QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE ATTIVITÀ COMMERCIALI NEL CENTRO STORICO
L'assessore al Marketing territoriale Matteo Lepore, ha risposto oggi in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle attività commerciali in centro storico.
La domanda d'attualità d...
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L'assessore al Marketing territoriale Matteo Lepore, ha risposto oggi in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle attività commerciali in centro storico.
La domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord):
"La stampa, a più voci, riporta la notizia del centro storico che sta mutando diventando una sorta di centro commerciale all'aperto ma con attività che non rispecchiano alcuna peculiarità o particolarità cittadina e sono la mera riproduzione di catene presenti in tutto il mondo, senza alcuna connotazione che dia personalità o distingua, in qualche modo il centro; le politiche delle Amministrazioni passate, senza continuità, avevano privilegiato il centro come punto di raccolta di attività particolari, sopratutto per l'artigianato e artigianato artistico; a tale proposito chiedo al Sindaco e alla Giunta come intendano salvaguardare le attività ancora esistenti nel centro storico e se non sia corretto puntare anche su queste attività nella visione di marketing urbano che stiamo valutando in sede di discussione del bilancio (piano generale di sviluppo pagina 75); se non ritengano che il city brand debba contenere specificità che siano presenti solo nella nostra città, come individuate in maniera inconfondibile, senza che siano omologate a tante altre analoghe".
La risposta dell'assessore al Marketing territoriale Matteo Lepore:
"Il progetto City Branding sta prendendo piede, nelle prossime settimane lanceremo un concorso internazionale per il brand, ovviamente come ho sempre detto l'individuazione di un logo per la città è solo la punta dell'iceberg di una strategia di promozione internazionale di Bologna che parte dallo studio della percezione che si ha della città, sia a livello locale che internazionale. A partire da questo studio vogliamo portare avanti alcune azioni che serviranno a ridare un'immagine e una forza identitaria a Bologna. Un progetto di questo tipo che sarà, oltre che di comunicazione, fortemente culturale e partecipativo nel coinvolgimento della città, dovrà puntare ad un racconto di Bologna che non sia calato nel vuoto o inventato. Deve perciò poggiare su radici solide e deve cercare di avere forte efficacia rispetto a quella che è la dinamica economica del nostro territorio, ovviamente se parliamo di marketing urbano parliamo di attrazione di investimenti, di competenze e di rilancio delle nostre eccellenze e del nostro modello economico-produttivo che certamente deve essere migliorato soprattutto su turismo, accoglienza, ristorazione e commercio. Pur quanto noi abbiamo avuto importanti presenze storicamente su questo fronte, strategie di promozione economiche della città nel passato non hanno mai puntato su questo, abbiamo sempre parlato di Fiera, Università, manufatturiero. Non diciamo che dobbiamo smettere di investire su Fiera e tutto il resto, anzi, dobbiamo assolutamente continuare, ma vogliamo farlo in una logica di economia plurale, più attenta alle nuove dinamiche. Da questo punto di vista stiamo vedendo una crescita del turismo e un ricambio forte di quella che è la presenza commerciale e artigianale del nostro territorio.
Abbiamo individuato alcuni distretti, a partire dal centro storico, che sono un insediamento commerciale e sociale importante: il Ghetto, la Manifattura delle arti, la "T", la Bolognina, il Pratello e il Quadrilatero. Distretti che abbiamo individuato per far partire marketing urbano con una gestione condivisa della promozione. Abbiamo aperto laboratori e tavoli coordinati dall'Urban Center. A questi tavoli partecipano gli operatori economici, associazioni del territorio e stiamo cercando di portare avanti un approccio integrato: attorno ad un'idea di immagine di questi distretti stiamo facendo confluire i finanziamenti per l'arredo urbano, la riqualificazione delle piazze, delle strade; stiamo portando avanti alcune iniziative di valorizzazione del commercio, l'assessore Monti ha annunciato lo scorso mese i finanziamenti della legge 41.
Il Ghetto, che sarà il primo distretto che partirà, da tempo stiamo portando avanti il prototipo di questo modello di lavoro, per cui si è individuata un'identità del Ghetto che avrà una sua declinazione nella comunicazione su strada, con la caratterizzazione delle vie del Ghetto, un progetto di arredo urbano nuovo, la ristrutturazione di alcune piazze, una nuova idea di mobilità e allo stesso tempo il lancio di iniziative culturali. Non si parte da zero, i commercianti da tempo lavorano su diverse iniziative, si tratta di dargli sistematicità e inserirlo all'interno di un piano di comunicazione più generale della città.
