CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del Sindaco Virginio Merola:
"Grazie Presidente,
ho voluto intervenire con questa dichiarazione alla fine di tutti gli altri interventi per tenere conto dell'opinione dei consiglieri e per potere così...
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Descrizione
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del Sindaco Virginio Merola:
"Grazie Presidente,
ho voluto intervenire con questa dichiarazione alla fine di tutti gli altri interventi per tenere conto dell'opinione dei consiglieri e per potere così dire più compiutamente la posizione della nostra Amministrazione, che trova conforto in molti degli interventi che ho sentito e quindi credo anch'io che sia necessario approvare un'unanime condanna da parte del Consiglio delle persone che hanno in modo vile e premeditato aggredito il giornalista del resto del Carlino, Enrico Barbetti, al quale ho già espresso solidarietà e vicinanza personalmente.
La libertà di stampa e d'opinione è sacra e inviolabile, così come abbiamo condannato i gesti contro il Rettore, il professor Panebianco, e oggi rinnoviamo la solidarietà alla consigliera Borgonzoni, Cocconcelli, e al mio assessore Amelia Frascaroli. Altrettanto necessaria è la condanna per l'aggressione subita dall'europarlamentare Salvini.
Detto questo io credo che sia necessario da parte mia proporre al Consiglio nella sua interezza alcune ulteriori considerazioni. Penso non sia più tempo di distinguere, nel nostro dibattito, fra chi si occupa di politica e chi pratica o praticherebbe l'antipolitica. Credo che sia invece necessario prendere posizione e decidere se siamo per una politica buona o per quella cattiva.
E' cattiva politica, a mio avviso, quella che non distingue tra etica della convinzione dei propri principi ed etica della responsabilità, la valutazione del contesto nel quale si affermano le proprie convinzioni e delle conseguenze possibili di questa affermazione. Commettere atti, o non tenere conto delle conseguenze dei propri atti, che possono produrre azioni contro la legge è cattiva politica.
L'onorevole Salvini poteva avvisare le Forze di Polizia sulla sua posizione, ma non l'ha fatto. Era anche tenuto a farlo, a mio avviso, perché è sotto tutela e quindi ha una protezione di polizia che anch'io ho dovuto sperimentare sulla mia pelle, anche se per fatti molto meno gravi e solo per tre mesi. L'onorevole Salvini è pienamente legittimato ad avere le opinioni che ritiene di avere, come è giusto che sia, però a proposito del distinguere tra etica della convinzione ed etica della responsabilità, non può additare un popolo, un'etnia o parti della popolazione come il nemico, il capro espiatorio dei problemi di tutti gli altri cittadini. Questo lo dico avendo premesso che il tema essenziale di oggi è condannare gli atti di violenza, che in ogni caso nessuna considerazione giustifica. Lo dico rivolto a noi e all'assunzione di responsabilità che insieme dobbiamo prendere.
Faccio presente che è necessaria l'arte della distinzione, sopratutto per noi che siamo chiamati a rappresentare la città anche in momenti difficili: quel campo è di Sinti italiani, da anni italiani, non sono Rom. Le parole hanno delle conseguenze e la politica, se vuole essere una buona politica, deve tenerne conto. E aspettavano l'onorevole Salvini con l'intenzione di offrirgli un aperitivo e poter entrare finalmente nel merito, cosa che avrebbe segnato una vicenda diversa, se non ci fosse stata appunto la solita incapacità di buona politica a cui accennava il consigliere Bugani, di questi piccoli gruppi minoritari, non uso la parola minoranza alla quale attribuisco tutta un'altra dignità, di questi squadristi di risulta, che ci ritroviamo e che appunto praticano una politica cattiva, perché hanno una responsabilità politica. Ma non sapere distinguere non serve a nulla, sarebbe come dire che su uno è nero, basta che sia nero, mentre sapete che i neri arrivano da tutte le parti e hanno storie e culture differenti e che magari non si identificano neanche in questa etichettatura.
La cosa più importante per me è invitarvi oggi a questa riflessione, perché è cattiva politica quella che ricorre all'uso della violenza, come hanno fatto queste persone che si richiamano all'estremismo autonomo o anarchico. A me va bene la definizione squadrista, o teppista, ma qui si parla di persone che usano la violenza politica come metodo di lotta politica, quindi c'è anche un giudizio politico di dura condanna rispetto ad essere completamente in contrasto con l'ordinamento della nostra Repubblica e della nostra Costituzione.
