CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (Amelia per Bo) SUL REFERENDUM CONSULTIVO
Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi, (Amelia per Bo) sul referendum consultivo.
"Da Bologna al resto del mondo... la scuola è come l'acqua
Il vento di questa mattina di primavera ha spazzato il fumo di idea...
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Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi, (Amelia per Bo) sul referendum consultivo.
"Da Bologna al resto del mondo... la scuola è come l'acqua
Il vento di questa mattina di primavera ha spazzato il fumo di ideali barricate, ma non ha lasciato un campo di macerie e disordine. Al contrario, la devastante forza tranquilla del maggio bolognese ci consegna nuove e vecchie pietre che serviranno per ricostruire la casa di tutti e di ciascuno. Ci consegna l'appassionata e intransigente lezione di Costituzione condotta da un pugno di donne e uomini di buona volontà che ci hanno trascinato (e molto volentieri noi ci siamo fatti trascinare) in una consultazione popolare su un tema specifico ma di grande rilevanza ideale.
Il vento del referendum consultivo spazza via la polvere da un vecchio vocabolario che un tempo ci faceva litigare sull'interpretazione delle parole, sui tempi e sui modi per dare a quelle parole attuazione, ma era lo stesso vocabolario. Negli ultimi vent'anni, giorno per giorno abbiamo cominciato ad usare parole diverse come "governance", servizi, utenti, competitività , dove invece avremmo dovuto parlare di democrazia, scuola, cittadini, accoglienza e integrazione. Per fortuna il mondo di sotto, quello delle maestre e dei cittadini attivi, non si è arreso, non si fatto fermare da muri che si alzavano o cancelli che si chiudevano e hanno compiuto un semplice gesto democratico il cui significato è inequivocabile: al primo posto c'è la scuola di tutte e di tutti, nessuno deve esserne escluso, la Repubblica (Stato e Comuni) non possono essere inadempienti.
Come ha detto un leale nostro avversario in questo confronto democratico, Romano Prodi, era "un referendum in cui votano le persone informate... è importante che le persone interessate siano venute a votare e dal numero che ho visto sono venute"
Nessun partito o associazione ha dato indicazioni astensioniste, tutti su entrambi i fronti si sono battuti come leoni, compresi amministratori e dirigenti sindacali. Speriamo caldamente che chi non ha saputo motivare al voto quello che sulla carta era, come da elezioni anche recenti, lo schieramento numericamente maggioritario, non si trinceri dietro una presunta bassa partecipazione. Partiti e sindacati possono leccarsi le ferite come e quando vogliono, o possono continuare ad ignorare la tempesta che li investe, ma sarebbe gravissimo e per noi inaccettabile che il Sindaco e l'amministrazione della città non guardassero al significato profondo di questo consulto chiesto ai cittadini. Attendiamo innanzi tutto parole rispettose nei confronti dei cittadini e del loro voto e in secondo luogo, con i tempi certi e rapidi previsti dallo statuto del Consiglio Comunale, l'apertura di un confronto reale per definire le tappe e i contenuti di una diversa politica scolastica, così come attendiamo più incisive azioni di pressione nei confronti del governo per l'apertura di nuove sezioni di scuola dell'infanzia statale. Come scrivono i promotori della consultazione "oggi le ragioni della scuola pubblica escono rafforzate dal referendum di Bologna: i diritti contano, i cittadini contano. Questo risultato è nell’interesse di tutti e del modello di convivenza e di civiltà che la nostra città ha sempre avuto. Bologna non ci sta a lasciare fuori qualcuno dalla scuola pubblica e si riprende il suo ruolo di avanguardia, lanciando un messaggio al Paese: la scuola di tutti, laica e gratuita, è un bene comune e deve rimanere un diritto come sancito dalla nostra Costituzione."
La vittoria di ieri non è quella di una fazione contro un'altra, di un partito contro un altro. La vittoria inizia con le parole dell'articolo 33 della nostra Costituzione, che una volta di più ci indica ciò che ancora non siamo. Ora si comincia una storia nuova.
Noi che abbiamo sostenuto il referendum e sediamo nei banchi del Consiglio Comunale e della sua maggioranza, abbiamo il compito di garantire che il messaggio forte e chiaro del maggio bolognese pervenga a destinazione. Noi ci occuperemo di tenere ben aperti i cancelli del palazzo e ci impegneremo di più, anche grazie alla spinta che ha dato il referendum, per rafforzare la natura pubblica della gestione della scuola dell'infanzia e per darle un'impronte ancora più democratica e partecipata".
