SESSIONE EUROPEA DEL CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO CONCLUSIVO DEL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA TAJANI


Si trasmette l'intervento conclusivo del Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, in occasione della Sessione Europea del Consiglio comunale.

"Grazie gentile presidente cercherò di rispondere a tutte le domande, credo sia più...

Descrizione

Si trasmette l'intervento conclusivo del Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, in occasione della Sessione Europea del Consiglio comunale.

"Grazie gentile presidente cercherò di rispondere a tutte le domande, credo sia più giusto, consigliere per consigliere, gruppo per gruppo, senza fare un discorso compiuto.
Il consigliere Aldrovandi ha posto il problema del deficit eccessivo e se la decisione dell'uscita dalla procedura di infrazione può portare - lui auspica che si porti - ad una nuova regola, che si possa cioé sforare il 3%, fare un po' come hanno fatto Francia e Spagna. Beh, se si è usciti dalla procedura di deficit eccessivo, il merito è certamente di tutti i cittadini italiani che sono sottoposti a notevoli sacrifici, merito è di tutta l'Italia. Non credo che questa chiusura della procedura significhi che inizi la stagione della festa, sostanzialmente non cambia molto se non il messaggio che viene dato agli investitori internazionali e ai mercati: che l'Italia ha risolto una parte dei suoi problemi.:
Questo significa che si potrà lavorare in futuro - ma non è che domani mattina arrivano chissà quali finanziamenti o si potrà fare quello che si vuole. E' l'Italia che non ha chiesto una proroga, è una richiesta che doveva essere fatta dal governo italiano, è ben difficile che possa essere un cambiamento da questo punto di vista.

Il consigliere Caviano, lo ringrazio per le gentili parole, ha anche sottolineato un problema e cioè se l'Europa deve essere un limite o no. Certo io sono d'accordo con lei: non deve essere un limite, purtroppo a volte è percepita come un limite, ci sono delle cose da correggere e anche noi a volte abbiamo una burocrazia troppo lenta, abbiamo per troppo tempo non pensato all'economia reale, l'industria, le imprese sono state messe in un angolo e si è pensato che tutti i problemi si risolvessero con la finanza e i servizi. Non sono contro la finanza e i servizi ma questi devono essere al servizio dell'industria se vogliamo che siano produttivi.

Il consigliere Bugani ha posto tanti problemi e lo ringrazio anche per le parole di apprezzamento che ha usato nei miei confronti, risponderò abbastanza brevemente. Anche io mi posi il problema se era giusto - quando ci fu la votazione al Parlamento europeo - votare o meno a favore dell'euro, oggi sono contento di aver votato a favore anche se non sono tutte rose e fiori, forse poteva essere trattato diversamente nei diversi Stati membri, è n percorso che stiamo facendo, non bisogna accontentarsi dell'euro così com'è oggi, a mio parere deve essere una vera moneta europea ecco perché ho esposto le miei idee sulla banca centrale. E' vero bisogna fare dei passi in avanti per quanto riguarda l'armonizzazione fiscale, sono d'accordo con lei. Per quanto riguarda tutta l'attività e anche all'interno del mercato europeo, del mercato unico si dovrebbe fare un passo in avanti per quanto riguarda gli standard, noi abbiamo già approvato, su mia iniziative, nuove norme sulla standardizzazione e questo certamente agevola lo sviluppo del mercato. Dirò qualche parola rispondendo anche ad altre domande che sono state poste sulla difesa europea.
Sulla lingua europea, da un punto di vista tecnico sicuramente la lingua inglese è la lingua più usata ma io sono contrario alla unificazione delle lingue, ritengo che le lingue siano una risorsa e che anche dal punto di vista della tutela degli interessi oltre che della tutela del patrimonio culturale, abbandonare le nostre lingue che sono tutte e 23 lingue ufficiali, (le lingue di lavoro sono invece inglese, francese, tedesco) però concentrarci solo sulla lingua inglese non sarebbe credo proficuo sopratutto a livello giuridico perché noi utilizziamo il civil law, loro usano il common law, non esistono parole quando ci sono dei conflitti giuridici in lingua inglese che per noi sono determinanti tant'è che alla Corte di giustizia si usa come lingua di lavoro il francese. Perciò se deve essere una questione commerciale bene, io ho sempre detto che l'Italia faceva male a combattere solo per la lingua sui brevetti o anche l'italiano o solo l'inglese, è meglio avere francese e tedesco perché così si tutelano meglio gli interessi italiani. Gli istituti italiani di cultura in alcune parti lavorano bene in altre male, se lei pensa che, ad esempio a Lima, è quello che ha più studenti di lingua italiana, son rimasto favorevolmente sorpreso quando me lo disse l'ambasciatore. Credo che sia molto utile avere in un contesto europeo un sostegno alla cultura italiana perché rappresenta un patrimonio fondamentale della cultura europea, l'Università di Bologna è un patrimonio solo italiano o è anche un patrimonio europeo? Io credo che sia anche un patrimonio europeo, e io dico: se si è buoni italiani si è anche buoni europei. Per quanto riguarda l'uso della rete noi stiamo lavorando tantissimo - lei ha posto anche la domanda sul turismo - ho fatto approvare dal Collegio un piano d'azione e uno dei punti riguarda proprio la digitalizzazione delle nostre iniziative turistiche. E' fondamentale, tant'è che abbiamo già dato vita a una piattaforma per i siti del settore turismo, dove stanno lavorando dei pubblicitari e delle imprese turistiche e anche tanti nostri programmi utilizzano la rete senza quel progetto pilota per turisti durante la bassa stagione che vengono dal sudamerica e viceversa in Europa attraverso la rete.

