QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL'APOLLINO DI ANTONIO CANOVA


L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, ha risposto oggi, in sede di Question Time alle domande d'attualità delle consigliere Mirka Cocconcelli e Paola Francesca Scarano (Lega nord) sul ritrovamento di un Apollino di Antonio Canova alle Collezioni...

Descrizione

L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, ha risposto oggi, in sede di Question Time alle domande d'attualità delle consigliere Mirka Cocconcelli e Paola Francesca Scarano (Lega nord) sul ritrovamento di un Apollino di Antonio Canova alle Collezioni comunali d'Arte.

La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord):
"L'Apolllino di Antonio Canova, dimenticato e riscoperto nelle Collezioni Comunali d'Arte di palazzo d'Accursio, dove, peraltro, è sempre stato, ma attribuito, erroneamente, ad un suo allievo, Cincinnato Baruzzi ha ritrovato la paternità.
Bisogna ringraziare la dott.ssa Mampieri che spiega che è stata pura sciatteria di trascrizione identificare la statua come una copia del Canova, mentre così non è.
Alfonso Panzetta, docente all'accademia delle Belle Arti ed uno dei massimi esperti della scultura italiana, ribadisce quanto da me detto (verbalizzato alla Commissione Cultura - in presenza dell'assessore Ronchi - dello scorso 29 maggio), riguardo al notevole patrimonio misconosciuto dell'arte dell'Ottocento e primi Novecento, che giace dimenticato nei depositi del Mambo e che, invece, andrebbe opportunamente valorizzato. A questo proposito chiedo al Sindaco e alla Giunta che intenzioni abbiano per valorizzare e pubblicizzare il nostro patrimonio artistico contenuto nei depositi Mambo e se abbia intenzione di valorizzare e pubblicizzare la scoperta della statua del Canova, quale traino turistico per la città".

La domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord):
"Il risalto dato dalla stampa al "ritrovamento" della statua di Canova che è situato presso le Collezioni Comunali d'arte dovrebbe portare questa Amministrazione a fare nuove e diverse considerazioni sul patrimonio artistico esistente e sulla sua valorizzazione:
A questo proposito chiedo al Sindaco e alla Giunta se non ritengano di dover rilanciare il patrimonio artistico cittadino collegandolo a quella rete di comunicazione con la quale Bologna vuole pubblicizzare se stessa in chiave turistica e culturale; se non credano che la statua "ritrovata" possa diventare l'occasione propizia per rilanciare le nostre collezioni, con conferenze dedicate per le scuole medie inferiori e superiori e con una sinergia comune con tutti i musei cittadini per valorizzare il nostro patrimonio artistico; se non ritengano che privilegiare solo l'arte contemporanea sia una visione riduttiva, alla luce dell'enorme patrimonio della nostra città e dei Musei; se non ritengano opportuno pubblicizzare questo ritrovamento anche sul sito dell'Amministrazione comunale".

La risposta dell'assessore alla Cultura, Alberto Ronchi:
"La ringrazio e preciso alcune cose, la recente proposta di riconoscere l’autore dell’Apollo delle Collezioni Comunali d’Arte in Antonio Canova ha richiamato l’attenzione più in generale sul patrimonio artistico ottocentesco di proprietà dei musei comunali.
Anzitutto desidero precisare che non si tratta del ritrovamento di un’opera dimenticata o conservata nei depositi dei nostri musei, ma di una pregevolissima scultura che da tempo risulta esposta e valorizzata all’interno di una delle più belle sale delle Collezioni Comunali d’Arte, la ben nota “boschereccia”, dove fino ad oggi l’Apollo era presentato come opera giovanile dello scultore Cincinnato Baruzzi , allievo di Canova, eseguita presso la sua bottega, come del resto suggerivano gli inventari.
Solo recentemente, grazie alle nuove accurate ricerche documentarie compiute da Antonella Mampieri, funzionario in servizio presso i Musei Civici d’Arte Antica, è stato possibile acquisire nuovi elementi per pervenire all’identificazione dell’opera e del suo autore, riconosciuto appunto dalla studiosa in Antonio Canova. E qui bisogna che ci rendiamo conto di come funzionano queste cose: non basta che una studiosa certifichi che l'opera è di Antonio Canova, o che una rivista anche importante dica che è stata fatta questa scoperta e nemmeno che Il Resto del Carlino faccia un'intervista. Purtroppo o forse anche necessariamente - non so se ricordate la famosa vicenda delle Teste di Modigliani - come è giusto che sia bisognerà certamente e cautamente attendere la reazione del mondo scientifico e degli esperti dell’argomento. Soltanto dopo che l’importante ritrovamento troverà il pieno consenso nell’ambito degli studi potremo valutare come promuovere e valorizzare tale nuova acquisizione, a cui è nostra intenzione dare il dovuto risalto. Cioè occorre che il mondo scientifico dica, in maniera unanime, che si tratta di un Canova. Un'amministrazione seria e responsabile aspetta questo. Ed è per questo che noi abbiamo preso atto, ma non abbiamo rilasciato alcuna indicazione e indirizzo in merito a questa nuova attribuzione, perché questa deve svolgere il suo iter. Va comunque ricordato che l’opera non è la sola dell’Ottocento ad essere esposta alle Collezioni Comunali d’Arte, ma fa bella mostra accanto ad altre sculture in parte ottocentesche, così come al nostro Ottocento sono dedicate varie sale delle Collezioni, due delle quali ricordiamo riservate alla produzione di Pelagio Palagi. Ciò a dimostrare che una parte significativa del nostro patrimonio ottocentesco non giace dimenticata, ma ha ricevuto la giusta e dovuta valorizzazione, anche attraverso pubblicazioni e mostre.
Ovviamente, il patrimonio ottocentesco del Comune è più ricco e per ora non ha potuto trovare una definitiva sistemazione che ne valorizzi le qualità artistiche. Come recentemente ha ricordato anche Gianfranco Maraniello, attuale direttore dell’Istituzione Bologna Musei, l'Amministrazione è consapevole dell' importanza delle proprie collezioni ottocentesche; ricordo al riguardo il progetto direttamente seguito da Cristiana Govi Morigi e da Raffaela Bruni, che avrebbe dovuto realizzarsi, come ben sapete, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Cosa che poi non è stato possibile portare a termine per i ben noti problemi legati ai finanziamenti. Questo aspetto non è stato comunque da noi dimenticato, la sua soluzione potrà essere trovata soltanto all’interno di un più complessivo progetto di risistemazione del Palazzo e dell’utilizzo dei suo spazi museali, all’interno del quale sono certo anche la sistemazione del patrimonio ottocentesco potrà trovare una sua definitiva soluzione. Evidentemente si tratta di un programma a medio lungo termine che si configura, comunque, come uno dei progetti qualificanti della nuova Istituzione Bologna Musei.

