QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUI CAMPI SOSTA NOMADI
L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (lega nord) sui costi dei campi di sosta nomadi.
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
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L'assessore ai Servizi sociali, Amelia Frascaroli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (lega nord) sui costi dei campi di sosta nomadi.
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"La stampa riferisce la notizia degli ammanchi di bilancio per corrispettivi non pagati e relativi alle utenze dei campi sosta nomadi ospitati nella nostra città; a tale proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta:
di sapere quali intenzioni abbiano per recuperare le somme dovute;
se non ritengano essere un danno all'immagine dell'Amministrazione quella di aver elargito somme pubbliche, continuando in tale politica di donazione con poche speranze di riavere quanto anticipato;
se considerino questi "anticipi" una forma di modalità di integrazione sociale nel tessuto della città della popolazione nomade o se non ritengano, invece, che una situazione di favore, protrattasi per tanto tempo, non dia luogo alla convinzione, alle persone che risiedono nell'area sosta, di aver acquisito diritti di occupazione di aree pubbliche senza corrispettivo;
quali provvedimenti saranno presi nei confronti delle persone che risiedono all'interno dell'area sosta e non andranno a sanare i debiti pregressi e attuali con l'Amministrazione;
quali saranno le future azioni dell'Amministrazione su queste aree sosta".
La risposta dell'assessore Amelia Frascaroli:
"Colgo l'occasione per dire che, anche secondo me, la questione dei consumi nelle aree sosta va rivista nella sua impostazione di fondo per come è stata portata avanti in questi anni e per come dobbiamo porla invece per il futuro.
La prima cosa da fare sarebbe mettere le persone in condizioni di non pagare delle bollette di consumi che incidono sulla loro spesa mensile in ordine ai 6-700 euro mediamente, a motivo del fatto che tutte le aree sosta sono state dotate qualche anno fa, quando sono state create, di tutta un'impiantistica completamente elettrica, dalle piastre dei fornelli, agli scaldabagno alle caldaie per il riscaldamento. Questo vuol dire che le persone sono di fronte a costi insostenibili e quindi stiamo perseguendo l'idea di una riconversione energetica delle aree sosta che renderebbe molto più aggredibile il tema in modo normale, cioè riconducendo i costi a delle cifre sostenibili anche per chi ha un'economia famigliare di reddito medio-basso o basso, senza imporre oneri che già in partenza si sanno non sostenibili.
C'è un dato di fondo, quindi, strutturale che va risolto non dalle persone delle persone che ci abitano ma da nostre scelte che andranno fatte il prima possibile.
Questo non toglie che il tema sia stato portato avanti in un certo modo, che si debba andare sempre più verso una responsabilizzazione o quantomeno una responsabilità condivisa nei confronti delle persone, che il fatto di consegnare formalmente le aree a piena responsabilità delle persone ci può aiutare, alcuni quartieri l'hanno fatto, altri sono in via di farlo.
Se si va ad analizzare questo dato, che colpisce così tanto la fantasia e che comunque è spalmato su 5 anni di consumi e in ordine circa a 100 persone a campo, quindi in media di 50-60 euro mensili di bolletta pro capite, si vede che non è eccessivo come consumi, considerato anche il fatto che è tutto elettrico.
Inoltre, ci sono quartieri che mi segnalano che d'estate, quando non c'è l'aggravio dell'uso del riscaldamento, molte famiglie riescono a ripianare il costo delle bollette al cento per cento. Ci sono dei segnali positivi che vanno raccolti, anche se è evidente che siamo di fronte ad un accumulo di costi che imputo molto a questa situazione bizzarra dal punto di vista energetico.
Ognuno di noi, se si trovasse a dover pagare tutti i consumi da impianti elettrici credo che avrebbe problemi, o quanto meno si porrebbe delle domande. Stiamo quindi cercando, all'interno del piano di Azione locale per la popolazione Rom e Sinta, di affrontare in modo strutturale anche questo tema, in modo da risolverlo una volta per tutte sia dal punto di vista della tipologia dei consumi, sia dal punto di vista del rapporto con le persone.
Io ribadisco che i quartieri in questi anni hanno fatto un grosso lavoro sociale ed educativo a fianco dei nuclei famigliari, molti dei quali sono responsabilizzati. Questa è un'altra cosa rispetto alla sostenibilità dei costi".
