Caritas.

La domanda d'attualità della consigliera Scarano:

"Visto gli ...

Pubblicato il: 

Descrizione

L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sull'allarme lanciato dalla Caritas.

La domanda d'attualità della consigliera Scarano:

"Visto gli articoli di stampa relativi al grido di allarme lanciato da Caritas, si chiede al Sindaco e alla Giunta:
se non ritenga che quanto dichiarato dalla responsabile di Caritas sia un grido di allarme che l'amministrazione deve assolutamente raccogliere sia nella realizzazione dell'albergo popolare (l'attuale albergo del pallone non può considerarsi tale) sia nella conferma degli appuntamenti per il disagio adulto (poichè attendere oggi, novembre 2013 per un appuntamento non ha proprio senso);
alla luce dei disagi evidenziati dalla responsabile di Caritas se non ritenga quanto mai necessaria ed urgente nonchè improrogabile la riforma dei servizi sociali e degli sportelli sociali che ormai è sempre più evidente quanto abbiano fallito nel proprio intento e quanto spreco di denaro pubblico hanno assorbito per poi non essere in grado di dare risposte concrete;
se non ritenga che proprio a due anni dall'insediamento di questa giunta sia giunto il momento di effettuare una verifica dell'efficienza dei servizi sociali i quali non esclusivamente a causa della mancanza di fondi economici non sono in grado di fornire risposte e per quale motivo ;
se non ritenga che gli atti dell'istruttoria pubblica sul welfare debbano essere ripresi per la stesura del bilancio comunale".

La risposta dell'assessore Frascaroli:

"Con riferimento alla domanda si comunica quanto segue:
l'albergo popolare del pallone svolge con efficacia il proprio ruolo accogliendo mediamente il 50% di ospiti paganti e il 50% di casi inviati dai servizi. Credo sia un caso unico nella nostra città di convivenza tra clienti di un'attività commerciale e utenti dei servizi che presentano forme di disagio anche forti. Esistono poi una trentina di appartamenti pubblici (Comune e Asp) disponibili per lavoratori in difficoltà economica segnalati dai servizi ( via Roncaglio più via Barozzi) che svolgono interventi residenziali a basso costo. Sono presenti inoltre tutta una serie di appartamenti comunali non assegnabili tramite l'edilizia residenziale pubblica, che utilizziamo da tempo per determinate categorie di utenti dei servizi (disabili, ex detenuti, pazienti psichiatrici, ecc.). Infine sono disponibili in città oltre duecento posti per le persone senza dimora. Non mi è chiaro pertanto a cosa si riferiscano le richieste della Caritas e soprattutto cosa intenda la consigliera dicendo che non facciamo abbastanza su questo punto. Mi è più chiaro se parliamo di una domanda nuova, data dalla crisi, che preme sui servizi sociali e che evidentemente non trova risposta nei servizi ordinari.

Per quanto riguarda gli appuntamenti con gli assistenti sociali, voglio evidenziare che nel corso del 2012 si sono rivolti ai nostri sportelli sociali 16.600 utenti (per un totale di 22.750 contatti). Più nello specifico, gli assistenti sociali dei quartieri hanno seguito 1.666 persone adulte. Il dato è riportato sul nostro sito internet quartiere per quartiere e con aggiornamenti mese per mese.
I tempi di attesa “medi” nel corso del 2012 per essere ricevuti dagli assistenti sociali dei Quartieri hanno oscillato tra i 14 giorni e i 30 giorni (punta massima raggiunta a dicembre 2012). Il dato è pubblicato sul nostro sito internet col dettaglio quartiere per quartiere e mese per mese (sowiki.ssi.comune.bologna.it). Ci sono evidentemente dei tempi medi di attesa più lunghi in alcuni quartieri e più brevi in altri, così come è possibile che si siano verificati dei singoli casi di attese sensibilmente superiori alla media. Vi dico però anche che ci sono persone che non hanno dovuto aspettare per nulla perché hanno trovato l'assistente sociale direttamente allo sportello. Si tratta di circa 700 persone adulte prese in carico direttamente dal Servizio Sociale a Bassa Soglia, che, ricordo, non ha filtri di sportello ed è aperto quasi tutti i giorni della settimana. Ma si tratta anche di alcuni utenti dei Quartieri che hanno avviato la sperimentazione voluta dalla COS (Conferenza Organizzativa dei Servizi).

