CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MARCO PIAZZA (M5S) SULL'EMERGENZA ABITATIVA


Di seguito, si inoltra l'intervento d'inizio seduta del consigliere Marco Piazza (M5S) sull'emergenza abitativa.

"Lo sgombero di villa Aldini mette in luce una grave emergenza che pesa su Bologna e purtroppo anche in tutte le altre città Ital...

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Di seguito, si inoltra l'intervento d'inizio seduta del consigliere Marco Piazza (M5S) sull'emergenza abitativa.

"Lo sgombero di villa Aldini mette in luce una grave emergenza che pesa su Bologna e purtroppo anche in tutte le altre città Italiane. A Bologna in ogni posto praticabile (e anche meno praticabile) ci sono persone che dormono accampate. Stazione dei treni, le ex caserme, strutture occupate…
Le persone prive di abitazione che hanno bisogno di un posto dove dormire sono tante e stanno aumentando.
Chi sono?
Sono connazionali e concittadini Bolognesi colpiti dalla gravissima crisi economica, che non riescono più a far fronte alle spese e perdono l’abitazione.
A questi si aggiungono i profughi degli ormai tanti paesi del Nord Africa sconvolti dai venti di rivolta e da guerre più o meno civili. La Libia per citarne una, ma sappiamo che arriveranno massicciamente anche Siriani. Persone in fuga dalla guerra che abbiamo il dovere di accogliere a cui strane leggi sui richiedenti asilo impediscono di lavorare in paesi diversi da quello in cui hanno richiesto asilo. E siccome l’Italia è uno dei primi paesi dove arrivano, e quindi chiedono l’asilo politico, restano bloccati qui.
Sono persone che hanno passato e vissuto cose sconvolgenti che li hanno fortemente segnati e oggi vivono in una situazione priva di speranze e prospettive.
Questo eterogeneo gruppo di persone accomunate dalla necessità di un'abitazione, esercita una pressione sulla nostra città che pone seri problemi di ordine pubblico. La situazione è tesa e le persone disperate.
A villa Aldini ci sono stati 2 tentativi di suicidio.
A villa Aldini erano profughi libici, ma non fa differenza. La disperazione non guarda la provenienza, la nazionalità, le frontiere che si sono attraversate. E oggi la crisi nazionale e le crisi internazionali stanno ingrossando il numero di persone che hanno gli stessi problemi di cui tutta la comunità Bolognese deve farsi carico. Non abbiamo alternative.
Che fare?
Aiutare le persone con sussidi fini a sé stessi come un pranzo gratis ogni tanto o un supporto economico minimo ha già dimostrato la sua inutilità. Servono progetti di responsabilizzazione che coinvolgano le persone in un percorso che potremmo chiamare di "autogestione concordata".
Il ricco patrimonio di associazioni e di volontariato che Bologna ha la fortuna di avere ha fatto nascere nella nostra città una sperimentazione che è partita con i rifugiati dell’ex emergenza nord africa e si può replicare per altre realtà.
E’ nata così l’associazioni Freedom and Justice che raccoglie i profughi e in seguito un’associazione temporanea di scopo (ATS) che coinvolge tante associazioni attive a Bologna esperte di disagio e accoglienza. Di questa rete che ha capofila Primavera Urbana, ma vede l’impegno tra gli altri di Asia, comitato Antirazzista e la stessa Freedom and Justice (cosa importantissima: gli aiutati sono parte attiva del progetto di aiuto quindi fortemente coinvolti).
Con questa ATS l’amministrazione ha stipulato una convenzione che concede l’immobile Merlani di cui gli occupanti si fanno completo carico, comprese le utenze.
E’ così nato un vero esperimento di co-housing di qualità che allenta la forte pressione sulle nostre strade.
Questa è una sperimentazione importantissima che finalmente mette in campo nuove modalità di supporto alle persone in difficoltà.
Ringrazio le associazioni per quello che stanno facendo e mi appello sia a loro che agli occupanti perché il successo di questa esperienza è fondamentale e dimostrerà che un nuovo modo di intervenire è possibile.
Se questo modello avrà successo potrà essere replicato e qui mi appello alla giunta e in particolare agli assessori Frascaroli, Malagoli e Giannini perché agiscano celermente per trovare nuovi spazi per persone che sono in strada.
Mi appello ai tecnici perché oggi il tempo è un fattore più che mai importante che può far la differenza tra una tragedia o no. Vi prego di accelerare i tempi delle pratiche. Un mese per la burocrazia può essere un tempo rapidissimo, ma qui bisogna ragionare in giorni, forse in ore.
Questo è un problema che riguarda la città tutta e tutti abbiamo responsabilità.
Le ASP e la Curia che hanno disponibilità di immobili e spazi hanno più responsabilità di altri. Lo so che stanno già facendo molto, ma oggi è necessario fare di più.
Aumentare gli spazi a disposizione.
Rivedere le procedure. Con l’aumento della pressione le cose non elastiche si spezzano.
Per esempio la procedura per i pasti della Caritas che hanno funzionato negli anni scorsi, sono ancora attuali? Io credo che possano e debbano essere riviste aumentando i turni con l’aiuto di nuovi volontari.
Infine un appello alla Carisbo, al Comune e alla Questura: lo sgombero delle Ferrari aumenterà la pressione riversando altre 60 persone senza tetto sulla strada. Queste occupazioni di immobili inutilizzati non sono fatte per motivi politici come una volta, ma per gravi situazioni. Se avvenisse lo sgombero delle Ferrari adesso, la pressione sulle strade di Bologna aumenterebbe forse a livelli non più sostenibili.
Senza programmazione non si può far niente, altrimenti si arriva a buttare per strade le persone senza prospettive e speranze. Italiani, bolognesi, rifugiati, profughi… non importa Di certo non ci si può definire la città dell’accoglienza. Guardiamo con speranza all’esperienza delle Merlani, se questa esperienza avrà successo l’amministrazione avrà il dovere di replicarla il più rapidamente possibile. E’ questione di vita o di morte".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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