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"La stampa riferisce la notizia degli ammanchi di bilancio per corrispettivi non pagati e relativi alle utenze dei campi sosta nomadi ospitati nella nostra città; a tale proposito si chiede al Sindaco e alla Giunta:
di sapere quali intenzioni abbiano per recuperare le somme dovute;
se non ritengano essere un danno all'immagine dell'Amministrazione quella di aver elargito somme pubbliche, continuando in tale politica di donazione con poche speranze di riavere quanto anticipato;
se considerino questi "anticipi" una forma di modalità di integrazione sociale nel tessuto della città della popolazione nomade o se non ritengano, invece, che una situazione di favore, protrattasi per tanto tempo, non dia luogo alla convinzione, alle persone che risiedono nell'area sosta, di aver acquisito diritti di occupazione di aree pubbliche senza corrispettivo;
quali provvedimenti saranno presi nei confronti delle persone che risiedono all'interno dell'area sosta e non andranno a sanare i debiti pregressi e attuali con l'Amministrazione;
quali saranno le future azioni dell'Amministrazione su queste aree sosta".
La risposta dell'assessore Amelia Frascaroli:
"Colgo l'occasione per dire che, anche secondo me, la questione dei consumi nelle aree sosta va rivista nella sua impostazione di fondo per come è stata portata avanti in questi anni e per come dobbiamo porla invece per il futuro.
La prima cosa da fare sarebbe mettere le persone in condizioni di non pagare delle bollette di consumi che incidono sulla loro spesa mensile in ordine ai 6-700 euro mediamente, a motivo del fatto che tutte le aree sosta sono state dotate qualche anno fa, quando sono state create, di tutta un'impiantistica completamente elettrica, dalle piastre dei fornelli, agli scaldabagno alle caldaie per il riscaldamento. Questo vuol dire che le persone sono di fronte a costi insostenibili e quindi stiamo perseguendo l'idea di una riconversione energetica delle aree sosta che renderebbe molto più aggredibile il tema in modo normale, cioè riconducendo i costi a delle cifre sostenibili anche per chi ha un'economia famigliare di reddito medio-basso o basso, senza imporre oneri che già in partenza si sanno non sostenibili.
C'è un dato di fondo, quindi, strutturale che va risolto non dalle persone delle persone che ci abitano ma da nostre scelte che andranno fatte il prima possibile.
Questo non toglie che il tema sia stato portato avanti in un certo modo, che si debba andare sempre più verso una responsabilizzazione o quantomeno una responsabilità condivisa nei confronti delle persone, che il fatto di consegnare formalmente le aree a piena responsabilità delle persone ci può aiutare, alcuni quartieri l'hanno fatto, altri sono in via di farlo.
Se si va ad analizzare questo dato, che colpisce così tanto la fantasia e che comunque è spalmato su 5 anni di consumi e in ordine circa a 100 persone a campo, quindi in media di 50-60 euro mensili di bolletta pro capite, si vede che non è eccessivo come consumi, considerato anche il fatto che è tutto elettrico.
Inoltre, ci sono quartieri che mi segnalano che d'estate, quando non c'è l'aggravio dell'uso del riscaldamento, molte famiglie riescono a ripianare il costo delle bollette al cento per cento. Ci sono dei segnali positivi che vanno raccolti, anche se è evidente che siamo di fronte ad un accumulo di costi che imputo molto a questa situazione bizzarra dal punto di vista energetico.
Ognuno di noi, se si trovasse a dover pagare tutti i consumi da impianti elettrici credo che avrebbe problemi, o quanto meno si porrebbe delle domande. Stiamo quindi cercando, all'interno del piano di Azione locale per la popolazione Rom e Sinta, di affrontare in modo strutturale anche questo tema, in modo da risolverlo una volta per tutte sia dal punto di vista della tipologia dei consumi, sia dal punto di vista del rapporto con le persone.
Io ribadisco che i quartieri in questi anni hanno fatto un grosso lavoro sociale ed educativo a fianco dei nuclei famigliari, molti dei quali sono responsabilizzati. Questa è un'altra cosa rispetto alla sostenibilità dei costi".
A cura di
Piazza Maggiore, 6