E questo è più importante delle distinzioni destra e sinistra, perché c'è una base civica sulla quale costruire la buona politica: provocare scontri e aggredire non è politica di sinistra e non è politica democratica, e a me interessa di più questa seconda definizione.
Io invito tutti noi a riflettere. Il Paese sta cambiando in una fase difficile e non prendetela come una digressione troppo alta, perché anche qui stanno cambiando le cose, nel nostro modo di rappresentare la nostra città. Io credo che con l'ingresso del Movimento Cinque Stelle in Parlamento e nei Consigli, con il nuovo Pd che si sta affermando, che lo si condivida o meno, con la guida di Renzi, con la disarticolazione e ricomposizione in atto del centrodestra che è presente anche in questo Consiglio, c'è una nuova discriminante che può e deve unirci e che oggi, mi pare, abbiamo individuato: la contesa è tra chi interpreta al meglio la buona politica tra di noi. E questo deve avere una base comune: il rifiuto della violenza come metodo di lotta politica, perché oggi siamo di fronte a un fenomeno politico, e contro chi pratica la violenza.
Ho sentito citare a sproposito l'antifascismo e anche su questo ho detto esplicitamente le mie idee in occasione dell'Anniversario della Battaglia di Porta Lame, che ieri ho avuto l'onore di celebrare. L'antifascismo si esercita applicando la Costituzione, non ergendosi a giudici che decidono per altri o per sé chi può parlare e chi no. I partigiani sono morti anche per la libertà di stampa e di opinione e in più ci hanno lasciato una cosa molto preziosa, indipendentemente da come si giudica la Resistenza o meno, che ci può unire: ci hanno lasciato settanta anni di pace, ci hanno lasciato la possibilità di usare il conflitto democratico in modo non violento. E noi dobbiamo stare su questo, perché su questo noi possiamo essere uniti: nella piena condivisione del metodo democratico e su questo fare la linea di demarcazione tra buona e cattiva politica. E il fatto che l'esercizio della forza, in democrazia, lo ripeto, è prerogativa delle Forze dell'Ordine, che anche in questo caso, secondo me, hanno fatto al meglio di quanto potevano il loro lavoro, visto come sono stati descritti i fatti e come sono avvenuti. Quindi, credo che anche su questo sia necessario che il Consiglio si esprima: solidarietà alle Forze dell'Ordine, ma anche, per come si sono svolti i fatti, apprezzamento per il loro lavoro, così come ha anche comunicato la relazione del Questore, che ci dà degli elementi secondo me per essere tranquilli in questa affermazione.
Per quanto mi riguarda, una sola affermazione di parte, chiara: la sinistra è non violenza, altrimenti non è sinistra. E per quanto riguarda questo Consiglio, atti conseguenti. Noi dobbiamo fare la nostra parte a sostegno delle Forze dell'Ordine e della Magistratura. Dei responsabili cominciano ad essere individuati, occorre che siano condannati, in particolare quelli che hanno aggredito Barbetti devono essere consegnati al più presto alla Giustizia, così come quelli che hanno aggredito Salvini.
Nello stesso tempo abbiamo bisogno di isolare questa gente, ma non rispetto alla città, perché rispetto alla città sono già isolati. Assistiamo da tempo ad un fenomeno di pochi gruppi che non hanno nessun coinvolgimento nella nostra opinione pubblica e che continuano ad esercitare azioni di violenza. Su questo occorre essere molto fermi nelle nostre azioni. Per quanto ci riguarda, oltre ai Comitati per l'ordine pubblico che ogni volta si riuniscono su queste questioni e stanno anche prendendo decisioni continue sulle necessità ad esempio di sgomberi nella nostra città, noi dobbiamo andare avanti nell'istruttoria per comprendere quali centri sociali nella nostra città, con prove, ospitino queste attività e quindi avviare una sospensione o una rivisitazione delle convenzioni in atto, perché attenzione, io capisco e condivido quello che dice Bernardini, però attenzione noi dobbiamo farlo applicando le regole democratiche, nel senso che ci sono fior di avvocati anche per chi fa violenza politica, pronti ad utilizzare ogni nostra mancanza dal punto di vista della certezza del diritto. Ma dobbiamo procedere sulla sospensione e la verifica delle convenzioni in atto, perché deve essere chiaro che si hanno convenzioni con il Comune di Bologna se si rispettano i principi della Repubblica democratica e non si pratica la violenza come metodo di lotta politica.