Il consigliere Bernardini ha posto una serie di problemi deficit democratico, c'è ancora perché dobbiamo andare avanti nel Parlamento europeo e il presidente della commissione dovrebbe avere più potere ed essere eletto dai cittadini. Sono tanti i problemi che ha posto per l'accesso al credito, l'internazionalizzazione, le zone terremotate, voglio rispondere su questo perché è un tema sul quale mi sono impegnato personalmente. Non è vero, mi permetta se la contraddico, che l'Europa non è stata vicina alle zone colpite dal terremoto, non soltanto perché il commissario Hahn ed io siamo venuti qui due giorni dopo il disastro, direi che l'Europa ha erogato la somma più alta che sia mai stata erogata per una calamità naturale alla Regione Emilia-Romagna. Alla fine dello scorso anno sono stati erogati allo stato nazionale i fondi poi non tocca a noi la distribuzione dei fondi bisognerebbe fare a qualcun'altro questa domanda. Sono stati erogati in tempo record, sei mesi e sono aiuti che servono a coprire i costi di ripristino delle infrastrutture essenziali, la fornitura di alloggi, e servizi di soccorso. E' stato frutto di un iter che la commissione ha difeso in ogni sede, anche in polemica con gli stati membri che volevano bloccarlo per altri motivi: la vicinanza c'è stata assolutamente. Io ho assunto degli impegni precisi con il presidente Errani il giorno della mia visita e li ho mantenuti tutti: la prima promessa era di portare qui a Bologna una conferenza di alto livello dedicata alle iccole e medie imprese e al rilancio dell'imprenditorialità, l'impegno è stato mantenuto, ringrazio anche il Sindaco per averci permesso di svolgere la riunione qui a Palazzo d'Accursio, due giornate di lavoro che hanno visto la partecipazione dei massimi rappresentanti europei del mondo delle imprese quindi anche a favore della internazionalizzazione interna.
Quindi lo scorso luglio una Commissione ha selezionato l'Emilia-Romagna come una delle sei regioni modello per la realizzazione di un progetto dimostratore nel campo dell'innovazione e per la modernizzazione delle industrie manifatturiere tradizionali, questo è un impegno che ho preso io direttamente e che ho mantenuto.
Sui cluster avevo preso l'impegno di valorizzare il cluster di Mirandola, a ottobre abbiamo organizzato e tenuto a Modena un workshop europeo dedicato allo sviluppo dei clusters e sinergie tra centri di ricerca, università e imprese. Dall'incontro è emersa la decisione di integrare il distretto biomedicale di Mirandola nelle prime iniziative della commissione quale è la piattaforma europea dello sviluppo dei clusters, e l'osservatorio europeo per spegnere anche infondati allarmismi o durante la scorsa estate ho scritto a tutti i 27 ministri europei del turismo e ai loro omologhi di Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone e Brasile per informarli che l'Emilia-Romagna non presentava e non presenta alcun rischio per i turisti e la stampa ne ha dato conto anche per le dichiarazioni di molti ministri.
Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, pochi giorni dopo il terremoto il nostro gruppo di esperti ha compiuto un sopralluogo tecnico e abbiamo realizzato un rapporto che contiene una serie di raccomandazioni per la riconversione dei capannoni industriali verso gli standard europei e mi auguro che questi studi possano essere utili per la fase di ricostruzione anche alla luce del recente accordo sottoscritto con la Banca europea degli investimenti. Quindi non abbiamo dimenticato, almeno per quanto mi riguarda, questa parte di Italia e gli impegni che avevo preso nell'ambito dei miei poteri, tutti gli impegni che avevo preso, ho cercato di mantenerli.

