CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO IN RICORDO DI MAURIZIO CEVENINI, L'INTERVENTO DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA


Di seguito l'intervento del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, in occasione del Consiglio comunale straordinario in ricordo di Maurizio Cevenini.

"Ciascuno di noi, in questi anni, ha avuto modo di conoscere il Cev come rappresentante ufficia...

Descrizione

Di seguito l'intervento del Sindaco di Bologna, Virginio Merola, in occasione del Consiglio comunale straordinario in ricordo di Maurizio Cevenini.

"Ciascuno di noi, in questi anni, ha avuto modo di conoscere il Cev come rappresentante ufficiale di un'istituzione - Comune, Provincia e Regione - e ha avuto modo di apprezzarne le doti di simpatia umana e anche le qualità, che così oggi sono state di nuovo ricordate. Sono state ricordate in modo autentico, il Cev aveva una sua personalità, non è che andando alla cerimonia dei carabinieri diventasse carabiniere, o andando a una cerimonia di un'associazione sportiva diventasse uno sportivo. Non era Zelig, non era un politico populista, ma una persona capace di mantenere la propria personalità e di interpretare un sentimento e un sentire comune e anche un'umanità senza pari. Una dote molto rara in politica ma che, sicuramente, ne ha fatto una delle personalità politiche maggiori di questa città. Oggi abbiamo avuto la commemorazione del Consiglio, abbiamo sentito i capigruppo o le persone designate dai gruppi ricordarlo, è stata davvero una commemorazione nel senso letterario della parola: ricordare assieme e fare un esercizio di memoria insieme. L'abbiamo fatto con sentimenti ed emozioni ancora prevalenti perché il rapporto è stato autentico tra le diverse forze politiche di questo Consiglio. E' stato un rapporto di amicizia personale e io sento l'esigenza, come per parlare oggi di Maurizio il Sindaco che mi ha preceduto, di sottolineare lo spessore politico perché penso che dobbiamo soprattutto - a un anno di distanza - ragionare su cosa ci ha lasciato il Cev, della sua esperienza politica e vorrei fare alcune considerazioni brevi.

Come mai nella storia del nostro Paese e della nostra città ricordare il Cev significa ricordare una lezione di profondo significato politico. Voi mi concederete il fatto che nessuno come Maurizio Cevenini corrisponde di più a questa definizione famosa di Hannah Arendt: la politica è l'organizzazione della convivenza fra diversi. Questo alto pensiero politico democratico del '900 Maurizio Cevenini l'ha interpretato nel modo più compiuto nei diversi ruoli che ha avuto. Dirlo oggi in questa situazione, e dire che Maurizio ci manca, significa sapere che in questo caso la memoria non ci può ingannare, quello che ci ha lasciato Maurizio è questo significato profondo di politica. Non ha rinunciato per questo a rivestire un ruolo di parte, avere una posizione di partito, era molto orgoglioso di ciò, ma intendeva questa posizione di parte come utile alla definizione di un'interesse generale e che avesse senso unicamente nella capacità di contribuire a definire un interesse generale. Lo richiamo perché capisco e comprendo le doti di simpatia umana, di connessione con il sentimento popolare e civico di Maurizio Cevenini ma non vorrei fargli un torto: sottolineare solo questo aspetto rispetto alla serietà di un impegno politico che Maurizio Cevenini ci lascia, con l'esempio della sua attività politica. Organizzare la politica come convivenza fra diversa era un problema anni fa e lo è ancora oggi di più nella situazione politica che stiamo vivendo nel momento di difficoltà del nostro Paese e della nostra città. Noi siamo eletti nelle istituzioni, dal popolo sovrano, ma dobbiamo avere a cuore la distinzione che Maurizio praticava con la sua attività tra la rappresentanza e la rappresentatività. La rappresentanza democratica viene fotografata al momento delle elezioni, si determinano maggioranze e minoranze ma Maurizio aveva ben chiaro il ruolo degli eletti nelle istituzioni democratiche era anche quello di interrogarsi per tutto il mandato se si era rappresentativi dei problemi della città e si era capaci di interpretarli per cercare delle soluzioni. E anche su questo, se ripercorriamo la sua attività di impegno istituzionale abbiamo materia per trarre spunti e motivi di impegno e di conoscenza per affrontare le questioni che noi abbiamo oggi davanti.

