L'intervento del sindaco di Bologna Matteo Lepore all'iniziativa "Una Piazza per l’Europa" di domenica 6 aprile

Di seguito l'intervento del sindaco di Bologna Matteo Lepore alla manifestazione "Una Piazza per l’Europa" di domenica 6 aprile in piazza Nettuno."Benvenute e benvenuti a Bologna.Il primo ringraziamento va alla città di Firenze e alla su...

Descrizione


Di seguito l'intervento del sindaco di Bologna Matteo Lepore alla manifestazione "Una Piazza per l’Europa" di domenica 6 aprile in piazza Nettuno.

"Benvenute e benvenuti a Bologna.
Il primo ringraziamento va alla città di Firenze e alla sua Sindaca Sara Funaro, qui al mio fianco. Grazie Sara!
Abbiamo deciso di lanciare una sfida importante insieme: mobilitare migliaia di persone per l’Europa e voi qui di fronte a noi siete la bellissima risposta.
A Michele Serra, che dalle pagine de La Repubblica, per primo aveva lanciato questa idea per la città di Roma.
C’era tanta indignazione e preoccupazione, dopo le incredibili giravolte del Presidente americano Donald Trump, vere pugnalate alle spalle dell’Europa e soprattutto dell’Ucraina. Trump ha voluto delegittimare il Presidente Zelensky e il suo popolo, per favorire l’invasore, Valdimir Putin e la sua guerra.
Questi sono i fatti.
Per prima cosa domani manderò il video di questa piazza così piena al Sindaco di Kharkiv Ihor Terehov, in Ucraina. Bologna e Kharkiv sono città gemellate dal 1966. Abbiamo mandato loro beni di prima necessità dall’inizio del conflitto e da allora Ihor e i suoi concittadini sono colpiti da bombardamenti costanti.
Voglio salutare e ringraziare la grande comunità ucraina bolognese, qui presente in piazza e che ogni settimana si ritrova attorno alla fontana del Nettuno.
Manderò il video di questa piazza, così piena, anche ai sindaci con i quali siamo in contatto nella striscia di Gaza, in Cisgiordania e sud del Libano, di nuovo sotto bombardamenti del governo israeliano contro i civili, uccidendo i bambini e il personale sanitario.
E manderò il video di questa piazza insieme alla foto dello striscione che ieri abbiamo esposto sulla facciata di Palazzo Comunale, allo staff del Sindaco di Instabul Imamoglu, leader dell’opposizione Turca, ingiustamente incarcerato ormai da settimane dal regime del Presidente Erdogan.
Da qui siamo partiti, dalla necessità di verificare se noi italiani ed europei siamo sonnambuli o sentinelle. Le piazze di queste settimane iniziano ad essere un’importante risposta a questa aspettativa e noi dovremo proseguire, nella nostra marcia delle città, in Italia e in Europa.
Ecco perché manderò il video di questa piazza così piena ad altri sindaci europei e americani.
Al Sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, che si batte quasi da solo, con grande coraggio, per i diritti civili e sociali nell’Ungheria dell’autocrate Orban.
Ad Aleksandra Dulkiewicz Sindaca di Danzika, già vice del Sindaco Pawel Adamowicz pugnalato e ucciso all’età di 53 anni in piazza davanti a migliaia di suoi concittadini. Un Sindaco oggetto di feroci attacchi e violenze verbali da parte di gruppi di estrema destra, che credeva nel progetto di una Polonia indipendente, tollerante, pluralista e multiculturale.
E manderò questo video al sindaco di Denver Mike Johnston, una delle città santuario che ha deciso di non collaborare con le deportazioni di massa degli immigrati da parte del presidente Trump, rischiando sanzioni pesantissime.
Sono solo alcuni dei nomi, delle Sindache e dei Sindaci che lottano per un mondo migliore e che si rifiutano di disumanizzare la loro carica e l’istituzione che rappresentano, di fronte al riemergere della volontà di potenza che ha improvvisamente cancellato il
multilateralismo.

