CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE BENEDETTO ZACCHIROLI (PD) SU MATRIMONI GAY E ADOZIONI


Di seguito, il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (Pd) sul matrimonio gay.

"Sabato scorso ho partecipato al Gay Pride della nostra città. L’ho fatto come politico. Quella che ho visto è una citt?...

Descrizione

Di seguito, il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (Pd) sul matrimonio gay.

"Sabato scorso ho partecipato al Gay Pride della nostra città. L’ho fatto come politico. Quella che ho visto è una città dai mille volti, persone plaudenti ai lati della strada, attente alla richiesta di diritti che quella manifestazione veicola da tempo.
Alla fine della manifestazione si sono alternati sul palco i responsabili di varie associazioni e il nostro Sindaco, che si è detto d’accordo con le richieste della popolazione LGBT su matrimonio e adozione anche per le persone dello stesso sesso.
Come noto su questo tema non c’è accordo tra minoranza e maggioranza e non c’è nemmeno all’interno del mio Partito.
Quando dalla manifestazione, dai suoi colori, da tanti che attorno a te sostengono le tue idee e le tue lotte per l’uguaglianza, passi alle aule della politica improvvisamente tutto diventa più vecchio, più grigio. La luce sembra non esserci e tutto appare incastrato in discorsi stancanti.
Succede di sentire una strana stanchezza, quasi imbarazzante.
Stanca perché nella vita appare normale che il matrimonio è una questione di amore e progetto di vita tra due persone e che il fatto procreativo non è discriminante.
Stanca perché ti sembra normale pensare che a garantire le condizioni di sviluppo migliori per un bambino, non siano né il numero né il genere dei genitori ma la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità che ne derivano.
Quello che la politica perde di vista quando inizia a confrontarsi su questi temi è il piano della realtà, quello della vita reale di tante persone. Ci si arrocca su posizioni anacronistiche per salvaguardare una convinzione che non si vuole mettere in discussione.

Ci si può nascondere dietro tanti discorsi ma il punto è solo uno.
Ancora per molti l’omosessualità è una malattia o comunque una inaccettabile distorsione dell’ordine costituito da una natura che banalmente si vuole antiquata quando la natura è la natura e non può, per definizione, partecipare di categorie politiche o storiche. L’omosessualità non è vista comune come una condizione normale.
È su questo che ci si batte, una volta l’anno con una manifestazione che ricordi alla comunità che al suo interno, purtroppo, ci sono cittadini di seria A e altri di serie B. Poi c’è la lotta di tutti i giorni, in cui ognuno si impegna, cercando con la propria testimonianza di vita di dimostrare la sua normalità, il suo essere uguale a tutti pur nella sua diversità.
E allora torna la stanchezza, perché ti sembra di lottare per nulla, perché la pervicacia di certi ragionamenti non muore, non lascia spazio all’ascolto della realtà. Perché in ultimo, di promesse elettorali non ne puoi più.
E se a qualcuno viene da piangere al pensiero dell’uguaglianza sono pronto ad asciugare le lacrime con la forza gentile della ragione.
Ma ci sarà un giorno in cui tutto questo sembrerà solo un lontano ricordo. Un giorno in cui anche l’Italia sarà una nazione civile, in cui tutti avranno la possibilità di formare una famiglia perché si amano e vogliono costruire qualcosa assieme non solo per sé e poter riversare quel pieno di amore su un’altra creatura che chiamerà figlio e tutto sembrerà più che normale.

Le nuove generazioni sono pronte, è solo questione di tempo e loro giudicheranno questa generazione ancora troppo sorda, che ancora non capisce che i diritti sono una priorità anche se un partito non lo scrive nel suo programma, perché se un partito non parte dalla vita vera delle persone difficilmente potrà candidarsi a proporre una direzione per la vita della comunità. La speranza è che questo Parlamento prenda in esame e appoggi le proposta di legge presentate che chiedono uguaglianza.
Lottiamo contro la fuga dei cervelli ma accettiamo quella dei cuori.
Alla civiltà piena alcuni Paesi ci sono già arrivati, altri, come il nostro, fanno resistenza, ma sono convinto che alla fine si arriverà a non avere più paura della normalità, perché alla fine, quello che si chiede è solo la possibilità di essere normali".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

Back to top