CONSIGLIO COMUNALE L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MARCO PIERALISI (AMBOVEN) SULLA SCUOLA


Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (AmBoVen) sulla scuola.

"Sono 33 e non sono trentini, non sono di Roma, Napoli o Bergamo Alta. Sono 33 bambine e bambini migranti che oggi non potranno entrare in classe ...

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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (AmBoVen) sulla scuola.

"Sono 33 e non sono trentini, non sono di Roma, Napoli o Bergamo Alta. Sono 33 bambine e bambini migranti che oggi non potranno entrare in classe semplicemente perchè non c'è posto per loro. Dovranno aspettare, quanto tempo non lo sappiamo, in attesa di trovare una classe più o meno lontano da casa. Quello che accade non è dettato da fatalità, non è è stato un imprevisto dell'ultima ora. Le parole pronunciate la primavere scorsa dal vicedirettore dell'USR Versari in occasione della presentazione del "protocollo per l'accoglienze e l'inclusione" tramite le 5 "scuole polo" sono illuminanti nella loro disarmante presa d'atto dello stato di cose presente: "Qui non si tratta di nuove risorse, qui stiamo organizzando al meglio quello che c'è, per renderlo per renderlo più efficace e razionale". Evidentemente non basta quello che c'è, e questo lo sappiamo e lo denunciamo da anni.
Evidentemente, come abbiamo ripetuto fino alla noia, le classi non vanno "chiuse" oltre un certo numero di iscrizioni, per lasciare aperta la possibilità di accoglienza o di eventuali nuove classi con altri insegnanti. Evidentemente però qualcosa non ha funzionato nemmeno nella macchina complessa dell'amministrazione scolastica, al di là dell'impegno indiscutibile a risolvere le emergenze di questo e quel dirigente scolastico o di eventuali negligenze tutte da dimostrare nel fornire i dati in tempo ai responsabilidelle scuole polo.
Quello che troviamo insopportabile e culturalmente devastante, qualunque ne sia la causa, fosse anche di aule e spazi mancanti o insufficienti, è che per 33 bambine e bambini "stranieri" il primo giorno non sia stato di scuola ma di attesa di una scuola, quell'attesa che segna una diversità in negativo dai loro compagni. Forse non riflettiamo mai abbastanza sul significato della definizione di razzismo istituzionale, le cui manifestazioni non sono riconducibili a volontà ed atteggiamenti o ideologie discriminatorie e vanno al di là della buona volontà di dirigenti, amministratori, funzionari governativi o politici più o meno progressisti. Parliamo di razzismo istituzionale quando politiche, norme e prassi amministrative perpetuano, rinforzano o producono la disuguaglianza e il malessere sociale di minoranze svantaggiate. Per questo ci sarebbe piaciuto che i ministri della Repubblica oggi a Bologna si fossero interrogati su questa esclusione. Ieri, quando ho appreso la notizia, ho scritto: il primo giorno di scuola "i due ministri, invece di fare il cinegiornale di regime nelle scuole selezionate, vanno all'ufficio scolastico regionale, si chiudono dentro con funzionari e dirigenti, chiamano ministra, sindaco, prefetto, il diavolo e sua nonna e trovano una soluzione non segnata da razzismo istituzionale. A più tardi per le riflessioni più pacate... " In effetti è già tardi e non ho riflessioni più pacate da fare".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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