Quindi, domani in Giunta ci sarà un Atto di indirizzo su questo e andremo avanti con determinazione su questa strada.
Vorrei anche dire, perché mi piace essere una persona obiettiva: attenzione a usare il termine emergenza. Noi abbiamo pochi gruppi, i soliti noti, conosciuti, che in base alle leggi vengono denunciati, molto spesso a piede libero. La responsabilità penale è individuale nel nostro ordinamento. Nei giorni scorsi, ahimè, la Procura non ha valutato come fatto concreto elementi di un'interessante indagine della Polizia municipale, che proponeva l'associazione a delinquere per chi imbratta i muri. Vuole dire che dobbiamo fare meglio il nostro lavoro.
Per quanto riguarda la presenza delle Forze dell'Ordine in città, voi come sapete con il ministro Alfano non è che abbia avuto ultimamente ottimi rapporti, ma francamente, sulla base della relazione che il questore ha presentato e che oggi è su tutti i giornali, credo che su questo episodio ci sia modo per tutti di farsi un'opinione, e quindi non intravedo responsabilità del ministro Alfano.Sulle questioni invece della presenza delle Forze dell'Ordine, dobbiamo segnalare questa presenza di gruppi minoritari sui quali occorre continuare un'azione di tipo repressivo e sopratutto preventivo.
Quello che noi possiamo fare come prevenzione l'abbiamo già detto: rivedere le nostre convenzioni, laddove ci siano elementi che confermano che queste sedi vengono utilizzate per manifestazioni violente, e quindi agire di conseguenza; nello stesso tempo supportare le Forze dell'Ordine.
A me sta bene tutto, ma a proposito di distinzione, un conto è quello che mi chiedono i consiglieri Bugani e Bernardini, anche se con comprensibile accaloramento, e che io sono per fare in sostanza, un conto è rivolgersi a me illudendo i cittadini che l'ordine pubblico sia governato dal Sindaco in questa città. Francamente, usciamo da queste contrapposizioni inutili. Noi dobbiamo contribuire come Consiglio comunale e come Giunta a ripristinare l'ordine pubblico nella nostra città, a partire da considerazioni che abbiamo fatto anche in passato: che c'è prima di tutto di ordine umano. La Polizia municipale finalmente dal primo dicembre parte con la nuova organizzazione. Farà applicare il Regolamento di polizia urbana, sosterrà e integrerà le altre Forze dell'Ordine, le quali hanno l'ordine preciso di contrastare la violenza. L'importante è che gli permettiamo di farlo senza dividerci più di tanto noi quando non è il caso e quando ci sono delle questioni politiche come le campagne elettorali in un preciso momento.
Non credo che sia questo il tema. Il tema è, come è stato detto da più parti, condannare tutto quanto è successo, agire di conseguenza per la parte amministrativa, chiedere una presenza delle Forze dell'Ordine in città e c'è, ve lo assicuro, costante. Valutare insieme al Ministro se è necessario un rinforzo delle Forze dell'Ordine in città, però, permettetemi di dirvi una cosa, anche difendendo il buon nome di Bologna, perché noi non siamo in una città in preda alla violenza e dove c'è una violenza generalizzata dappertutto. Noi siamo in una città dove ci sono piccoli gruppi minoritari che vanno isolati, sono già isolati dall'opinione pubblica, ma che vanno presi dalla Polizia e condannati dalla Magistratura, e per quanto riguarda la nostra parte, anche rompere eventuali convenzioni che con loro abbiamo, se appuriamo appunto che si fa un utilizzo improprio delle convenzioni: questo dobbiamo fare.
