SESSIONE EUROPEA DEL CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI


Si trasmette l'intervento della Presidente del consiglio comunale Simona Lembi, in occasione della Sessione europea del Consiglio comunale.

"Signor Sindaco, signori Consiglieri e Consigliere, colleghi di giunta, Autorità militari e civili tut...

Descrizione

Si trasmette l'intervento della Presidente del consiglio comunale Simona Lembi, in occasione della Sessione europea del Consiglio comunale.

"Signor Sindaco, signori Consiglieri e Consigliere, colleghi di giunta, Autorità militari e civili tutte,
saluto il Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani e lo ringrazio, a nome del Consiglio, per aver accolto il nostro invito a confrontarsi oggi con l'assemblea eletta del comune di Bologna.
Questa è la seconda Sessione europea del Consiglio comunale, una scelta condivisa a partire da questo mandato.
L'anno scorso abbiamo avuto l'onore di confrontarci col Presidente del Parlamento europeo Martin Schultz, oggi col Vice Presidente della Commissione Tajani.
Mi è stato fatto notare che di solito queste personalità si confrontano coi rappresentanti dei Parlamenti o dei Governi dei Paesi che compongo l'Unione Europea. Ne siamo profondamente consapevoli. E proprio per questa ragione consideriamo questo un incontro prezioso, anche per rispondere a quell'ambizione di costruire e promuovere la cittadinanza europea immaginata da Altiero Spinelli e da Robert Schuman che oggi significa, di fatto, avvicinare i cittadini dell'Unione alle scelte che le istituzioni europee compiono, ricordando che c'è sempre una relazione diretta tra le scelte che si compiono tra Strasburgo e Bruxelles e la vita quotidiana dei cittadini europei, quindi anche bolognesi.
Il punto di partenza per quanto mi riguarda è proprio questo: abbiamo condiviso l'istituzione di una Sessione europea dei lavori del Consiglio comunale per discutere in seno al Consiglio gli indirizzi dell'Unione Europea, per promuovere la cittadinanza europea, avvicinando le istituzioni comunitarie ai cittadini e per presentare le attività del Comune di Bologna in ambito europeo, pur non avendo noi, come invece è accaduto questa mattina in seno all'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, un preciso dovere istituzionale per esempio nella fase ascendente e discendente della formazione delle leggi.
Ma per queste ragioni, proprio perché non abbiamo un preciso compito istituzionale, ma un dovere politico e amministrativo di confrontarci su queste questioni, per noi a Bologna è particolarmente prezioso avere l'opportunità di ascoltare e di confrontarsi con il Vice Presidente della Commissione europea, l'organo esecutivo dell'Unione.
Io non entrerò nel merito del dibattito che lascio agli interventi dei rappresentanti dei gruppi consiliari che interverranno in questa sessione; mi preme piuttosto definire la cornice entro cui si svolge questo confronto.
Richiamo, a questo proposito tre questioni:
La prima è relativa al fatto che questo confronto si apre, a mio parere, sotto il buon auspicio di una notizia che tutti abbiamo appreso con profonda soddisfazione, che peraltro è stata anticipata dallo stesso vicepresidente della Commissione e cioè il fatto che l' Italia sia uscita dalla procedura d'infrazione per il rapporto deficit/Pil il cui picco nel 2009 (5,5%) destò particolare allarme.
Il nostro Paese ha ancora molto lavoro da compiere. Le raccomandazioni della Commissione sono molto precise da questo punto di vista: ricordo alcune questioni, la Commissione richiama il nostro Paese a spostare il peso della tassazione da lavoro e capitale a consumi e patrimonio; chiede più attenzione al lavoro per laureati e donne (in parte sprecate all'interno del nostro paese); chiede per esempio, ne parlano pochissimo anche i mezzi di informazione, ma in questa città io lo voglio ricordare, chiede di istituire più asili nido; chiede maggiore attenzione alle misure da prendere contro la corruzione. Ma, anche in presenza di queste raccomandazioni - che sono comunque molto cogenti - la notizia della chiusura della procedura d'infrazione per il deficit pubblico eccessivo rimane importante perché riconosce gli sforzi fatti dagli italiani, evita multe e, soprattutto, rende possibile, non certo, ma possibile liberare una serie di risorse per avviare politiche di crescita di cui molto si discute e di cui sopratutto molto si sente il bisogno.
Non sarò così ardita da voler entrare nel merito di questioni nazionali e internazionali, europee, che poco attengono ai compiti del comune di Bologna e che solo di riflesso influenzano il confronto di oggi. Mi interessa piuttosto segnalare in quale contesto dibattiamo oggi di questioni molto concrete su cui il vicepresidente si è molto impegnato 'riconoscimento e rinascita della manifattura e di promozione dell'industria creativa'.
