SESSIONE EUROPEA DEL CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DELLE CONSIGLIERA CATHY LA TORRE (AMperBO)
Si trasmette l'intervento della capogruppo di Amelia per Bologna con Vendola, Cathy La Torre, in occasione della Sessione Europea del Consiglio comunale.
"Cari colleghi, gentile Sindaco, gentile Commissario Tajani,
voglio innanzitutto ringraz...
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Descrizione
Si trasmette l'intervento della capogruppo di Amelia per Bologna con Vendola, Cathy La Torre, in occasione della Sessione Europea del Consiglio comunale.
"Cari colleghi, gentile Sindaco, gentile Commissario Tajani,
voglio innanzitutto ringraziare il Vicepresidente della Commissione Europea Tajani per la sua presenza qui oggi, qualche mese dopo la presenza del Presidente del Parlamento Europeo Martin Shultz.
Questi incontri ci confermano l'impegno di Bologna città d'Europa, come la pensava Renzo Imbeni. Città come comunità fatte di cittadini che scelgono, come diceva Imbeni, di 'stare insieme e restare diversi. Essere europei non perché le nostre radici diverse vengano estirpate, ma perché solo uno spazio più ampio, quello europeo, permette a queste radici di produrre ricchezze culturali e sociali a disposizione di tutti. Fiducia nel futuro, dunque'.
Ho voluto ricordare questa preziosa riflessione in un momento in cui parlare di Europa oggi evoca nell'immaginario di molti i tagli, i vincoli di bilancio, i sacrifici e le politiche di austerità, mettendo in ombra il progetto ambizioso di un'Europa federale e solidale. Il progetto degli Stati Uniti d'Europa.
Questo progetto va rilanciato con forza.
Europa per i suoi cittadini e cittadine non può esse solo patto di stabilità, sanzioni, tagli alla spesa pubblica, ma deve essere spazio di democrazia reale, conversione ecologica dell'economia, superamento dell'approccio intergovernativo per un rafforzamento reale delle istituzioni politiche comunitarie e del ruolo del parlamento europeo.
L'Europa deve essere casa comune delle municipalità federate nel raggiungimento di obiettivi alti che puntino al miglioramento della qualità della vita, all'allargamento dei diritti, alla partecipazione di tutti alla vita sociale e politica.
E' noto per esempio che la strategia europea per l'abbattimento delle emissioni e la riduzione del consumo energetico, attraverso il Patto dei Sindaci, veda ingaggiati direttamente i Comuni come istituzioni più prossime ai cittadini, cittadini che sono così investiti direttamente della responsabilità della lotta al cambiamento climatico.
Le città sono produttrici, direttamente e indirettamente, di oltre il 50% delle emissioni di gas climalteranti e la scelta europea di andare alla fonte del problema simboleggia per noi la volontà di far partecipare direttamente i cittadini e le cittadine attraverso le loro municipalità ad una svolta ecologica che li veda protagonisti, partecipi e responsabili.
Così si accorciano le distanze tra istituzioni e uomini e donne europei.
Vorremmo che queste distanze fossero accorciate anche sul fronte dei diritti. Vorremmo che le frontiere si abbattessero soprattutto in questo campo e che si facesse scambio di buone pratiche, di pratiche di libertà. Perché non sia più pensabile un'Unione Europea a più velocità sui diritti civili e di cittadinanza. Non è accettabile che una famiglia riconosciuta in Francia sia bandita in Italia. Che un bambino europeo abbia due genitori che sono riconosciuti pienamente come tali in molti stati dell'Unione, ma non nello stato di cui è cittadino se è cittadino italiano.
Non è più sostenibile che un lavoratore o una lavoratrice europei godano di tutele in uno stato membro e di quelle tutele siano privati nello stato confinante.
Come ha scritto qualche tempo fa Stefano Rodotà:
“non è vero, infatti, che l'orizzonte europeo sia solo quello del mercato e della concorrenza. Lo dimostra proprio la struttura della Carta dei diritti. Nel Preambolo si afferma che l'Unione "pone la persona al centro della sua azione". La Carta si apre affermando che "la dignità umana è inviolabile". I principi fondativi, che danno il titolo ai suoi capitoli, sono quelli di dignità, libertà, eguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia, considerati come "valori indivisibili". Lo sviluppo, al quale la Carta si riferisce, è solo quello "sostenibile", sì che da questo principio scaturisce un limite all'esercizio dello stesso diritto di proprietà. In particolare, la Carta, considerando "indivisibili" i diritti, rende illegittima ogni operazione riduttiva dei diritti sociali, che li subordini ad un esclusivo interesse superiore dell'economia.”