La situazione di ordine pubblico del Paese è tale - ed è l'unico punto di dissenso che vedete che ho - che agitare una "emergenza Bologna" in questo quadro nazionale, davvero, corre il rischio di non farci sapere distinguere cosa sta avvenendo nel nostro Paese e in tante altre parti della città. Quello che sta avvenendo è che la maggioranza dell'opinione pubblica bolognese, la stragrande maggioranza non tollera questi episodi, non li condivide non li giustifica e chiede che siano isolati in modo compiuto e quindi che i responsabili siano consegnati alla Giustizia e che paghino per i loro atti. Ma la stragrande maggioranza della popolazione bolognese non ha bisogno di qualcuno da fuori che gli venga a spiegare che dobbiamo fare questo, e non ha bisogno di essere additata come una città in preda alla delinquenza, al crimine o a cose di questo tipo. Non abbiamo bisogno di essere liberati onorevole Salvini, abbiamo bisogno che si possa davvero comprendere che questa città, nella stragrande maggioranza, esprime una capacità di rispetto delle regole, del senso civico, esprime solidarietà alle Forze dell'Ordine ed esprime anche attenzione al fatto che, quando si parla di popolazioni minoritarie, nel senso di minoranza, nel senso nobile del termine, siamo abituati a distinguere la persona dal gruppo, da tempo in questa città, e quindi sappiamo bene distinguere tra come è necessario accogliere, integrare ed esprimere solidarietà, così come è necessario far rispettare le regole a chi intende marciare su questo nostro atteggiamento.
Io direi "tutto qui". Oggi è necessario dirci questo, avere questa necessaria fermezza, condividere più possibile gli ordini del giorno. Ho voluto rispondere a chi mi sollecitava sulle convenzioni, nel senso che ribadisco che condivido l'obiettivo. Oggi vorremmo però sopratutto parlare della questione che abbiamo detto. Io non so come sia possibile che ci siano ancora persone che pensano di potersi definire progressiste o di sinistra picchiando gli altri. Evidentemente c'è un problema culturale di fondo, ma c'è anche un problema di atteggiamento, di non sottovalutare da parte nostra questi avvenimenti, non cercare di giustificarli, perché pretesti ce ne saranno sempre, ma bisogna sapere dire le cose come stanno. Siete degli squadristi, siete dei teppisti, avete scelto la violenza politica come metodo di lotta politica. Questo non è accettabile per il Comune di Bologna, non è accettabile per i cittadini bolognesi. Su questo andiamo avanti con fermezza rispetto alle cose che abbiamo già approvato in Consiglio comunale. C'è un'alleanza civica da fare con la nostra città e quindi è importante sapere distinguere tra i propri principi e la nostra responsabilità, ed è importante che noi riaffermiamo ogni volta con convinzione e con responsabilità una base comune un tra di noi. Nessuna violenza è giustificabile, nessuna scelta politica basata sulla violenza può trovare posto nella nostra città".
"Grazie Presidente,
ho voluto intervenire con questa dichiarazione alla fine di tutti gli altri interventi per tenere conto dell'opinione dei consiglieri e per potere così dire più compiutamente la posizione della nostra Amministrazione, che trova conforto in molti degli interventi che ho sentito e quindi credo anch'io che sia necessario approvare un'unanime condanna da parte del Consiglio delle persone che hanno in modo vile e premeditato aggredito il giornalista del resto del Carlino, Enrico Barbetti, al quale ho già espresso solidarietà e vicinanza personalmente.
La libertà di stampa e d'opinione è sacra e inviolabile, così come abbiamo condannato i gesti contro il Rettore, il professor Panebianco, e oggi rinnoviamo la solidarietà alla consigliera Borgonzoni, Cocconcelli, e al mio assessore Amelia Frascaroli. Altrettanto necessaria è la condanna per l'aggressione subita dall'europarlamentare Salvini.
Detto questo io credo che sia necessario da parte mia proporre al Consiglio nella sua interezza alcune ulteriori considerazioni. Penso non sia più tempo di distinguere, nel nostro dibattito, fra chi si occupa di politica e chi pratica o praticherebbe l'antipolitica. Credo che sia invece necessario prendere posizione e decidere se siamo per una politica buona o per quella cattiva.
E' cattiva politica, a mio avviso, quella che non distingue tra etica della convinzione dei propri principi ed etica della responsabilità, la valutazione del contesto nel quale si affermano le proprie convinzioni e delle conseguenze possibili di questa affermazione. Commettere atti, o non tenere conto delle conseguenze dei propri atti, che possono produrre azioni contro la legge è cattiva politica.