Anche la Guerra Fredda era sporca, retta dalla deterrenza nucleare che ha tenuto in equilibrio il mondo. Per noi la pace e il benessere, per molti altri nel mondo globale atroci sofferenze. Ma allora avevamo una carta fondamentale ha salvato la dignità dell’Europa: la società civile, la partecipazione di massa, il dialogo tra le università e le città. Il pensiero critico.
Mentre le grandi potenze scalavano le classifiche degli armamenti, milioni di persone si battevano per un mondo più giusto e si opponevano con marce, sit in, campagne, informazione indipendente.
Lo ha ricordato pochi giorni fa il Nobel per la Pace Lech Walesa in un’intervista al Corriere della Sera: 'Abbiamo distrutto il vecchio sistema perché volevamo costruire il nuovo. Il movimento di Solidarnosc ci ha mostrato come lottare e vincere. Dobbiamo convincere ogni singolo russo che noi ci battiamo nel suo interesse, nell’interesse dei russi perché, se continueremo su questa strada, tra quindici anni la Russia rialzerà la testa e rappresenterà la stessa minaccia per i nostri nipoti'.
Dunque è importante riempire le piazze, perché quello che gli autocrati e i dittatori vogliono è esattamente il suo contrario.
Vogliono che rimaniamo a casa!
Vogliono farci litigare tra di noi e ci riempiono di informazioni false, di manipolazioni.
Vogliono farci odiare gli altri popoli mettendoci gli uni contro gli altri.
Attenzione. Gli autocrati i non hanno bisogno del nostro consenso per governare, hanno invece bisogno che il nostro dissenso taccia per sempre.
La guerra si sposta sui social, nella rete, nelle scuole e nelle università, nei luoghi di lavoro e nelle famiglie.
L’odio si fa argomento comune e violenza di strada, verbale e fisica. Una guerra culturale dichiarata, come quella degli uomini che odiano le donne e mettono di orrendi manifesti misogeni le nostre città.
E allora, in conclusione, fatemi dire grazie alle decine di associazioni e gruppi, alle voci dal mondo della cultura e accademico che hanno aderito e ci hanno aiutato a promuovere questa domenica.
Grazie alle lavoratrici e i lavoratori delle aziende bolognesi e toscane in crisi presenti qui tra noi. Grazie per avere portato in questa piazza la domanda di un’Europa del lavoro.
Grazie all’informazione libera, mentre sempre più network televisivi e giornali ogni giorno montano campagne intimidatorie e diffamatorie contro ogni voce indipendente.
E infine grazie alle Sindache e ai Sindaci, toscani ed emiliano-romagnoli, numerosi e presenti qui con le loro fasce tricolori.
Ci siamo voluti raccogliere qui davanti al Sacrario dei caduti partigiani bolognesi che onoriamo e ricordiamo.
'La lotta di liberazione dal nazifascismo in Europa è cosa molto precisa e ha consentito a noi di godere di libertà fondamentali, di ricostruire sistemi democratici, di lanciarci in un’avventura straordinaria come quella dell’unità europea'. Così disse David Sassoli il 6 ottobre 2019 a Marzabotto.
Ricordare Sassoli ci fa commuovere. L’Europa ha bisogno di queste radici ma anche di un sogno nuovo.
Sbaglia la Commissione europea a permettere ai singoli stati di usare i fondi di coesione per produrre armi.
La strada vera sono la difesa comune e il rilancio delle politiche di coesione con un’agenda sociale europea, per la sanità, la scuola e un vero proprio piano per l’emergenza abitativa in tutta Europa.
Serve rafforzare il pilastro sociale dell’Unione, noi Sindaci lo stiamo chiedendo a gran voce!
Perché nei vuoti che le élite europee hanno lasciato sono cresciuti i mostri, come il nazionalismo e l’estremismo.
Con il sostegno dei nuovi oligarchi e i giganti delle tecnologie americane.
Mentre le piccole e medie imprese italiane l’anno scorso pagavano nel nostro paese 24 miliardi e mezzo di tasse, versavano nelle casse del nostro erario solamente 200 milioni di euro.
Ecco a cosa serviranno i dazi a fare pressione affinché costoro possano avere definitivamente campo libero nelle nostre economie e società.
È ora che il popolo europeo si faccia sentire!
È arrivato il momento, è arrivato il momento di unirci.
Mobilitandoci ancora, coinvolgendo persone.
Perché noi siamo europei, l'Europa è la nostra patria!
E io sono qui oggi per dirvi: grazie. Grazie Bologna e grazie Firenze".

Ultimo aggiornamento: 07/04/2025

Back to top