CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA LEMBI (PD) SULLE PARI OPPORTUNITÀ
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Pd) su pari opportunità e violenza contro le donne.
"Grazie Presidente.
Sono successe alcune cose, a Bologna, la settimana scorsa, a mio parere, di particolare rilevanza...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Pd) su pari opportunità e violenza contro le donne.
"Grazie Presidente.
Sono successe alcune cose, a Bologna, la settimana scorsa, a mio parere, di particolare rilevanza per le questioni che il Consiglio da tempo segue e che vorrei riprendere oggi in apertura.
La prima è accaduta venerdì pomeriggio, in Sala Anziania Palazzo d'Accursio l'onlus Intervita ha presentato una ricerca molto interessante intitolata 'Quanto costa il silenzio'. Si tratta di un'indagine nazionale sui costi economici e sociali della violenza contro le donne che ha già fatto tappa in alcune città d'Italia, è arrivata a Bologna e interesserà molte altre città italiane nelle prossime settimane.
La ricerca è ovviamente molto complessa e mi è impossibile riportarla qui nei 5 minuti che ho a disposizione. Riporto solo un dato, il piu eclatante di tutti: Intervita ha calcolato che in Italia gli effetti della violenza domestica raggiungono la cifra di 16.719.540.330 euro, mentre le azioni pubbliche di contrasto e prevenzione alla violenza ammontano ad appena 6.323.028 euro.
Due cose ci appaiono in tutta la loro evidenza: la prima è la disparità enorme tra i costi economici di un fenomeno e le risorse messe a disposizione dal pubblico, stato, regioni, enti locali, per contrastarlo. Quindi, verrebbe da dire, la traduzione bolognese di questi dati è che non un euro sia tolto dalla convenzione con Casa delle donne, non un euro deve essere tolto dai fondi stanziati per il pronto soccorso unificato. E, forse, sarebbe opportuno verificare anche come e se gli altri centri di spesa del Comune si fanno carico di questo fenomeno.
La seconda è invece una constatazione particolarmente amara ed è quella che ci dice, nuovamente, che l'insensibilità del potere, non conosce altro linguaggio che quello della monetarizzazione di tutto. Anche dei reati. Vengono in mente le parole di un noto studioso inglese che ci ricorda come uno dei mali del nostro tempo sia il fatto di sapere quanto costano le cose, anche le leggi, ma di non riconoscerne più il valore. E allora, viene da dire, non bisogna mai abbassare la guardia sulla questione di fondo, che come ci dicono gli studiosi e le studiose: che la violenza è l'effetto della disparità di potere tra uomini e donne. Allora occorre aggredire e ridurre quella disparità. E la disparità, mi spiace dirlo e ricordarlo in questa sede, raggiunge, senza fatica, ogni settore.
Per questa ragione ho apprezzato e sostengo la scelta di Laura Gagliardi, docente all'università del Minnesota, ma si è laureata a Bologna, e di sue due colleghe Emily Carter dell'Università di Princeton e Anna Krylov della Southern California.
Queste docenti hanno promosso una petizione che, e torniamo al titolo della ricerca di prima, non vuole far passare sotto silenzio che nel panel dei relatori del XV congresso internazionale di chimica quantistica, sono tutti uomini. le solite triste e ritrite questioni di parità, direbbe qualcuno? Proprio non ci sono donne, in tutto il mondo, neanche una, capace con le sue competenze di stare in quel panel? Oppure, si tratta, ancora una volta, del mancato riconoscimento della presenza delle donne nel sapere accademico e in quello scientifico? Allora torniamo alla questione di prima e cioè la disparità di potere. Come ci illustrano queste due notizie rimbalzate sulla cronaca in questi giorni. Mi permetto di aggiungere che è un segnale di buon auspicio il risultato di tantissime donne che nei giorni scorsi sono riuscite ad affermarsi nelle primarie del Centrosinistra dei Comuni del territorio bolognese. Forse, speriamo, un modo per affrontare la disparità di potere di cui dicevo".
"Grazie Presidente.
Sono successe alcune cose, a Bologna, la settimana scorsa, a mio parere, di particolare rilevanza per le questioni che il Consiglio da tempo segue e che vorrei riprendere oggi in apertura.
La prima è accaduta venerdì pomeriggio, in Sala Anziania Palazzo d'Accursio l'onlus Intervita ha presentato una ricerca molto interessante intitolata 'Quanto costa il silenzio'. Si tratta di un'indagine nazionale sui costi economici e sociali della violenza contro le donne che ha già fatto tappa in alcune città d'Italia, è arrivata a Bologna e interesserà molte altre città italiane nelle prossime settimane.
La ricerca è ovviamente molto complessa e mi è impossibile riportarla qui nei 5 minuti che ho a disposizione. Riporto solo un dato, il piu eclatante di tutti: Intervita ha calcolato che in Italia gli effetti della violenza domestica raggiungono la cifra di 16.719.540.330 euro, mentre le azioni pubbliche di contrasto e prevenzione alla violenza ammontano ad appena 6.323.028 euro.
Due cose ci appaiono in tutta la loro evidenza: la prima è la disparità enorme tra i costi economici di un fenomeno e le risorse messe a disposizione dal pubblico, stato, regioni, enti locali, per contrastarlo. Quindi, verrebbe da dire, la traduzione bolognese di questi dati è che non un euro sia tolto dalla convenzione con Casa delle donne, non un euro deve essere tolto dai fondi stanziati per il pronto soccorso unificato. E, forse, sarebbe opportuno verificare anche come e se gli altri centri di spesa del Comune si fanno carico di questo fenomeno.
La seconda è invece una constatazione particolarmente amara ed è quella che ci dice, nuovamente, che l'insensibilità del potere, non conosce altro linguaggio che quello della monetarizzazione di tutto. Anche dei reati. Vengono in mente le parole di un noto studioso inglese che ci ricorda come uno dei mali del nostro tempo sia il fatto di sapere quanto costano le cose, anche le leggi, ma di non riconoscerne più il valore. E allora, viene da dire, non bisogna mai abbassare la guardia sulla questione di fondo, che come ci dicono gli studiosi e le studiose: che la violenza è l'effetto della disparità di potere tra uomini e donne. Allora occorre aggredire e ridurre quella disparità. E la disparità, mi spiace dirlo e ricordarlo in questa sede, raggiunge, senza fatica, ogni settore.
Per questa ragione ho apprezzato e sostengo la scelta di Laura Gagliardi, docente all'università del Minnesota, ma si è laureata a Bologna, e di sue due colleghe Emily Carter dell'Università di Princeton e Anna Krylov della Southern California.
Queste docenti hanno promosso una petizione che, e torniamo al titolo della ricerca di prima, non vuole far passare sotto silenzio che nel panel dei relatori del XV congresso internazionale di chimica quantistica, sono tutti uomini. le solite triste e ritrite questioni di parità, direbbe qualcuno? Proprio non ci sono donne, in tutto il mondo, neanche una, capace con le sue competenze di stare in quel panel? Oppure, si tratta, ancora una volta, del mancato riconoscimento della presenza delle donne nel sapere accademico e in quello scientifico? Allora torniamo alla questione di prima e cioè la disparità di potere. Come ci illustrano queste due notizie rimbalzate sulla cronaca in questi giorni. Mi permetto di aggiungere che è un segnale di buon auspicio il risultato di tantissime donne che nei giorni scorsi sono riuscite ad affermarsi nelle primarie del Centrosinistra dei Comuni del territorio bolognese. Forse, speriamo, un modo per affrontare la disparità di potere di cui dicevo".
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Piazza Maggiore, 6