L'onorevole Salvini poteva avvisare le Forze di Polizia sulla sua posizione, ma non l'ha fatto. Era anche tenuto a farlo, a mio avviso, perché è sotto tutela e quindi ha una protezione di polizia che anch'io ho dovuto sperimentare sulla mia pelle, anche se per fatti molto meno gravi e solo per tre mesi. L'onorevole Salvini è pienamente legittimato ad avere le opinioni che ritiene di avere, come è giusto che sia, però a proposito del distinguere tra etica della convinzione ed etica della responsabilità, non può additare un popolo, un'etnia o parti della popolazione come il nemico, il capro espiatorio dei problemi di tutti gli altri cittadini. Questo lo dico avendo premesso che il tema essenziale di oggi è condannare gli atti di violenza, che in ogni caso nessuna considerazione giustifica. Lo dico rivolto a noi e all'assunzione di responsabilità che insieme dobbiamo prendere.
Faccio presente che è necessaria l'arte della distinzione, sopratutto per noi che siamo chiamati a rappresentare la città anche in momenti difficili: quel campo è di Sinti italiani, da anni italiani, non sono Rom. Le parole hanno delle conseguenze e la politica, se vuole essere una buona politica, deve tenerne conto. E aspettavano l'onorevole Salvini con l'intenzione di offrirgli un aperitivo e poter entrare finalmente nel merito, cosa che avrebbe segnato una vicenda diversa, se non ci fosse stata appunto la solita incapacità di buona politica a cui accennava il consigliere Bugani, di questi piccoli gruppi minoritari, non uso la parola minoranza alla quale attribuisco tutta un'altra dignità, di questi squadristi di risulta, che ci ritroviamo e che appunto praticano una politica cattiva, perché hanno una responsabilità politica. Ma non sapere distinguere non serve a nulla, sarebbe come dire che su uno è nero, basta che sia nero, mentre sapete che i neri arrivano da tutte le parti e hanno storie e culture differenti e che magari non si identificano neanche in questa etichettatura.
La cosa più importante per me è invitarvi oggi a questa riflessione, perché è cattiva politica quella che ricorre all'uso della violenza, come hanno fatto queste persone che si richiamano all'estremismo autonomo o anarchico. A me va bene la definizione squadrista, o teppista, ma qui si parla di persone che usano la violenza politica come metodo di lotta politica, quindi c'è anche un giudizio politico di dura condanna rispetto ad essere completamente in contrasto con l'ordinamento della nostra Repubblica e della nostra Costituzione.
E questo è più importante delle distinzioni destra e sinistra, perché c'è una base civica sulla quale costruire la buona politica: provocare scontri e aggredire non è politica di sinistra e non è politica democratica, e a me interessa di più questa seconda definizione.
Io invito tutti noi a riflettere. Il Paese sta cambiando in una fase difficile e non prendetela come una digressione troppo alta, perché anche qui stanno cambiando le cose, nel nostro modo di rappresentare la nostra città. Io credo che con l'ingresso del Movimento Cinque Stelle in Parlamento e nei Consigli, con il nuovo Pd che si sta affermando, che lo si condivida o meno, con la guida di Renzi, con la disarticolazione e ricomposizione in atto del centrodestra che è presente anche in questo Consiglio, c'è una nuova discriminante che può e deve unirci e che oggi, mi pare, abbiamo individuato: la contesa è tra chi interpreta al meglio la buona politica tra di noi. E questo deve avere una base comune: il rifiuto della violenza come metodo di lotta politica, perché oggi siamo di fronte a un fenomeno politico, e contro chi pratica la violenza.
Ho sentito citare a sproposito l'antifascismo e anche su questo ho detto esplicitamente le mie idee in occasione dell'Anniversario della Battaglia di Porta Lame, che ieri ho avuto l'onore di celebrare. L'antifascismo si esercita applicando la Costituzione, non ergendosi a giudici che decidono per altri o per sé chi può parlare e chi no. I partigiani sono morti anche per la libertà di stampa e di opinione e in più ci hanno lasciato una cosa molto preziosa, indipendentemente da come si giudica la Resistenza o meno, che ci può unire: ci hanno lasciato settanta anni di pace, ci hanno lasciato la possibilità di usare il conflitto democratico in modo non violento. E noi dobbiamo stare su questo, perché su questo noi possiamo essere uniti: nella piena condivisione del metodo democratico e su questo fare la linea di demarcazione tra buona e cattiva politica. E il fatto che l'esercizio della forza, in democrazia, lo ripeto, è prerogativa delle Forze dell'Ordine, che anche in questo caso, secondo me, hanno fatto al meglio di quanto potevano il loro lavoro, visto come sono stati descritti i fatti e come sono avvenuti. Quindi, credo che anche su questo sia necessario che il Consiglio si esprima: solidarietà alle Forze dell'Ordine, ma anche, per come si sono svolti i fatti, apprezzamento per il loro lavoro, così come ha anche comunicato la relazione del Questore, che ci dà degli elementi secondo me per essere tranquilli in questa affermazione.
