Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta della consigliera Cathy la Torre (AmeliaPerBo) sul Bologna Pride 2013
"Comincerò con due slogan: alcune persone sono gay, lesbiche e transessuali: fatevene una ragione. La natura ha creato anche gli omosessuali le lesbiche e le persone transessuali! Per la comunità LGBT i Pride non sono manifestazioni simboliche, né un'occasione per festeggiare battaglie vinte, ma una giornata (l'ennesima!) per rivendicare la propria esistenza e la pienezza dei diritti di cittadinanza per tutti e tutte. Le persone LGBT non sono più disposte a subire l'immobilismo della politica, non sono disposte ad accettare che il compromesso di cui è frutto l'attuale governo avvenga sulla loro pelle riportando indietro le lancette di un cambiamento urgente e atteso. Non si può più accettare che l'Italia sia tenuta - da una politica miope e perennemente lontana dalla società che vorrebbe rappresentare - ai margini di un contesto europeo che invece in termini di diritti civili ha già fatto passi da gigante bruciando tappe, esaudendo desideri, scaldando i cuori.
Ma nella società italiana il cambiamento sta già avvenendo e sebbene le resistenze siano forti crediamo che anche nell'assemblea parlamentare questa spinta possa trovare voce. Perché la battaglia si gioca anche spostando, storia per storia, coppia per coppia, famiglia per famiglia, la linea del confine giuridico tra chi ha accesso ai diritti e chi deve conquistarseli ogni giorno. Ogni persona è unica, ma tutte insieme fanno una battaglia comune.
Per questo abbiamo apprezzato le parole che il Sindaco ha pronunciato sabato dal palco del Pride Bologna. Quindi chiediamo oggi che anche il Consiglio Comunale di Bologna si esprima esortando il Parlamento a legiferare in materia di: matrimoni, adozioni e riconoscimento della genitorialità delle coppie LGBT; riconoscimento di una tutela specifica contro i reati generati da omofobia e transfobia; la modifica della legge sul cambiamento di sesso che riconosca alla persone transessuali il diritto all'identità di genere percepita anche in assenza della modifica chirurgica del sesso".