CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA SIMONA LEMBI (PD) SULLA LEGGE CONTRO L'OMOFOBIA E LA TRANSFOBIA


Di seguito, il testo dell'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Pd) sulla legge contro l'omofobia e la transfobia.

"Grazie Presidente, intervengo su una questione che sto seguendo da qualche tempo, la Legge contro l'omofob...

Pubblicato il: 

Descrizione

Di seguito, il testo dell'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Pd) sulla legge contro l'omofobia e la transfobia.

"Grazie Presidente, intervengo su una questione che sto seguendo da qualche tempo, la Legge contro l'omofobia e la transfobia solo perché, negli ultimi giorni, a differenza di un testo base approvato in Commissione Giustizia ad amplissima maggioranza sembra esserci più di un motivo per supporre che il voto, previsto in Parlamento per venerdì, potrà subire qualche differenza, rispetto a quanto accaduto in Commissione.
Presidente, so bene che non si tratta di una questione che ha a che fare direttamente coi lavori del Consiglio comunale di Bologna, ma avendo noi trattato più volte in Consiglio, trasversalmente voglio anche dire, questioni legate alla convenzione di Istanbul, che, voglio ricordarlo, ha finalmente indicato il 'genere', come costruzione socio culturale, sulla quale si esercita violenza, ed essendo noi il Consiglio comunale che rappresenta una città che da sempre si è espressa contro le discriminazioni per sesso, per colore della pelle, anche per orientamento sessuale, intendo richiamare l'attenzione del nostro Consiglio proprio su questo aspetto.
La Legge di cui sta dibattendo il Parlamento è una Legge a mio parere in ritardo di qualche decennio sulla sensibilità ormai maturata nell'opinione pubblica, che chiede di estendere alle previsioni inserite nella legge Mancino i reati commessi per omofobia e transfobia. Di fatto è una Legge che prende atto che nel nostro Paese esistono reati che avvengono per paura e avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità (per intenderci: gente che picchia, che mena, che prende a pugni chi ha un orientamento sessuale diverso da quello etero.
Le statistiche sono piene di questo fenomeno e, finalmente, anche i mezzi di comunicazione lo raccontano. Ricordo che il 17 maggio, giornata contro l'omofobia, è stata un'occasione preziosa per fare luce su quanto accade in Europa: l'agenzia europea dei diritti fondamentali afferma che le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender continuano ad essere vittime di discriminazioni e violenze. Quasi la metà delle persone intervistate in quello che viene definito il più ampio, puntuale e aggiornato sondaggio europeo promosso dalle associazioni lgbt, sostiene di essersi sentita discriminata o molestata a causa del proprio orientamento sessuale nell'ultimo anno, mentre una persona su quattro è stata aggredita o minacciata violentemente negli ultimi 5 anni.
Ho ripreso fonti ufficiali: i dati dell'agenzia per i diritti fondamentali dell'unione.
La prima domanda che sorge spontanea è questa: il nostro paese è attrezzato, dal punto di vista normativo, a riconoscere il reato di omofobia affinché, dal punto di vista dell'equiparazione dei diritti, non ci sia discriminazione in base all'orientamento sessuale?
Ecco, vede Presidente, Bologna è una città molto sensibile alla questione dei diritti e all'applicazione di fatto dell'articolo 3 della nostra Costituzione. Ricordiamo tutti che nella nostra città il Comune, un'ente locale per primo in Italia, ha dato, ad un'associazione che si richiamava alla rappresentanza degli omosessuali, un luogo pubblico in cui poter svolgere attività; voglio ricordare che, sempre a Bologna, tutti i 27 gennaio ci rechiamo ai Giardini di Ingegneria, presso quel triangolo di cemento, per ricordare quelle persone che sono state deportate in campi nazisti, in ragione del loro orientamento sessuale. C'è qui una sensibilità diffusa che si trasforma in pratiche politiche e amministrative.
La nostra storia è andata avanti, al pari di quella di molte amministrazioni locali che hanno fatto la loro parte per promuovere scelte contro le discriminazioni, anche in totale assenza di un adeguato quadro normativo.
Adesso non tocca più a noi. Tocca al Parlamento dire da che parte sta, dire se una Proposta di Legge presentata alla Camera con 220 firme e al Senato con 110 (quindi da un terzo dei parlamentari), un Progetto di Legge che non comporta alcuna spesa, può essere affrontato e votato.
Questa Legge, a mio parere, è molto distante dalle accuse che le sono state rivolte negli ultimi giorni, di essere contro la libertà di pensiero. E non potrebbe essere diversamente da parte di chi ha sempre rivendicato libertà di pensiero e riconoscimento di diritti.
Ecco Presidente, in fondo volevo dire che seguendo un atto Parlamentare, noi ci stiamo occupando anche della nostra città.

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

Back to top