CONSIGLIO COMUNALE IN OCCASIONE DEL "GIORNO DEL RICORDO", INTERVENTO DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA


Si trasmette l'intervento del Sindaco Virginio Merola, tenuto questa mattina nel corso della seduta del Consiglio comunale Solenne dedicata al "Giorno del Ricordo".


"Grazie Presidente, un saluto a tutte le autorità, civili e milita...

Descrizione

Si trasmette l'intervento del Sindaco Virginio Merola, tenuto questa mattina nel corso della seduta del Consiglio comunale Solenne dedicata al "Giorno del Ricordo".


"Grazie Presidente, un saluto a tutte le autorità, civili e militari, un particolare saluto alle ragazze e i ragazzi presenti, un ringraziamento alla professoressa Cattaruzza per l'importante relazione che abbiamo potuto ascoltare, e un saluto di vicinanza a Marino Segnan, presidente dell'Associazione.
Oggi abbiamo potuto insieme renderci conto di che cosa significa memoria. Da una parte la possibilità di utilizzare le testimonianze dirette, che sono preziosissime e che fanno parte integrante della possibilità della ricostruzione storica autentica, e quindi della necessità di esercitare la memoria innanzitutto riconoscendo e dando dignità, valore, attenzione, ascolto alle vittime di questo triste episodio della nostra vita comune.
Ricordare in questo caso significa rendere onore prima di tutto alle vittime, significa riscoprire le cause e i motivi, significa affidare alla ricerca storica la definizione della verità storica, e questo è importante per riconciliarci nel presente e rendere davvero testimonianza di quanto accaduto. Si sono fatti passi in avanti notevoli per eliminare quell'assordante silenzio che circondava il ricordo delle foibe e dell'esodo delle popolazioni italiane, dell'Istria e della Dalmazia. Credo che sarà compito delle istituzioni, sempre più in raccordo con le scuole, continuare ad aumentare questa consapevolezza.
Una differenza voglio annotare fra totalitarismo e democrazia, parlando soprattutto ai giovani qui presenti. Uno dei vantaggi fondamentali forse della democrazia è che come avete visto i totalitarismi non hanno bisogno di rimuovere gli errori, ma vivono del fatto di alimentare degli errori e piegarli a proprio vantaggio rispetto a quelli che si sono inventati come nemici. La democrazia ha un vantaggio, se è forte, può essere in grado di correggere gli errori quando nascono. Molti consiglieri me lo hanno sentito dire ripetutamente, mi scuso con loro, ma è un concetto centrale per il nostro futuro.
La democrazia ha questa particolarità, che ci permette di essere liberi ed esercitare la nostra libertà nella responsabilità. Voglio cercare di spiegarmi meglio. Voi sapete che in questi giorni c'è una lettura ininterrotta della Bibbia a Bologna, in previsione del ricordo del centenario della nascita di Dossetti. Si è cominciato con la Genesi, voi ricorderete ad un certo punto della Genesi, dopo che Adamo ha commesso il peccato di mangiare la mela, il Signore gli chiede visto che si nascondeva 'dove sei'. Ora è impossibile che Dio non sapesse dove fosse Adamo, ma questo 'dove sei' io credo che sia un compito importante anche per i laici, ogni tanto chiedersi dove si è nel senso di interrogarsi su a che punto sono le nostre esistenze. A questa domanda dove sei gli esuli non hanno potuto rispondere liberamente, questo ha segnato la loro vita, ed oggi forse troviamo una possibilità di rispondere insieme liberamente a questa domanda che interroga le nostre esistenze personali e collettive.
Questo lo dico rivolto ai ragazzi qui presenti, chiedersi ogni tanto dove si è, significa magari chiedersi dove sta andando la nostra vita personale e collettiva, interrogarci se siamo stati costretti a qualche esodo dalle nostre responsabilità, o se abbiamo fatto tutto il possibile per essere cittadini pieni ed autentici di questo Paese. Vedete, oggi è facile dirlo, e questa giornata di consapevolezza storica forse ci aiuta a capire che non sono frasi fatte. Oggi c'è la prospettiva dell'Europa unita, oggi c'è una risposta nelle nostre mani a queste tragedie del passato. Oggi c'è la possibilità di non essere costretti a scegliere se essere istriani o italiani, c'è la possibilità di non fare ridurre la propria identità ad una costrizione, ma c'è la possibilità di definirci bolognesi, italiani ed europei senza rinunciare a nessuna di queste dimensioni, e vederla come un arricchimento, un progresso delle nostre vite personali e collettive. E davvero di fronte alla tragedia che abbiamo sentito riassumere, alle migliaia di morti, alle vittime delle persecuzioni, come diventa quasi incomprensibile il concetto di confine, tutto questo per appropriarsi di territori, massacri a cui ha dovuto assistere il nostro Pese e l'Europa 60 anni e più fa.
Oggi noi abbiamo la possibilità di vivere il concetto di confine solo come un limite da superare, come una possibilità di andare oltre, e questa è la scommessa dell'Europa, che io ritengo importante richiamare anche in questa Giornata del Ricordo delle foibe e dell'esodo. Perché vedete il nazionalismo ci chiede di appartenere, il concetto di patria ci chiedere di condividere. Abbiamo questa possibilità di risposta in avanti, continuando a studiare bene come è potuto accadere, affinché in nostro presente ci aiuti a tenere una prospettiva per un futuro migliore delle nostre comunità.
Penso che questo sia anche un dei modi migliori per rendere onore alle vittime dell'esodo e delle foibe, perché anche da qui ci sia la possibilità di comprendere che il concetto di esodo è un concetto che contrasta con l'idea stessa di democrazia, una speranza di convivenza che dobbiamo tenere aperta, in particolare i giovani qui presenti, che sono la nostra energia pulita a rinnovabile, se siamo in grado di consegnargli una memoria condivisa anche delle parti brutte e non ripetibili del nostro passato".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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