CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA ROSSELLA LAMA (PD)


Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Rossella Lama (Pd), sulla Fondazione Cineteca.

"Cari Colleghi,
in questa discussione sul bilancio il Consiglio registra un aumento del budget destinato alla cultura e parte di questo è...

Descrizione

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Rossella Lama (Pd), sulla Fondazione Cineteca.

"Cari Colleghi,
in questa discussione sul bilancio il Consiglio registra un aumento del budget destinato alla cultura e parte di questo è dedicato all’attività internazionale di Fondazione Cineteca. La trasformazione di Cineteca da Istituzione a Fondazione autonoma fu approvata in Consiglio nel dicembre del 2011. Un socio unico – e tale è rimasto per quel che ne sappiamo: il Comune di Bologna. Anche in questo nostro bilancio 2013 non si notano particolari risparmi derivanti da quella trasformazione, quindi sicuramente l’autonomia (di cui dirò in seguito) della Fondazione è stata messa in atto, ma continua a fondarsi sostanzialmente sul contributo del Comune di Bologna.
L’autonomia porta con sé –come qualcuno aveva segnalato pubblicamente – alcuni problemi da affrontare: nulla si sa dell’aumento dei costi (manutenzione ed imposte) legati agli immobili trasferiti dal Comune alla Fondazione, ma certamente sappiamo che la Regione Emilia Romagna DEVE ridurre il suo contributo perché prende atto che la Fondazione è ora un soggetto di diritto privato. Quindi toccherà al Comune appunto socio unico farsi carico della riduzione delle entrate e dell’aumento dei costi amministrativi.

Il ruolo di Cineteca come volano di sviluppo di relazioni con le attività produttive e professionali del settore nel nostro territorio – organizzatisi in associazioni da tempi non sospetti –resta una opera incompiuta ed un ruolo mai assunto dal 2012. Eppure era un impegno esplicito – un cambio di ruolo e di passo - concordato nella delibera e nella convenzione, oltre che essere cosa buona, giusta e necessaria in termini di trasparenza per una Fondazione che sostanzialmente vive delle risorse pubbliche di questo territorio.
Bene, in tutto il 2012 nulla si è fatto su questo versante, solo nel maggio 2013 arriva la prima convocazione del tavolo senza che in quella riunione si dia concretezza alcuna alle proposte. Ora la seconda convocazione è prevista per venerdì 7 giugno. Credo che per questa data le proposte fatte dalle realtà produttive e professionali di Bologna debbano essere oggetto di discussione e di accordi trasparenti. Dal dicembre 2011, un anno e mezzo di attesa solo per discuterne è un record.
Non positivo.

Parliamo di un tavolo che discuta di: affitti agevolati per le sale e gli spazi adiacenti, convenzioni onerose ma a prezzi agevolati per i materiali di archivio filmico e fotografico, convenzioni per l’acquisto di servizi tecnici, collaborazioni fattive sulla progettazione e programmazione dei festival (es il festival visioni italiane), cessione gratuita di spazi per riunioni ed incontri di settore. Questi sono solo alcuni esempi concreti di elementari richieste che attendono da troppo tempo.
In questo intervento non affronto i delicati temi della produzione e della film commission. Ci saranno altre occasioni.

Una Fondazione costituita da un solo soggetto pubblico che dichiara di voler promuovere Bologna a livello internazionale deve rappresentare al meglio non solo se stessa ma anche il settore multimediale (film, documentari e fotografia) presente sul nostro – quindi anche nel suo - territorio. Trovo miope che questa Fondazione non sviluppi il potenziale culturale, sociale e produttivo derivante da una relazione strutturata e continua con le realtà produttive e professionali. Oltre alla miopia, con i bilanci così difficili per gli enti pubblici, è diabolico perseverare nella richiesta di ulteriori risorse pubbliche senza cambiare rispetto al passato il proprio ruolo, come se – dal dicembre 2011 - nulla fosse variato, salvo la propria autonomia - male interpretata perché chiusa e slegata dalle realtà e potenzialità produttive, occupazionali e di auto impiego del settore culturale di quel territorio che continua – nonostante tutto - a garantirle l’esistenza.

Caro sindaco, caro assessore alla Cultura, cari colleghi dobbiamo essere molto ricchi se possiamo permetterci questa assenza di innovazione.
Penso sia tempo di riflettere".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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