QUESTION TIME, CHIARIMENTI IN MERITO ALL'AUMENTO DEI REATI
Il Sindaco Virginio Merola ha risposto, in sede di Question Time, alla domanda della consigliera comunale Lucia Borgonzoni (Lega Nord), in merito all'aumento dei reati.
La domanda della consigliera comunale Lucia Borgonzoni (Lega Nord)
La stampa r...
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Il Sindaco Virginio Merola ha risposto, in sede di Question Time, alla domanda della consigliera comunale Lucia Borgonzoni (Lega Nord), in merito all'aumento dei reati.
La domanda della consigliera comunale Lucia Borgonzoni (Lega Nord)
La stampa riporta un articolo (Corriere di Bologna 09/07/2013 in cui lo stesso Questore afferma che l'aumento dei reati è dovuto alla situazione di crisi economica; ciò lascia pensare che il dato sia certo e incontrovertibile, non da mettere in dubbio; a questo proposito torno ancora un volta sull'argomento e chiedo al sindaco e alla giunta:
"In attuazione del Patto per Bologna sicura, lo scorso 3 marzo 2013, in occasione di specifico tavolo tecnico tenutosi in Prefettura, si è convenuto di istituire un idoneo gruppo tecnico interforze, destinato ad elaborare un piano di ristrutturazione del sistema di videosorveglianza cittadino. Il gruppo tecnico è composto di funzionari rappresentanti della Questura/Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Municipale. Scopo del lavoro di tale gruppo sarà quello di analizzare lo stato attuale delle tecnologie disponibili e la loro mappatura sul territorio, valutando possibili integrazioni e/o ottimizzazioni funzionali del sistema. In questa prospettiva, si prenderanno in considerazione nuove installazioni, compatibilmente con le disponibilità economiche in essere, alla luce delle situazioni di criticità emerse nel corso degli ultimi anni, che hanno modificato il quadro di riferimento per questo tipo di controlli remoti.
Per quanto riguarda il progetto "Poliziotto di Quartiere-Carabiniere di Quartiere" trattandosi di progetto di competenza del Ministero dell'Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza, attivato in diverse città italiane, l’eventuale estensione dello stesso a zone della città attualmente non coperte dal servizio non rientra nelle dirette competenze del Sindaco. L'implementazione, finalizzata ad una maggiore efficacia del controllo sul territorio e ad una crescita del contatto con il cittadino riguarda, per definizione, aree urbane ad alta densità commerciale. L’Amministrazione Comunale, per parte sua, in attuazione dell’atto d’indirizzo del Consiglio Comunale “Indirizzi per le politiche della sicurezza e attribuzione di funzioni ai quartieri cittadini in materia di sicurezza e qualità urbana”, oltre che del Patto per la sicurezza della città di Bologna sottoscritto nel 2007, ha avviato il servizio congiunto con la Polizia di Stato (Poliziotto di Quartiere) nel dicembre del 2007. Da allora sino ad oggi, il servizio è orientato principalmente a contrastare il fenomeno delle varie forme di degrado del centro storico, garantendo anche, ad esempio, controlli sinergici sugli autobus in servizio di linea urbana e alle fermate più affollate ove, statisticamente, avviene il maggior numero di borseggi. L’attività delle pattuglie operanti è oggetto di puntuali resoconti dell'attività svolta, che vengono raccolti ed analizzati, a fini statistici e per la definizione delle necessarie strategie d’intervento, al Coordinamento Nuclei Territoriali della Polizia Municipale.
Il progetto sul "Lavoro di Comunità" riguarda un percorso di formazione che ha interessato più di 50 operatori sociali dei Quartieri e che continuerà anche in futuro. Da questo percorso si svilupperanno progetti di intervento territoriale finalizzati alla creazione di reti di aiuto e mutuo-aiuto in particolare per le popolazioni più fragili e con problemi complessi ed interventi orientati allo sviluppo di comunità rivolti a tutta la popolazione o a parti di essa (es: gruppi svantaggiati) che dovrà interessare anche altre componenti professionali e altri soggetti attivi sul territorio per consolidare il "capitale sociale" della comunità stessa. Saranno possibili altresì programmi di intervento sociale che affrontano specifiche problematiche (es: sicurezza urbana) con l'ausilio di professionisti formati ad hoc".