Per quanto mi riguarda, una sola affermazione di parte, chiara: la sinistra è non violenza, altrimenti non è sinistra. E per quanto riguarda questo Consiglio, atti conseguenti. Noi dobbiamo fare la nostra parte a sostegno delle Forze dell'Ordine e della Magistratura. Dei responsabili cominciano ad essere individuati, occorre che siano condannati, in particolare quelli che hanno aggredito Barbetti devono essere consegnati al più presto alla Giustizia, così come quelli che hanno aggredito Salvini.
Nello stesso tempo abbiamo bisogno di isolare questa gente, ma non rispetto alla città, perché rispetto alla città sono già isolati. Assistiamo da tempo ad un fenomeno di pochi gruppi che non hanno nessun coinvolgimento nella nostra opinione pubblica e che continuano ad esercitare azioni di violenza. Su questo occorre essere molto fermi nelle nostre azioni. Per quanto ci riguarda, oltre ai Comitati per l'ordine pubblico che ogni volta si riuniscono su queste questioni e stanno anche prendendo decisioni continue sulle necessità ad esempio di sgomberi nella nostra città, noi dobbiamo andare avanti nell'istruttoria per comprendere quali centri sociali nella nostra città, con prove, ospitino queste attività e quindi avviare una sospensione o una rivisitazione delle convenzioni in atto, perché attenzione, io capisco e condivido quello che dice Bernardini, però attenzione noi dobbiamo farlo applicando le regole democratiche, nel senso che ci sono fior di avvocati anche per chi fa violenza politica, pronti ad utilizzare ogni nostra mancanza dal punto di vista della certezza del diritto. Ma dobbiamo procedere sulla sospensione e la verifica delle convenzioni in atto, perché deve essere chiaro che si hanno convenzioni con il Comune di Bologna se si rispettano i principi della Repubblica democratica e non si pratica la violenza come metodo di lotta politica.
Quindi, domani in Giunta ci sarà un Atto di indirizzo su questo e andremo avanti con determinazione su questa strada.
Vorrei anche dire, perché mi piace essere una persona obiettiva: attenzione a usare il termine emergenza. Noi abbiamo pochi gruppi, i soliti noti, conosciuti, che in base alle leggi vengono denunciati, molto spesso a piede libero. La responsabilità penale è individuale nel nostro ordinamento. Nei giorni scorsi, ahimè, la Procura non ha valutato come fatto concreto elementi di un'interessante indagine della Polizia municipale, che proponeva l'associazione a delinquere per chi imbratta i muri. Vuole dire che dobbiamo fare meglio il nostro lavoro.
Per quanto riguarda la presenza delle Forze dell'Ordine in città, voi come sapete con il ministro Alfano non è che abbia avuto ultimamente ottimi rapporti, ma francamente, sulla base della relazione che il questore ha presentato e che oggi è su tutti i giornali, credo che su questo episodio ci sia modo per tutti di farsi un'opinione, e quindi non intravedo responsabilità del ministro Alfano.Sulle questioni invece della presenza delle Forze dell'Ordine, dobbiamo segnalare questa presenza di gruppi minoritari sui quali occorre continuare un'azione di tipo repressivo e sopratutto preventivo.
Quello che noi possiamo fare come prevenzione l'abbiamo già detto: rivedere le nostre convenzioni, laddove ci siano elementi che confermano che queste sedi vengono utilizzate per manifestazioni violente, e quindi agire di conseguenza; nello stesso tempo supportare le Forze dell'Ordine.
A me sta bene tutto, ma a proposito di distinzione, un conto è quello che mi chiedono i consiglieri Bugani e Bernardini, anche se con comprensibile accaloramento, e che io sono per fare in sostanza, un conto è rivolgersi a me illudendo i cittadini che l'ordine pubblico sia governato dal Sindaco in questa città. Francamente, usciamo da queste contrapposizioni inutili. Noi dobbiamo contribuire come Consiglio comunale e come Giunta a ripristinare l'ordine pubblico nella nostra città, a partire da considerazioni che abbiamo fatto anche in passato: che c'è prima di tutto di ordine umano. La Polizia municipale finalmente dal primo dicembre parte con la nuova organizzazione. Farà applicare il Regolamento di polizia urbana, sosterrà e integrerà le altre Forze dell'Ordine, le quali hanno l'ordine preciso di contrastare la violenza. L'importante è che gli permettiamo di farlo senza dividerci più di tanto noi quando non è il caso e quando ci sono delle questioni politiche come le campagne elettorali in un preciso momento.
