CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (AMPERBO) SULLA SCUOLA
Di seguito, il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Am per Bo) sulla scuola.
"Per capire se l'accesissimo incontro di venerdì scorso tra il Sindaco e il popolo della sua e nostra scuola comunale è la certif...
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Di seguito, il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Am per Bo) sulla scuola.
"Per capire se l'accesissimo incontro di venerdì scorso tra il Sindaco e il popolo della sua e nostra scuola comunale è la certificazione di una frattura insanabile o la grande occasione per riaprire un confronto vero forse bisogna che tutti, per un momento, facciamo un salto indietro di un anno e torniamo a una mattina di maggio, quando la terra aveva appena smesso di tremare, a quando centinaia di maestre, educatrici, lavoratrici e lavoratori della scuola, hanno preso per mano i nostri bambini, si sono guardati intorno con ansia per vedere se c'erano tutti, che non ce ne fosse uno in bagno, che non piangesse nessuno e li hanno ordinatamente portati al sicuro, come sempre al sicuro con loro sono. In quell'occasione abbiamo avuto forse il punto più intenso di relazione tra la città, le sue istituzioni e la sua scuola, come riconobbe il Sindaco nel ringraziare chi si era occupato con naturalezza, e sfidando la sua stessa paura, dei nostri piccoli. È con queste persone che abbiamo a che fare oggi, quelle che con passione, pazienza e competenza tengono ancora per mano il nostro futuro ed è impensabile che si possa produrre una lacerazione tra la città e il suo stesso cuore. Solo questo basterebbe per far dire al Sindaco, serenamente, perfino con compiacimento per le proprie maestre "ribelli", che il calice della discordia debba essere allontanato e che ogni strumento politico e giuridico vada adottato, interpretato e perfino modellato in funzione di una ricomposizione di questa frattura.
L'incontro e lo scontro appassionato di venerdì ha dimostrato una volta di più che non si va da nessuna parte senza o contro le maestre, come anche tanti genitori ci hanno ricordato in questi giorni. Certo la Giunta ha fatto una proposta in cui crede, quella di passare ad ASP IRIDES la gestione della scuola dell'infanzia, ricordandone la natura pubblica e le possibilità di assunzione di personale. Ma anche se questa fosse veramente una possibile via d'uscita dall'incertezza sul futuro delle scuole e del personale, (ma non crediamo che questa sia la via maestra perchè riconosciamo il fondamento costituzionale e repubblicano della scuola statale e comunale) mai un percorso del genere potrebbe essere fatto senza un confronto con i diretti interessati, che ribalti i codici, che analizzi vincoli e norme al microscopio, che rafforzi e non indebolisca il controllo pubblico e la gestione democratica delle scuole. Oggi la strada maestra è riaprire a settembre le scuole comunali con la stessa gestione che avevano nove mesi fa, verificare tutte le possibilità di assunzione a tempo indeterminato e garantire continuità educativa per i bambini e lavoro per le loro maestre precarie, senza mollare nemmeno per un attimo la richiesta al governo di istituire di sezioni di scuola statale e di derogare al patto di stabilità per le spese di istruzione.
La strada maestra è custodire il bene comune perché la scuola dell'infanzia è il primo segmento del sistema nazionale d'istruzione.
Su questa base è possibile continuare il discorso che al cinema Nosadella è ricominciato e la Giunta ha tutto il diritto, ma uscendo dalla genericità delle risposte mancate e incomplete, di presentare in futuro le sue proposte nel caso le norme nazionali impediscano la stabilizzazione di lavoro e qualità educativa. Le forze politiche faranno le loro proposte, non mancheranno le competenze e le proposte da parte delle lavoratrici e lavoratori, dei genitori, delle loro associazioni. E certamente non mancherà il nostro contributo.
Abbiamo bisogno di un confronto vero, con i tempi giusti e con la serenità che deriva dall'avere le "nostre" scuole aperte e i bambini "al sicuro" con le loro maestre e allora possiamo anche affrontare il terremoto provocato da sciagurate politiche che hanno alimentato la crisi anziché combatterla. Il confronto è appena cominciato, non ci saranno più, vogliamo credere, cancelli chiusi ma nuovi orizzonti".