Il brand servirà ad agganciare le iniziative che facciamo a livello territoriale, nei diversi distretti, ad una comunicazione più internazionale. Ci sono altre città che l'hanno fatto: a Vienna c'è il quartiere dei Musei, dove tutti i musei sono stati aggregati, è presente un coordinamento delle attività culturali promosse dagli esercizi commerciali, una promozione a livello locale e internazionale. Lo stesso lavoro è stato fatto a New York dove fanno un lavoro sui distretti dove sono gli stessi operatori privasti che organizzano. Altro esempio è la manifattura delle arti dove un gruppo di commercianti ha costruito un'associazione di promozione del distretto della manifattura e partecipa ad un tavolo dove sono presenti Cineteca, Mambo, centro sociale Costa e associazioni del territorio; con il presidente di Quartiere e l'Urban Center ci stiamo concentrando su alcune azioni di investimenti e di rilancio.
Distretti, pedonalità, investimenti sull'arredo urbano e azioni di marketing. Queste sono le azioni che trovate nel Piano Generale di Sviluppo e che stiamo portando avanti.
Rispetto all'idea di tradizione le posso dire che stiamo legando queste attività ad alcuni filoni che rappresentano la storia di Bologna. Ad esempio in ottobre ci sarà un importante evento, "Mortadella Bo", che riunirà il consorzio dei produttori di mortadella del nostro territorio, botteghe artigiane, enoteche, ristoranti, verrà cofinanziato da Comune, Regione e Camera di Commercio e sarà un grande evento legato alla storia del food. Sarà un brand nuovo che verrà costituito, evento che si replicherà ogni anno, realizzato in Piazza Maggiore, Palazzo Re Enzo e dintorni con il coinvolgimento di tutti i ristoratori.
Questi sono solo alcuni esempi. Ovviamente nelle prossime settimane, quando verrà lanciato il concorso sul brand, verranno presentati anche gli altri progetti che approfondiremo con la presentazione alla città".
La consigliera Scarano si è dichiarata: non soddisfatta.
La domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord):
"La stampa, a più voci, riporta la notizia del centro storico che sta mutando diventando una sorta di centro commerciale all'aperto ma con attività che non rispecchiano alcuna peculiarità o particolarità cittadina e sono la mera riproduzione di catene presenti in tutto il mondo, senza alcuna connotazione che dia personalità o distingua, in qualche modo il centro; le politiche delle Amministrazioni passate, senza continuità, avevano privilegiato il centro come punto di raccolta di attività particolari, sopratutto per l'artigianato e artigianato artistico; a tale proposito chiedo al Sindaco e alla Giunta come intendano salvaguardare le attività ancora esistenti nel centro storico e se non sia corretto puntare anche su queste attività nella visione di marketing urbano che stiamo valutando in sede di discussione del bilancio (piano generale di sviluppo pagina 75); se non ritengano che il city brand debba contenere specificità che siano presenti solo nella nostra città, come individuate in maniera inconfondibile, senza che siano omologate a tante altre analoghe".
La risposta dell'assessore al Marketing territoriale Matteo Lepore:
"Il progetto City Branding sta prendendo piede, nelle prossime settimane lanceremo un concorso internazionale per il brand, ovviamente come ho sempre detto l'individuazione di un logo per la città è solo la punta dell'iceberg di una strategia di promozione internazionale di Bologna che parte dallo studio della percezione che si ha della città, sia a livello locale che internazionale. A partire da questo studio vogliamo portare avanti alcune azioni che serviranno a ridare un'immagine e una forza identitaria a Bologna. Un progetto di questo tipo che sarà, oltre che di comunicazione, fortemente culturale e partecipativo nel coinvolgimento della città, dovrà puntare ad un racconto di Bologna che non sia calato nel vuoto o inventato. Deve perciò poggiare su radici solide e deve cercare di avere forte efficacia rispetto a quella che è la dinamica economica del nostro territorio, ovviamente se parliamo di marketing urbano parliamo di attrazione di investimenti, di competenze e di rilancio delle nostre eccellenze e del nostro modello economico-produttivo che certamente deve essere migliorato soprattutto su turismo, accoglienza, ristorazione e commercio. Pur quanto noi abbiamo avuto importanti presenze storicamente su questo fronte, strategie di promozione economiche della città nel passato non hanno mai puntato su questo, abbiamo sempre parlato di Fiera, Università, manufatturiero. Non diciamo che dobbiamo smettere di investire su Fiera e tutto il resto, anzi, dobbiamo assolutamente continuare, ma vogliamo farlo in una logica di economia plurale, più attenta alle nuove dinamiche. Da questo punto di vista stiamo vedendo una crescita del turismo e un ricambio forte di quella che è la presenza commerciale e artigianale del nostro territorio.
