CONSIGLIO COMUNALE SOLENNE IN OCCASIONE DEL "GIORNO DEL RICORDO", L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE LEMBI


Si trasmette il discorso della presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, tenuto oggi nel corso della seduta del Consiglio comunale Solenne dedicata al "Giorno del Ricordo"

"Signor Sindaco, signori consiglieri e signore consigl...

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Si trasmette il discorso della presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, tenuto oggi nel corso della seduta del Consiglio comunale Solenne dedicata al "Giorno del Ricordo"

"Signor Sindaco, signori consiglieri e signore consigliere, autorità civili e militari, gentili ospiti, vi ringrazio molto per aver voluto partecipare oggi alla seduta del Consiglio comunale di Bologna per ricordare la "Giornata del ricordo", istituita con la legge nr.92 del 2004.
Una legge essenziale, composta da soli 7 articoli, il primo dei quali vorrei, come l'anno scorso, richiamare integramente: 'la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.'
Foibe ed esodo sono parole che facciamo fatica a pronunciare, e proprio per questo credo, in apertura di questo Consiglio comunale, sia doveroso ricordare che quando parliamo di Foibe ricordiamo gli eccidi perpetrati per motivi etnici e/o politici sulla popolazione italiana (e non solo) della Venezia Giulia e della Dalmazia tra il 1943 e il 1945. Ci sono testimonianze molto preziose che io qui , per motivi di tempo, richiamo brevemente, di queste vicende, penso in particolare ai testi di Marta Verginella "Il Confine degli altri. La questione giuliana e la memoria slovena", oppure "Nata in Istria" di Anna Maria Mori, e per questo, credo che sia doveroso ricordare che quando parliamo di Esodo ci riferiamo a donne, uomini, bambini che vivevano a Zara, a Fiume e nell'Istria (come ci ricorda il prezioso lavoro di Raul Pupo "Il lungo Esodo" e che furono costretti ad emigrare in massa dalle loro case cercando fortuna in Italia o oltreoceano.
La legge ci invita a ricordare la più complessa vicenda del confine orientale, a comprendere come fatti cruenti e umilianti  che si sono svolti in un lungo arco di tempo non possano essere compresi, per l’appunto, se non attraverso un approccio di lungo periodo. 
Da questo punto di vista, sono particolarmente grata, siamo particolarmente grati alla professoressa Cattaruzza per aver accettato il nostro invito. La professoressa Cattaruzza, storica triestina, insegna all'Università di Berna, ha pubblicato con il Mulino "L'Italia e il Confine Orientale" nel 2007 ed ha preso parte alla Commissione mista storico/culturale italo-slovena promossa dai Ministeri degli Esteri dei due paesi fin dall'inizio degli anni '90 del secolo scorso, con la finalità di effettuare una globale ricerca e disamina di tutti gli aspetti rilevanti nella storia delle relazioni politiche e culturali bilaterali e che ha prodotto, nella sessione di Udine del 2000, un rapporto finale adottato all'unanimità.
Io non voglio qui entrare nel merito delle ragioni che hanno impedito per decenni che si potesse avviare un chiaro e trasparente dibattito pubblico sulle foibe e sulla più ampia questione del confine orientale: questioni che però voglio ricordare, pure in Consiglio comunale sono state affrontate nel corso degli anni. Mi preme, piuttosto, rilevare perché vogliamo ricordare queste vicende e vorrei farlo richiamando le parole di Marino Segnan che nel 2004, da Presidente nazionale dell'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, ebbe a dire che, dall'istituzione di questa legge, per loro il 10 febbraio è, anche, da intendersi anche come una festa.
Che cosa c'è da festeggiare quando si parla di un contesto di guerra e di una pagina così tragica della storia italiana ed europea, con le sue morti, morti ingiuste? Si calcola  tra le 4 e le 5.000 vittime e tra i 270 e i 350.000 esodati. Marino Segnan ce lo ha detto in modo chiaro, netto: 'c'è da festeggiare il fatto che le istituzioni ci siano finalmente vicine'.
In quel "finalmente" sta tutto il senso di un lungo impegno delle associazioni degli esuli, molti dei quali vedo presenti in sala, e li ringrazio per aver accolto il nostro invito, che hanno continuato a rivendicare la verità sulla propria storia e i propri diritti di italiani nel corso di 60 anni di forzato silenzio. In quelle "istituzioni vicine" sta il senso di questa seduta: raccontare quelle vicende, ribadire un impegno preso da tempo da questo Consiglio comunale, e cioè quello di promuovere una politica pubblica della memoria  per impedire che la trasmissione di alcuni fatti ricada esclusivamente sulle spalle di singoli che li hanno vissuti da vicino; e consentire invece che quei fatti possano diventare memoria comune.
Per questa ragione vorrei ricordare, e concludo, che, a 9 anni dall'istituzione della legge che riconosce la giornata del Ricordo, il Comune di Bologna ha, a mio parere, saputo affrontare pagine faticose della propria storia: nel 2007 l'amministrazione comunale ha posto una lapide in stazione in ricordo dei convogli che nel '47 potavano esuli istriani, fiumani e dalmati: 'italiani, così dice il testo di quella lapide affissa in stazione, costretti ad abbandonare le loro case dalla violenza del regime nazionale comunista jugoslavo e a pagare, vittime innocenti, il peso e le conseguenze della guerra d'aggressione intrapresa dal fascismo'. I cittadini bolognesi non accolsero subito con favore il passaggio di quel treno, ma seppero rapidamente cambiare atteggiamento e accogliere gli esuli, molti dei quali hanno poi scelto Bologna per viverci, loro e i loro cari.
Negli ultimi anni è stata poi ritrovata quella lapide che negli anni '50 si trovava all'ingresso dell'ex villaggio giuliano, nel quartiere San Donato, dopo gli anni '70, alla distruzione di quelle case, per far posto a nuove abitazioni, si rischiò di perdere traccia, non solo di quella lapide, ma sopratutto della permanenza degli esuli a Bologna. Oggi questa lapide è stata ritrovata , lo racconterà meglio il presidente Segnan, e grazie anche al contributo di Maurizio Cevenini allora Presidente del Consiglio provinciale, è stata rimessa a posto e verrà presto, nei prossimi giorni, affissa in quel luogo, nella sua collocazione originaria, nel quartiere San Donato, anzi, ringrazio anche per la presenza il presidente del quartiere San Donato e il suo contributo per promuovere questa azione.
Vorrei infine ricordare che l'attuale Consiglio comunale ha proseguito un impegno consolidato nelle precedenti consigliature e quest'anno ha regalato a tutte le scuole di Bologna un documentario intitolato "Esodo" che ricostruisce gli eventi che oggi ricordiamo. Da questa azione alcune classi hanno manifestato l'interesse a partecipare alla seduta odierna, li vedete, gli studenti e le studentesse in fondo a questa sala, in particolare la VO del Galvani e la IV AF dell'Itis Belluzzi i cui insegnanti ringrazio sentitamente.
Ecco, rivolgerci alle scuole a noi è sembrato il gesto più esplicito per rispondere ad un auspicio, formulato da molti, che io voglio ricordare con le parole dell'allora Presidente della Repubblica Ciampi, che ebbe modo di aprire la prima celebrazione della Giornata del Ricordo auspicando che l'occasione dell'istituzione della legge  e  le tante iniziative che si sarebbero promosse negli anni a seguire fossero l'occasione grazie alla quale disse "ricordi ragionati prendano il posto dei rancori esasperati".
Il senso di questa seduta sta tutta qui, nel provare a fare in modo che ricordi ragionati possano prendere il posto di rancori esasperati. Grazie". 

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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