Condivido le parole di Renzo Imbeni lette dal consigliere La Torre, credo anch'io in un'Europa federale e solidale, citava giustamente anche le parole di Rodotà, non è soltanto mercato il nostro trattato, ce lo dice l'economia sociale di mercato nella quale ci riconosciamo. Il mercato è solo uno strumento, non un obiettivo, serve a far crescere l'economia, e l'obiettivo dell'economia è, per quanto mi riguarda, la tutela degli interessi dei cittadini, quindi fare una politica sociale attraverso una crescita dell'economia e del mercato. Non è neanche l'industria o l'impresa l'obiettivo: solo i cittadini i quali devono cercare di vivere meglio e sono convinto che questo si possa fare solo puntando sull'economia reale, l'economia basata sulla finanza mette in circolazione moneta e spesso la moneta non cresce e, anzi, finisce nelle tasche di chi è più ricco. Invece un'economia basata sul manifatturiero, sul mercato interno, sull'industria, sull'impresa è un'economia che produce benessere che deve essere distribuito tra i cittadini,compito della politica è poi quello che ci sia un'equa distribuzione della ricchezza tra i cittadini. Sui diritti sono d'accordo con lei, l'ha citato nel suo intervento, è l'unica parte del mondo dove non esiste la pena di morte, mi pare che già sia un risultato emblematico perché dire che nessuno può togliere la vita a nessun altro essere umano, qualsiasi cosa abbia commesso significa rispettare la dignità della persona, anche della persona che ha meno meriti nella società perché anche quella persona è un essere umano, poi dovrà scontare le sue colpe altrove, ma nessuno di noi ha diritto di togliergli al vita, e forse questo è un po' il simbolo di come io concepisco l'Europa, di come l'Europa deve essere concepita.

Il consigliere Facci si è soffermato a lungo sul ruolo dell'Italia in Europa e su come questa debba essere fatta consocere, ed è poi anche il tema che ha affrontato il consigliere Zacchiroli. Vorrei però soffermarmi sulla questione dell'Italia.
Tante volte noi diciamo "l'Europa ci impone", "l'Europa ci obbliga"..., ma l'Europa siamo noi, siamo uno dei paesi fondatori, contributore netto, diamo cioè di più di quanto incassiamo, abbiamo un commissario vicepresidente che sta lì in quanto italiano perché l'Italia è un paese (io sono stato indicato dal governo italiano e votato poi dopo le audizioni fatte prima del voto con le commissioni competente, sono stato votato dal parlamento), ci sono 73 deputati europei italiani che partecipano alla tutela dell'interesse comunitario, quindi noi partecipaiamo alla tutela dell'interesse comunitario e lo dobbiamo fare nel modo migliore, ha ragione il consigliere quando dice che dobbiamo far conoscere meglio. io sono qua per fare questo, per partecipare ad un dibattito, credo che questo sia assolutamente importante: essere protagonisti in Europa, contare di più in Europa, noi abbiamo il dovere di dover contare di più in Europa ma è anche interesse dell'Europa avere un'Italia presente. Cambiamo troppi deputati europei a ogni legislatura, cambiano troppo le delegazioni e non c'è forse una mentalità abbastanza europeista da questo punto di vista, non ci rendiamo conto che abbiamo un'altra capitale che si chiama Bruxelles, noi abbiamo il dovere di farlo, non solo l'interesse perché siamo europei, la storia di Bologna, la sua Università sono in Europa, ma proprio per questo motivo dobbiamo essere protagonisti.