E' stato detto Maurizio è una persona capace di rispetto. Vorrei sottolineare il rispetto di Maurizio Cevenini che non era tolleranza, la tolleranza è la presunzione di avere la posizione giusta e che bisogna sopportare e fare esprimere chi la pensa diversamente. Il rispetto è comprensione della necessità che nelle opinioni diverse si trovi il modo di farle convergere insieme su un interesse generale. Il rispetto implica che la politica non è fatta da nemici ma da avversari che hanno posizioni diverse sulle quali cercano insieme di contribuire al bene comune. Il rispetto è l'autentica vocazione della politica democratica all'esercizio del pluralismo e a permettere che le diversità e il diversamente politico possa dare il massimo: la convergenza e cioè l'arricchimento per trovare le soluzioni migliori al servizio della comunità che si rappresenta. E' un pensiero politico profondo che sento il dovere di ricordare tutti noi oggi nel momento in cui siamo presi tutti, io in particolare, dal carico emotivo dal ricordo di Maurizio. Però glielo dobbiamo perché ha voluto sempre fare il Sindaco ma non perché lo voleva fare da bambino, voleva farlo perché pensava che questa fosse la politica: servizio ai cittadini. E il potere è uno strumento per dare un servizio ai cittadini.

Penso che noi gli dobbiamo una riflessione sui limiti della politica. Perché la politica non è tutto, non può essere la dimensione totale di un'esistenza. E se tutti noi ci interroghiamo perché nessuno di noi ha compreso ciò che poteva succedere dobbiamo interrogarci sulla necessità di tornare a dare un limite alla politica e alle sue pretese. Maurizio aveva condiviso profondamente l'idea di lasciarsi da parte l'idea totalitaria alla politica e per questo aveva aderito con entusiasmo all'esperienza dei Ds e del Partito Democratico. Però noi non siamo riusciti a tradurre quest'idea del limite della politica nel nostro rapporto con Maurizio, prima di tutti in me stesso, in un'idea che in democrazia la politica è amicizia e i rapporti tra chi fa politica è amicizia perché non ci sono nemici da distruggere ma avversari con i quali raggiungere un accordo in un Paese dove non si può più pronunciare la parola accordo e la parola intesa. Maurizio ci ricorda che fare politica significa cercare con ostinazione le ragioni del dialogo e del confronto che non significa non sapere che c'è maggioranza e minoranza, ma ridurre la democrazia a maggioranza e minoranza è il più grave errore che si può fare a un ordinamento democratico. Perché essendo anche minoranza si può contribuire al bene comune. Questo limite della politica lo sento riferita al fatto, come abbiamo detto, persona di profonda umanità che credeva nella politica moderna che si basa sulla persona e non sull'individuo. C'è una profonda distinzione su questo. La politica che si basa sulle persone è fondata sulla relazione con gli altri e la possibilità di recepire nella relazione con gli altri che si può modificare il tuo modo di vedere la cosa. Diversa è la politica basata sull'individuo, perché è basata sull'egoismo e non sull'esercizio responsabile di libertà come appunto si richiede a una persona.

A Maurizio dobbiamo un'idea di politica profonda, nobile, di rispetto, di umanità e gli dobbiamo anche il fatto di non lasciare qualcuno di noi in un'altra occasione, quando sarà costretto - in latino persona significa maschera - a dover rinunciare a questa rappresentazione di sé verso gli altri e togliersi la maschera, scoprire una sconfinata solitudine. Maurizio Cevenini non ci mancherà se noi terremo presente questa sua lezione e ci sforzeremo malgrado tutte le urla che ci dicono di contrapporci ferocemente fra di noi di continuare a cercare di fare al meglio la politica democratica per questo Paese, che riguarda maggioranza e opposizione, come con più simpatia e capacità lieve avrebbe detto Maurizio Cevenini".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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