La domanda della consigliera comunale Lucia Borgonzoni (Lega Nord)
La stampa riporta un articolo (Corriere di Bologna 09/07/2013 in cui lo stesso Questore afferma che l'aumento dei reati è dovuto alla situazione di crisi economica; ciò lascia pensare che il dato sia certo e incontrovertibile, non da mettere in dubbio; a questo proposito torno ancora un volta sull'argomento e chiedo al sindaco e alla giunta:
- se non ritengano giunto il momento di impegnare risorse in forme di deterrenza quali l'aumento delle telecamere che potrebbero scoraggiare alcuni tipi di reati;
- se non ritengano di installare una illuminazione "intelligente" a sensori;
- se non ritengano opportuno ampliare a tutti i Quartieri cittadini il progetto del "carabiniere" di Quartiere previsto, oggi, solo per il Centro Storico e il Navile;
- se non valutino la necessità di implementare la collaborazione tra le forze dell'ordine e gli assistenti sociali per avere interventi veloci e più mirati;
- a che punto sia il progetto dell'assistente sociale di comunità e in quali zone si stia avviando tale progetto.
"In attuazione del Patto per Bologna sicura, lo scorso 3 marzo 2013, in occasione di specifico tavolo tecnico tenutosi in Prefettura, si è convenuto di istituire un idoneo gruppo tecnico interforze, destinato ad elaborare un piano di ristrutturazione del sistema di videosorveglianza cittadino. Il gruppo tecnico è composto di funzionari rappresentanti della Questura/Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Municipale. Scopo del lavoro di tale gruppo sarà quello di analizzare lo stato attuale delle tecnologie disponibili e la loro mappatura sul territorio, valutando possibili integrazioni e/o ottimizzazioni funzionali del sistema. In questa prospettiva, si prenderanno in considerazione nuove installazioni, compatibilmente con le disponibilità economiche in essere, alla luce delle situazioni di criticità emerse nel corso degli ultimi anni, che hanno modificato il quadro di riferimento per questo tipo di controlli remoti.
Per quanto riguarda il progetto "Poliziotto di Quartiere-Carabiniere di Quartiere" trattandosi di progetto di competenza del Ministero dell'Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza, attivato in diverse città italiane, l’eventuale estensione dello stesso a zone della città attualmente non coperte dal servizio non rientra nelle dirette competenze del Sindaco. L'implementazione, finalizzata ad una maggiore efficacia del controllo sul territorio e ad una crescita del contatto con il cittadino riguarda, per definizione, aree urbane ad alta densità commerciale. L’Amministrazione Comunale, per parte sua, in attuazione dell’atto d’indirizzo del Consiglio Comunale “Indirizzi per le politiche della sicurezza e attribuzione di funzioni ai quartieri cittadini in materia di sicurezza e qualità urbana”, oltre che del Patto per la sicurezza della città di Bologna sottoscritto nel 2007, ha avviato il servizio congiunto con la Polizia di Stato (Poliziotto di Quartiere) nel dicembre del 2007. Da allora sino ad oggi, il servizio è orientato principalmente a contrastare il fenomeno delle varie forme di degrado del centro storico, garantendo anche, ad esempio, controlli sinergici sugli autobus in servizio di linea urbana e alle fermate più affollate ove, statisticamente, avviene il maggior numero di borseggi. L’attività delle pattuglie operanti è oggetto di puntuali resoconti dell'attività svolta, che vengono raccolti ed analizzati, a fini statistici e per la definizione delle necessarie strategie d’intervento, al Coordinamento Nuclei Territoriali della Polizia Municipale.
Il progetto sul "Lavoro di Comunità" riguarda un percorso di formazione che ha interessato più di 50 operatori sociali dei Quartieri e che continuerà anche in futuro. Da questo percorso si svilupperanno progetti di intervento territoriale finalizzati alla creazione di reti di aiuto e mutuo-aiuto in particolare per le popolazioni più fragili e con problemi complessi ed interventi orientati allo sviluppo di comunità rivolti a tutta la popolazione o a parti di essa (es: gruppi svantaggiati) che dovrà interessare anche altre componenti professionali e altri soggetti attivi sul territorio per consolidare il "capitale sociale" della comunità stessa. Saranno possibili altresì programmi di intervento sociale che affrontano specifiche problematiche (es: sicurezza urbana) con l'ausilio di professionisti formati ad hoc".
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Piazza Maggiore, 6