Questa vorremmo fosse la nostra Europa".
"Cari colleghi, gentile Sindaco, gentile Commissario Tajani,
voglio innanzitutto ringraziare il Vicepresidente della Commissione Europea Tajani per la sua presenza qui oggi, qualche mese dopo la presenza del Presidente del Parlamento Europeo Martin Shultz.
Questi incontri ci confermano l'impegno di Bologna città d'Europa, come la pensava Renzo Imbeni. Città come comunità fatte di cittadini che scelgono, come diceva Imbeni, di 'stare insieme e restare diversi. Essere europei non perché le nostre radici diverse vengano estirpate, ma perché solo uno spazio più ampio, quello europeo, permette a queste radici di produrre ricchezze culturali e sociali a disposizione di tutti. Fiducia nel futuro, dunque'.
Ho voluto ricordare questa preziosa riflessione in un momento in cui parlare di Europa oggi evoca nell'immaginario di molti i tagli, i vincoli di bilancio, i sacrifici e le politiche di austerità, mettendo in ombra il progetto ambizioso di un'Europa federale e solidale. Il progetto degli Stati Uniti d'Europa.
Questo progetto va rilanciato con forza.
Europa per i suoi cittadini e cittadine non può esse solo patto di stabilità, sanzioni, tagli alla spesa pubblica, ma deve essere spazio di democrazia reale, conversione ecologica dell'economia, superamento dell'approccio intergovernativo per un rafforzamento reale delle istituzioni politiche comunitarie e del ruolo del parlamento europeo.
L'Europa deve essere casa comune delle municipalità federate nel raggiungimento di obiettivi alti che puntino al miglioramento della qualità della vita, all'allargamento dei diritti, alla partecipazione di tutti alla vita sociale e politica.
E' noto per esempio che la strategia europea per l'abbattimento delle emissioni e la riduzione del consumo energetico, attraverso il Patto dei Sindaci, veda ingaggiati direttamente i Comuni come istituzioni più prossime ai cittadini, cittadini che sono così investiti direttamente della responsabilità della lotta al cambiamento climatico.
Le città sono produttrici, direttamente e indirettamente, di oltre il 50% delle emissioni di gas climalteranti e la scelta europea di andare alla fonte del problema simboleggia per noi la volontà di far partecipare direttamente i cittadini e le cittadine attraverso le loro municipalità ad una svolta ecologica che li veda protagonisti, partecipi e responsabili.
Così si accorciano le distanze tra istituzioni e uomini e donne europei.
Vorremmo che queste distanze fossero accorciate anche sul fronte dei diritti. Vorremmo che le frontiere si abbattessero soprattutto in questo campo e che si facesse scambio di buone pratiche, di pratiche di libertà. Perché non sia più pensabile un'Unione Europea a più velocità sui diritti civili e di cittadinanza. Non è accettabile che una famiglia riconosciuta in Francia sia bandita in Italia. Che un bambino europeo abbia due genitori che sono riconosciuti pienamente come tali in molti stati dell'Unione, ma non nello stato di cui è cittadino se è cittadino italiano.
Non è più sostenibile che un lavoratore o una lavoratrice europei godano di tutele in uno stato membro e di quelle tutele siano privati nello stato confinante.
Come ha scritto qualche tempo fa Stefano Rodotà:
“non è vero, infatti, che l'orizzonte europeo sia solo quello del mercato e della concorrenza. Lo dimostra proprio la struttura della Carta dei diritti. Nel Preambolo si afferma che l'Unione "pone la persona al centro della sua azione". La Carta si apre affermando che "la dignità umana è inviolabile". I principi fondativi, che danno il titolo ai suoi capitoli, sono quelli di dignità, libertà, eguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia, considerati come "valori indivisibili". Lo sviluppo, al quale la Carta si riferisce, è solo quello "sostenibile", sì che da questo principio scaturisce un limite all'esercizio dello stesso diritto di proprietà. In particolare, la Carta, considerando "indivisibili" i diritti, rende illegittima ogni operazione riduttiva dei diritti sociali, che li subordini ad un esclusivo interesse superiore dell'economia.”
Questa vorremmo fosse la nostra Europa".
A cura di
Piazza Maggiore, 6