Ringrazio i consiglieri che sollecitano, ma a mia volta vorrei far presente il lavoro che stiamo facendo, che è tutto meno che "bacchetta magica" perché quella non ce l'ha nessuno. Io sono arrivato e c'erano due istituzioni museali, oggi ce n'è una sola ed è in corso il concorso per definire chi ne sarà il prossimo direttore, alla fine di questa procedura potremo iniziare a fare dei ragionamenti ad ampio raggio che sono molto complessi. Ricordo anche al Consiglio che è molto complicato fare degli investimenti di programmazione, anche utili come questi, in presenza di una situazione economico finanziaria che, come voi ben sapete, per due mandati consecutivi, costringe l'Amministrazione ad approvare i bilanci a giugno. Così non si programma niente. Allora, così come voi giustamente solleciatate l'Amministrazione, occorre che d'altro canto vi rendiate conto - perché voi stessi fate parte di questa Amministrazione - che la situazione in cui noi oggi operiamo è una situazione che dal mio punto di vista - e per quanto riguarda l'amministrazione della Cultura ho una certa esperienza - non è mai stata a questi livelli di difficoltà. E mi limito a questo. E non ha colpa di questo il Consiglio né la Giunta e meno che meno l'assessore al Bilancio. Noi stiamo facendo un lavoro molto faticoso, stiamo tentando anche di modificare degli aspetti che io ho ereditato che non aiutavano il lavoro in termini organizzativi, ma è evidente che bisogna tenere conto dell'insieme della situazione. Anche ciò che stiamo facendo per razionalizzare le risorse e mi auguro che non si torni indietro dal punto di vista di questa razionalizzazione, va in questa direzione, perché in un epoca di scarsità di risorse non possiamo più rispondere a tutte le sollecitazioni, ma abbiamo il dovere di compiere delle scelte. Voglio anche dire che per quanto riguarda il lavoro che stiamo facendo ci sono degli aspetti molto positivi, ovvio che i giornali danno sempre più risonanza ad alcuni elementi piuttosto che ad altri e così l'inaugurazione della mostra di Morandi a Bruxelles ha avuto solo un trafiletto. Però abbiamo portato Morandi a Bruxelles e le sue opere che girano tutto il mondo sono un grande biglietto da visita. E' certamente il nostro autore più conosciuto nel mondo senza nulla togliere a quello che avete detto e che condivido rispetto al patrimonio artistico dell'Ottocento, ma stiamo facendo un lavoro importante, pur tra mille difficoltà. E' evidente che rispetto a Palazzo occorre fare un ragionamento complessivo che consideri anche l'operazione che abbiamo fatto - che è a catattere temporaneo - di trasferire il Museo Morandi all'interno di MAMbo. Adesso cerchiamo di capire come si evolve la situazione in maniera precisa prima di decidere come possiamo riorganizzare, se non tutto il Palazzo, perlomeno gli spazi dedicati alle Collezioni Comunali d'Arte. E' evidente che sapere quali spazi sono a disposizione in maniera definitiva non è secondario rispetto ad una riorganizzazione . Però come ho detto è all'interno delle nostre progettualità e mi auguro che la situazione che tutti noi viviamo di grande precarietà che poi non è soltanto la situazione di Bologna, ma di tutto il Paese, in qualche modo trovi una soluzione, così da avere un pochino più certezza di risorse e anche - mi si permetta di dire - un po' più di tempo per programmare, perché in queste condizioni, sebbene noi facciamo lo sforzo di programmare, questa programmazione è sempre un po' in un vicolo cieco, non sappiamo mai che cosa ci capita. Detto questo vi ringrazio e ovviamente ribadisco il fatto che, sia presunto Canova, sia Canova, troveremo il modo di valorizzare di più quest'opera che aldilà dell'attribuzione - che ha una sua importanza ovviamente - è per noi uno dei pezzi più pregiati della collezione ottocentesca. Grazie"

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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