Il consigliere Zacchiroli nel suo intervento ha citato la questione della difesa, come il consigliere Bugani.
Io credo che se crediamo negli Stati Uniti d'Europa, quantomeno in un percorso in cui serve più Europa per uscire dal guado, noi dobbiamo avere anche una difesa unica europea che è braccio operativo della politica estera, si diceva un tempo non si fa politica estera se non si batte bandiera. Se noi dobbiamo difendere le lotte commerciali, impegnarci nella lotta contro il terrorismo, noi non possiamo non avere uno strumento di sicurezza. Oggi, proprio per le cose che dicevamo prima, siamo un territorio di pace e non credo che dobbiamo pensare a fare la guerra tra di noi, noi abbiamo in ogni paese forze armate e tutte fanno la stessa cosa.
Forse sarebbe più utile avere forze armate più coordinate dove non tutti fanno la stessa cosa, si spenderebbe molto di meno, sarebbero più efficaci, pensate ci sono tanti militari che sanno cosa vuol dire andare in un terreno d'operazione dove ci sono standard diversi, è successo nell'ex jugoslavia dove carri di un paese identici ad altri carri di un altro paese europeo che non potevano comunicate tra di loro perché i sistemi informatici erano diversi, eppure erano gli stessi carri.
Ecco perché presenterò a breve una strategia per l'industria della difesa puntando sopratutto sulla standardizzazione, una difesa europea ci farebbe certamente risparmiare diversi miliardi di dollari, non è un caso che il consiglio europeo di fine anno sarà dedicato proprio alla politica della difesa. Investire di meno e meglio, perché a volte una politica unica della difesa ci farebbe certamente essere più efficaci nelle nostre politiche di peacekeeping e peaceenforcing, ma ci farebbe anche risparmiare per diversi miliardi di euro, avendo peraltro forse un braccio operativo per la nostra politica estera più efficace di quanto non sia oggi.

Per quanto riguarda la domanda sulla Catalogna del consigliere Bernardini, io le rispondo quello che ho detto a Barcellona qualche giorno fa. E' una questione che riguarda i singoli paesi, non è che siccome io sono nato in Italia penso che sia diverso. Ogni realtà può fare quello che vuole ma non mi pare questo il momento dell'uscita da un paese membro, perché significherebbe ovviamente uscire automaticamente anche dall'Unione europea, poi per rientrare nell'Unione europea bisogna avere l'unanimità di tutti i paesi membri, quindi basta che uno non sia d'accordo che la cosa non accada. Non so se poi convenga partecipare ad un campionato di calcio dove si gioca solo tra due sqaudre, magari sqaudre di eccellenza o di prima categoria, invece che partecipare alla Champions League, sono scelte ovviamente di ogni paese membro, ma questo è l'iter.

Condivido - e concludo - l'appello del consigliere Zacchiroli quando parla della responsabilità diretta. Io sono completamente d'accordo, io sono qua perché questa responsabilità diretta la sento sulla mia pelle, ne sono assolutamente convinto, io non rispondo ai burocrati di Bruxelles, rispondo ai cittadini che mi pagano lo stipendio, rispondo alle persone che mi hanno indicato, ai parlamentari che mi hanno votato e credo che sia mio dovere oltre che piacere essere qui oggi, nell'istituzione che è più vicina ai cittadini, cerco di moltiplicare e sono sempre disponibile a farlo, proprio perché la sento questa responsabilità. E' giusto quello che dice lei: dobbiamo fare in modo tutti quanti noi che rappresentiamo le istituzioni europee, ovviamente non posso andare a parlare in tutti i consigli comunali dell'Unione europea, però dare alcuni segnali di particolare vicinanza alle istituzioni locali, quelle particolarmente sensibili ad aprire un dibattito.

Concludo questo dibattito dopo aver partecipato anche al consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, io sono rimasto molto colpito dall'interesse, dal livello, dalla qualità delle domande, anche delle provocazioni che ci sono state in questa aula di consiglio comunale, non accade dappertutto, sono rimasto colpito indipendentemente dai colori politici, da tutti gli interventi. Per me è stato un arricchimento, io ho cercato di fare del mio meglio, per questo senso di responsabilità diretta che sento, fermo restando, caro Sindaco, gentile Presidente, che rimango a vostra disposizione, anche con il mio gabinetto, per tutte le iniziative che possono essere utili per far sentire ai cittadini di Bologna che c'è qualcuno a Bruxelles che è direttamente responsabile nei loro confronti e vi ringrazio per avermi dato questa possibilità".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

Back to top