La seconda questione che voglio brevemente riprendere è legato al fatto che l'anno scorso - sembra questione passata ma io invece ne sento ancora tutti i rivoli - l'anno scorso l'Unione europea, l'Unione europea tutta ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per aver contribuito alla pace, alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa. Sembra, l'ho detto prima, ma io non lo penso, sembra ormai cosa vecchia, distante, passata. Ricordo invece, in questa sede, che nelle motivazioni del Nobel è stata messa in evidenza la funzione di stabilizzazione svolta dalla UE che ha trasformato l'Europa da un continente di guerra ad un continente di pace. Vorrei soffermarmi brevemente su questo aspetto perché mi ha molto colpito nella recente campagna elettorale, quella per l'elezione dell'attuale parlamento, di come la questione dell'Europa (come starci, fino a mettere in discussione la moneta unica) sia stato oggetto e motivo di confronto e oggetto di offerta politica da parte di partiti e movimenti all'elettorato, come, a mio parere, oramai non si vedeva da parecchie tornate elettorali. Non entro nel merito di queste opinioni. Credo solo sia anche nostro dovere in questa fase - per questo anche svolgiamo una sessione europea del nostro consiglio comunale - approfondire le ragioni che portarono il nostro Paese ad essere parte di quel primo nucleo di paesi fondanti l'Europa Unita, nel Mercato Comune prima e nell'Unione Europea poi, rivendicando quindi la creazione di uno spazio politico economico ed istituzionale che consentisse il miglioramento delle condizioni di vita degli europei e delle europee, e che potesse evitare a questo continente di tornare nelle condizioni che resero possibile l'esplodere del primo e del secondo conflitto mondiale.
Oggi ci si trova di fronte ad una nuova fase. A parte la Germania, e per alcuni aspetti anche Danimarca, Olanda e Austria tutta Europa segue la deriva occidentale per cui siamo passati da una fase di crisi ad una fase di stabilizzazione in negativo della condizioni di vita delle persone. Che le nostre condizioni di vita siano peggiorate e le aspettative per il futuro non lascino sperare nulla di buono è ribadito in autorevoli ricerche pubblicate nei giorni scorsi secondo cui per esempio occorreranno decenni prima di tornare alle condizioni occupazionali pre 2008, anno di ufficializzazione di inizio della crisi.
Vale per tutti il fatto che produzioni e consumi resi possibili negli ultimi 60 anni di storia, si stiano spostando in parte verso altre parti del mondo.
Da questo punto di vista (ed è la terza questione che affronto), le Istituzioni europee hanno posto questioni concrete.
Mi riferisco in primo luogo alla Strategia per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva (meglio nota come la strategia Europa 2020) secondo cui, per rafforzare il disavanzo di crescita in Europa si intende costruire un nuovo modello economico.
Le questioni maggiormente richiamate le lascio nella mia relazione, non ho il tempo di soffermarmi oltre su questi aspetti mi interessa però soffermarmi su un richiamo che la Commissione fa di uno stretto coordinamento di politiche economiche tra i paesi membri.
In questo contesto si inserisce il confronto di oggi, sulle azioni relative alla rinascita della manifattura e dell'industria creativa. Noi, a Bologna, lo sappiamo benissimo, non partivamo da zero, Bologna muove attualmente una ventina, precisamente 22 progetti europei per un ammontare di 20 milioni di euro; ricordo brevemente alcuni di questi, forse quelli più noti, esempi come il Progetto Mimosa, Gaia o Preforming Gender sulla valorizzazione e il rispetto delle differenze. Ma non c'è' dubbio che in una città come Bologna, in cui si è passati in un solo anno da poco più del 2% di disoccupazione a quasi al 7%, sia necessario mettere in moto tutte le nostre leve, compatibilmente sempre con le competenze di un Comune, per fare di più e meglio.
Gentili consiglieri, gentili consigliere, ho voluto, brevemente, rimanere sul contesto in cui si situa la Sessione europea del Consiglio comunale di Bologna nel 2013.
Non c'è', l'ho detto l'anno scorso e lo richiamo quest'anno, ovviamente bisogno di una seduta del Consiglio comunale per raccontare quanto Bologna che ha avuto due Sindaci Vice Presidenti del Parlamento europeo, Fanti e Imbeni, un comune che abbia tra i suoi concittadini un Presidente della Commissione, Romano Prodi, e al fatto che gli standard di questa città siano a pieno titolo tra le migliori performance delle città europee, sia una città europea. E' vero quindi che, proprio per la nostra storia, abbiamo bisogno di confrontarci con i massimi esponenti delle istituzioni europee, a partire dalle assemblee elette (che sono, lo ricordo, espressione di tutti i cittadini).
A proposito di quanto abbiamo bisogno di ricostruire quel patto e quella fiducia con tutti i cittadini di cui ogni istituzione di ogni ordine e grado ha profondamente bisogno. In fin dei conti l'Europa rappresenta una serie di vincoli, ma anche di opportunità che si possono cogliere solo quando si conoscono, ed è questo il motivo per cui non rinunciamo ad un confronto per nulla scontato ma importante e prezioso con i massimi esponenti delle istituzioni europee che ringrazio ancora in questo caso in particolare il vicepresidente della Commissione, per averci onorato della sua presenza e di un confronto con i rappresentanti del consiglio comunale di Bologna".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

Back to top