"Per capire se l'accesissimo incontro di venerdì scorso tra il Sindaco e il popolo della sua e nostra scuola comunale è la certificazione di una frattura insanabile o la grande occasione per riaprire un confronto vero forse bisogna che tutti, per un momento, facciamo un salto indietro di un anno e torniamo a una mattina di maggio, quando la terra aveva appena smesso di tremare, a quando centinaia di maestre, educatrici, lavoratrici e lavoratori della scuola, hanno preso per mano i nostri bambini, si sono guardati intorno con ansia per vedere se c'erano tutti, che non ce ne fosse uno in bagno, che non piangesse nessuno e li hanno ordinatamente portati al sicuro, come sempre al sicuro con loro sono. In quell'occasione abbiamo avuto forse il punto più intenso di relazione tra la città, le sue istituzioni e la sua scuola, come riconobbe il Sindaco nel ringraziare chi si era occupato con naturalezza, e sfidando la sua stessa paura, dei nostri piccoli. È con queste persone che abbiamo a che fare oggi, quelle che con passione, pazienza e competenza tengono ancora per mano il nostro futuro ed è impensabile che si possa produrre una lacerazione tra la città e il suo stesso cuore. Solo questo basterebbe per far dire al Sindaco, serenamente, perfino con compiacimento per le proprie maestre "ribelli", che il calice della discordia debba essere allontanato e che ogni strumento politico e giuridico vada adottato, interpretato e perfino modellato in funzione di una ricomposizione di questa frattura.
L'incontro e lo scontro appassionato di venerdì ha dimostrato una volta di più che non si va da nessuna parte senza o contro le maestre, come anche tanti genitori ci hanno ricordato in questi giorni. Certo la Giunta ha fatto una proposta in cui crede, quella di passare ad ASP IRIDES la gestione della scuola dell'infanzia, ricordandone la natura pubblica e le possibilità di assunzione di personale. Ma anche se questa fosse veramente una possibile via d'uscita dall'incertezza sul futuro delle scuole e del personale, (ma non crediamo che questa sia la via maestra perchè riconosciamo il fondamento costituzionale e repubblicano della scuola statale e comunale) mai un percorso del genere potrebbe essere fatto senza un confronto con i diretti interessati, che ribalti i codici, che analizzi vincoli e norme al microscopio, che rafforzi e non indebolisca il controllo pubblico e la gestione democratica delle scuole. Oggi la strada maestra è riaprire a settembre le scuole comunali con la stessa gestione che avevano nove mesi fa, verificare tutte le possibilità di assunzione a tempo indeterminato e garantire continuità educativa per i bambini e lavoro per le loro maestre precarie, senza mollare nemmeno per un attimo la richiesta al governo di istituire di sezioni di scuola statale e di derogare al patto di stabilità per le spese di istruzione.
La strada maestra è custodire il bene comune perché la scuola dell'infanzia è il primo segmento del sistema nazionale d'istruzione.
Su questa base è possibile continuare il discorso che al cinema Nosadella è ricominciato e la Giunta ha tutto il diritto, ma uscendo dalla genericità delle risposte mancate e incomplete, di presentare in futuro le sue proposte nel caso le norme nazionali impediscano la stabilizzazione di lavoro e qualità educativa. Le forze politiche faranno le loro proposte, non mancheranno le competenze e le proposte da parte delle lavoratrici e lavoratori, dei genitori, delle loro associazioni. E certamente non mancherà il nostro contributo.
Abbiamo bisogno di un confronto vero, con i tempi giusti e con la serenità che deriva dall'avere le "nostre" scuole aperte e i bambini "al sicuro" con le loro maestre e allora possiamo anche affrontare il terremoto provocato da sciagurate politiche che hanno alimentato la crisi anziché combatterla. Il confronto è appena cominciato, non ci saranno più, vogliamo credere, cancelli chiusi ma nuovi orizzonti".
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Piazza Maggiore, 6