Abbiamo individuato alcuni distretti, a partire dal centro storico, che sono un insediamento commerciale e sociale importante: il Ghetto, la Manifattura delle arti, la "T", la Bolognina, il Pratello e il Quadrilatero. Distretti che abbiamo individuato per far partire marketing urbano con una gestione condivisa della promozione. Abbiamo aperto laboratori e tavoli coordinati dall'Urban Center. A questi tavoli partecipano gli operatori economici, associazioni del territorio e stiamo cercando di portare avanti un approccio integrato: attorno ad un'idea di immagine di questi distretti stiamo facendo confluire i finanziamenti per l'arredo urbano, la riqualificazione delle piazze, delle strade; stiamo portando avanti alcune iniziative di valorizzazione del commercio, l'assessore Monti ha annunciato lo scorso mese i finanziamenti della legge 41.
Il Ghetto, che sarà il primo distretto che partirà, da tempo stiamo portando avanti il prototipo di questo modello di lavoro, per cui si è individuata un'identità del Ghetto che avrà una sua declinazione nella comunicazione su strada, con la caratterizzazione delle vie del Ghetto, un progetto di arredo urbano nuovo, la ristrutturazione di alcune piazze, una nuova idea di mobilità e allo stesso tempo il lancio di iniziative culturali. Non si parte da zero, i commercianti da tempo lavorano su diverse iniziative, si tratta di dargli sistematicità e inserirlo all'interno di un piano di comunicazione più generale della città.
Il brand servirà ad agganciare le iniziative che facciamo a livello territoriale, nei diversi distretti, ad una comunicazione più internazionale. Ci sono altre città che l'hanno fatto: a Vienna c'è il quartiere dei Musei, dove tutti i musei sono stati aggregati, è presente un coordinamento delle attività culturali promosse dagli esercizi commerciali, una promozione a livello locale e internazionale. Lo stesso lavoro è stato fatto a New York dove fanno un lavoro sui distretti dove sono gli stessi operatori privasti che organizzano. Altro esempio è la manifattura delle arti dove un gruppo di commercianti ha costruito un'associazione di promozione del distretto della manifattura e partecipa ad un tavolo dove sono presenti Cineteca, Mambo, centro sociale Costa e associazioni del territorio; con il presidente di Quartiere e l'Urban Center ci stiamo concentrando su alcune azioni di investimenti e di rilancio.
Distretti, pedonalità, investimenti sull'arredo urbano e azioni di marketing. Queste sono le azioni che trovate nel Piano Generale di Sviluppo e che stiamo portando avanti.
Rispetto all'idea di tradizione le posso dire che stiamo legando queste attività ad alcuni filoni che rappresentano la storia di Bologna. Ad esempio in ottobre ci sarà un importante evento, "Mortadella Bo", che riunirà il consorzio dei produttori di mortadella del nostro territorio, botteghe artigiane, enoteche, ristoranti, verrà cofinanziato da Comune, Regione e Camera di Commercio e sarà un grande evento legato alla storia del food. Sarà un brand nuovo che verrà costituito, evento che si replicherà ogni anno, realizzato in Piazza Maggiore, Palazzo Re Enzo e dintorni con il coinvolgimento di tutti i ristoratori.
Questi sono solo alcuni esempi. Ovviamente nelle prossime settimane, quando verrà lanciato il concorso sul brand, verranno presentati anche gli altri progetti che approfondiremo con la presentazione alla città".
La consigliera Scarano si è dichiarata: non soddisfatta.
A cura di
Piazza Maggiore, 6