"Da Bologna al resto del mondo... la scuola è come l'acqua
Il vento di questa mattina di primavera ha spazzato il fumo di ideali barricate, ma non ha lasciato un campo di macerie e disordine. Al contrario, la devastante forza tranquilla del maggio bolognese ci consegna nuove e vecchie pietre che serviranno per ricostruire la casa di tutti e di ciascuno. Ci consegna l'appassionata e intransigente lezione di Costituzione condotta da un pugno di donne e uomini di buona volontà che ci hanno trascinato (e molto volentieri noi ci siamo fatti trascinare) in una consultazione popolare su un tema specifico ma di grande rilevanza ideale.
Il vento del referendum consultivo spazza via la polvere da un vecchio vocabolario che un tempo ci faceva litigare sull'interpretazione delle parole, sui tempi e sui modi per dare a quelle parole attuazione, ma era lo stesso vocabolario. Negli ultimi vent'anni, giorno per giorno abbiamo cominciato ad usare parole diverse come "governance", servizi, utenti, competitività , dove invece avremmo dovuto parlare di democrazia, scuola, cittadini, accoglienza e integrazione. Per fortuna il mondo di sotto, quello delle maestre e dei cittadini attivi, non si è arreso, non si fatto fermare da muri che si alzavano o cancelli che si chiudevano e hanno compiuto un semplice gesto democratico il cui significato è inequivocabile: al primo posto c'è la scuola di tutte e di tutti, nessuno deve esserne escluso, la Repubblica (Stato e Comuni) non possono essere inadempienti.
Come ha detto un leale nostro avversario in questo confronto democratico, Romano Prodi, era "un referendum in cui votano le persone informate... è importante che le persone interessate siano venute a votare e dal numero che ho visto sono venute"
Nessun partito o associazione ha dato indicazioni astensioniste, tutti su entrambi i fronti si sono battuti come leoni, compresi amministratori e dirigenti sindacali. Speriamo caldamente che chi non ha saputo motivare al voto quello che sulla carta era, come da elezioni anche recenti, lo schieramento numericamente maggioritario, non si trinceri dietro una presunta bassa partecipazione. Partiti e sindacati possono leccarsi le ferite come e quando vogliono, o possono continuare ad ignorare la tempesta che li investe, ma sarebbe gravissimo e per noi inaccettabile che il Sindaco e l'amministrazione della città non guardassero al significato profondo di questo consulto chiesto ai cittadini. Attendiamo innanzi tutto parole rispettose nei confronti dei cittadini e del loro voto e in secondo luogo, con i tempi certi e rapidi previsti dallo statuto del Consiglio Comunale, l'apertura di un confronto reale per definire le tappe e i contenuti di una diversa politica scolastica, così come attendiamo più incisive azioni di pressione nei confronti del governo per l'apertura di nuove sezioni di scuola dell'infanzia statale. Come scrivono i promotori della consultazione "oggi le ragioni della scuola pubblica escono rafforzate dal referendum di Bologna: i diritti contano, i cittadini contano. Questo risultato è nell’interesse di tutti e del modello di convivenza e di civiltà che la nostra città ha sempre avuto. Bologna non ci sta a lasciare fuori qualcuno dalla scuola pubblica e si riprende il suo ruolo di avanguardia, lanciando un messaggio al Paese: la scuola di tutti, laica e gratuita, è un bene comune e deve rimanere un diritto come sancito dalla nostra Costituzione."
La vittoria di ieri non è quella di una fazione contro un'altra, di un partito contro un altro. La vittoria inizia con le parole dell'articolo 33 della nostra Costituzione, che una volta di più ci indica ciò che ancora non siamo. Ora si comincia una storia nuova.
Noi che abbiamo sostenuto il referendum e sediamo nei banchi del Consiglio Comunale e della sua maggioranza, abbiamo il compito di garantire che il messaggio forte e chiaro del maggio bolognese pervenga a destinazione. Noi ci occuperemo di tenere ben aperti i cancelli del palazzo e ci impegneremo di più, anche grazie alla spinta che ha dato il referendum, per rafforzare la natura pubblica della gestione della scuola dell'infanzia e per darle un'impronte ancora più democratica e partecipata".
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Piazza Maggiore, 6