Nella città di Bologna è stato già avviato un percorso verso il ridisegno del sistema dei servizi di accoglienza cittadini cercando da un lato di dare risposta all’esigenza di avere servizi adeguati a bisogni sempre più complessi e dall’altro lato di farlo in un’ ottica di razionalizzazione delle risorse.
E’ indispensabile passare dall’erogazione di beni e servizi, generalmente rappresentati in termini di prestazioni, ad offrire opportunità di partecipazione, di relazioni di aiuto capaci di assicurare protezione da una pluralità di rischi e di configurarsi come opportunità di crescita e di inclusione sociale.
In termini più strutturali significa:
- potenziare la programmazione partecipata, investendo nel miglioramento della rappresentanza degli enti del terzo settore, quali partner all’interno della funzione pubblica attraverso creatività e partecipazione corresponsabile;
- valorizzare l'apporto del volontariato nelle sue diverse articolazioni, quale attore complementare nel sistema di protezione sociale;
- investimento nella sperimentazione/innovazione nell’ambito dei servizi alla persona, anche attraverso l’individuazione di risorse aggiuntive, finalizzate a tali sperimentazioni;
- disponibilità a sviluppare relazioni e azioni di rete all’interno della comunità locale per la crescita di una cultura solidale e per il miglioramento della qualità della vita e dei percorsi di accesso al welfare.
Il ripensamento complessivo del sistema dei servizi per adulti si concentrerà in particolare su azioni significative quali:
- Progressiva diminuzione dell’utilizzo di rifugi notturni come soluzione predominante per andare verso iniziative abitative. Ciò significa incrementare l’accesso a situazioni abitative di transizione prima e in seguito permanenti e accrescere la capacità sia di prevenzione che di fornitura di un’adeguata assistenza alle persone nei loro alloggi, secondo le loro necessità.
- Riduzione della distanza tra utente e servizi attraverso un nuovo ruolo, dell’ASP e dei gestori del sistema di accoglienza, centrale nella predisposizione del progetto individuale, insieme ai servizi sociali di riferimento, e nell’attuazione e valutazione del progetto stesso. In questo modo si risponderà all’esigenza di costruire una progettualità che ponga la persona al centro, dando maggiore attenzione alle relazioni, umanizzazione di spazi, personalizzazione dei percorsi, coinvolgimento delle persone, benessere e co-progettazione.
Queste sono tutte azioni già in atto, anche attraverso il corso di formazione degli operatori di Comunità cui partecipano da marzo gli assistenti sociali.

Per quanto riguarda nello specifico il funzionamento degli Sportelli Sociali, segnalo che da qualche mese stiamo sperimentando in alcuni quartieri di Bologna (San Vitale, San Donato e Santo Stefano) quanto è stato partorito dal gruppo di miglioramento della COS sul tema specifico, vale a dire l'inserimento di un assistente sociale allo sportello. E' una sperimentazione che sta dando dei risultati significativi perché le persone vengono ricevute immediatamente da un assistente sociale che può dare alcune risposte immediate e, solo nel caso sia necessaria una presa in carico più lunga e tutelante, allora invia il cittadino al servizio sociale professionale. Una gran parte degli utenti che si rivolge ai nostri sportelli oggi porta problemi di casa e lavoro, anche derivanti dalla crisi. Questi cittadini hanno bisogno di sapere se possono ricevere un contributo, quali agevolazioni economiche esistono per le loro famiglie, quali strumenti è possibile attivare in caso di sfratto. Una serie di questioni che possono ricevere già allo sportello grazie a questa sperimentazione, un primo orientamento e una prima risposta. Dopodiché dobbiamo essere tutti consapevoli che non possono essere i servizi sociali attuali a rispondere alla crisi, così come non lo fa la Caritas. Possiamo solo provare a tamponare gli effetti di un problema economico che ha cause molto più grandi di noi e che richiedono medicine molto più potenti di quelle che può mettere in campo un'assistente sociale, sia che lavori per la Caritas, sia che lavori per il Comune".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

Back to top