Non credo che sia questo il tema. Il tema è, come è stato detto da più parti, condannare tutto quanto è successo, agire di conseguenza per la parte amministrativa, chiedere una presenza delle Forze dell'Ordine in città e c'è, ve lo assicuro, costante. Valutare insieme al Ministro se è necessario un rinforzo delle Forze dell'Ordine in città, però, permettetemi di dirvi una cosa, anche difendendo il buon nome di Bologna, perché noi non siamo in una città in preda alla violenza e dove c'è una violenza generalizzata dappertutto. Noi siamo in una città dove ci sono piccoli gruppi minoritari che vanno isolati, sono già isolati dall'opinione pubblica, ma che vanno presi dalla Polizia e condannati dalla Magistratura, e per quanto riguarda la nostra parte, anche rompere eventuali convenzioni che con loro abbiamo, se appuriamo appunto che si fa un utilizzo improprio delle convenzioni: questo dobbiamo fare.
La situazione di ordine pubblico del Paese è tale - ed è l'unico punto di dissenso che vedete che ho - che agitare una "emergenza Bologna" in questo quadro nazionale, davvero, corre il rischio di non farci sapere distinguere cosa sta avvenendo nel nostro Paese e in tante altre parti della città. Quello che sta avvenendo è che la maggioranza dell'opinione pubblica bolognese, la stragrande maggioranza non tollera questi episodi, non li condivide non li giustifica e chiede che siano isolati in modo compiuto e quindi che i responsabili siano consegnati alla Giustizia e che paghino per i loro atti. Ma la stragrande maggioranza della popolazione bolognese non ha bisogno di qualcuno da fuori che gli venga a spiegare che dobbiamo fare questo, e non ha bisogno di essere additata come una città in preda alla delinquenza, al crimine o a cose di questo tipo. Non abbiamo bisogno di essere liberati onorevole Salvini, abbiamo bisogno che si possa davvero comprendere che questa città, nella stragrande maggioranza, esprime una capacità di rispetto delle regole, del senso civico, esprime solidarietà alle Forze dell'Ordine ed esprime anche attenzione al fatto che, quando si parla di popolazioni minoritarie, nel senso di minoranza, nel senso nobile del termine, siamo abituati a distinguere la persona dal gruppo, da tempo in questa città, e quindi sappiamo bene distinguere tra come è necessario accogliere, integrare ed esprimere solidarietà, così come è necessario far rispettare le regole a chi intende marciare su questo nostro atteggiamento.
Io direi "tutto qui". Oggi è necessario dirci questo, avere questa necessaria fermezza, condividere più possibile gli ordini del giorno. Ho voluto rispondere a chi mi sollecitava sulle convenzioni, nel senso che ribadisco che condivido l'obiettivo. Oggi vorremmo però sopratutto parlare della questione che abbiamo detto. Io non so come sia possibile che ci siano ancora persone che pensano di potersi definire progressiste o di sinistra picchiando gli altri. Evidentemente c'è un problema culturale di fondo, ma c'è anche un problema di atteggiamento, di non sottovalutare da parte nostra questi avvenimenti, non cercare di giustificarli, perché pretesti ce ne saranno sempre, ma bisogna sapere dire le cose come stanno. Siete degli squadristi, siete dei teppisti, avete scelto la violenza politica come metodo di lotta politica. Questo non è accettabile per il Comune di Bologna, non è accettabile per i cittadini bolognesi. Su questo andiamo avanti con fermezza rispetto alle cose che abbiamo già approvato in Consiglio comunale. C'è un'alleanza civica da fare con la nostra città e quindi è importante sapere distinguere tra i propri principi e la nostra responsabilità, ed è importante che noi riaffermiamo ogni volta con convinzione e con responsabilità una base comune un tra di noi. Nessuna violenza è giustificabile, nessuna scelta politica basata sulla violenza può trovare posto nella nostra città".
A cura di
Piazza Maggiore, 6