CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE LORENZO CIPRIANI (Amelia per Bo) SUL REFERENDUM CONSULTIVO
Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Lorenzo Cipriani, (Amelia per Bo) sul referendum consultivo.
"E quindi i bolognesi hanno votato A come bAmbini.
Da questa semplice considerazione ora dovrà partire il consiglio comunale...
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Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Lorenzo Cipriani, (Amelia per Bo) sul referendum consultivo.
"E quindi i bolognesi hanno votato A come bAmbini.
Da questa semplice considerazione ora dovrà partire il consiglio comunale per tenere conto di questa consultazione e del suo netto risultato. Da questa consapevole scelta dei bolognesi che hanno sancito un principio che va sottolineato e che starà alla base della discussione che dovremo intraprendere: la scuola convenzionata non è come la scuola pubblica.
E' questo infatti il principale teorema che viene nettamente sconfitto dal voto dei bolognesi di ieri: non è stato un voto contro il privato convenzionato ma un'affermazione di volontà forte, incontrovertibile e contro la quale andrà a sbattere chiunque non ne terrà conto nella giusta misura: mai più bimbi a casa, mai più violato il diritto a essere iscritto alla scuola pubblica, che non è il privato convenzionato.
Basta questo voto per raggiungere questo obiettivo? Chiaramente non basta. Ora viene il momento delle risposte amministrative e politiche forti. Molti assessori si sono espressi, a volte con parole poco ponderate, durante le settimane che hanno preceduto il voto. Da quegli stessi assessori ora ci aspettiamo che parlino meno e agiscano di più.
In consiglio abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno che dava mandato alla giunta di agire presso il governo nazionale per aumentare le risorse statali per la scuola d'infanzia. La giunta sta agendo in rispetto di quell'ordine del giorno congiunto? A che punto siamo? E' stato informato l'Anci? Con chi si è parlato, e che risposte si sono avute? Questo governo ha deciso di fregarsene di Bologna e dei bambini di Bologna? Se così è, chiediamo che venga detto con forza e senza ambiguità. Oppure, ci auguriamo, tra mille perplessità, che la risposta sia positiva, e che Bologna abbia a sua disposizione le risorse di cui ha bisogno per soddisfare la domanda delle famiglie di scuola pubblica.
E ancora: nel question time di venerdi scorso la collega Federica Salsi ci ha ricordato come il comune di Bologna continui a farsi carico per oltre 8 milioni di euro di costi dell'Istituto Aldini Valeriani, una scuola statale. Lo Stato accetta di assumere alle proprie dipendenze il personale attualmente dipendente del Comune di Bologna? Basterebbero quei soldi per poter ampliare l'offerta comunale per le scuole dell'infanzia. Anche qui: a che punto siamo? Esiste un tavolo? Chi se ne sta occupando? Quali risposte abbiamo avuto?
Il tempo delle parole deve essere sostituito da quello delle azioni.
Non staremo noi a ricordare chi ha perso ieri: la memoria dei fronti e degli schieramenti è sotto gli occhi di tutti. Ancora una volta, Davide ha battuto Golia, ancora una volta pochi spartani hanno respinto l'assalto dell'armata persiana. Ai nostri antagonisti chiediamo di riconoscere la sconfitta e rispettare il risultato referendario.
Questo turno elettorale è stato caratterizzato generalmente in tutta Italia da una scarsa affluenza: a Roma per il sindaco ha votato il 37,69% degli aventi diritto. È la dimostrazione che c'è una crisi seria della democrazia rappresentativa di cui si deve tenere conto. Respingiamo con forza però chi tenta di strumentalizzare questo dato generale e spalmato su tutto il territorio nazionale come il risultato di un quesito, a loro dire, poco sentito.
Vediamo: gli italiani li abbiamo chiamati a votare a febbraio, hanno votato in massa e hanno detto che l'unica cosa che NON volevano era un governo PD-PDL in continuità con Monti. Risultato, c'è un governo completamente in controtendenza rispetto alla scelta popolare. E ci lamentiamo che tre mesi dopo questa reazione votino in pochi? Se non si rispetta la volontà popolare voteranno sempre in meno, e le istituzioni balleranno sempre di più.
Agli amici del pd dico che la lezione che dobbiamo apprendere è chiara: sui beni comuni il centrosinistra c'è, il nostro popolo c'è e la barra è dritta. Su questi temi e sul loro rispetto l'alleanza è salda: non tanto l'alleanza tra di noi, ma l'alleanza col nostro popolo che è molto più importante. Seguiamo con coerenza questa strada, rimettiamo la barra a dritta.
Per quanto riguarda questa maggioranza, registriamo che in una settimana i fatti hanno dato ragione al nostro gruppo consiliare su due temi fondamentali: sul People Mover, l'autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha certificato i dubbi e le perplessità che abbiamo sollevato con serietà dall'inizio di questo mandato, ricevendo in cambio più che attenzione nel merito critiche quando non insulti, nel mio caso anche personali.
Sulla scuola pubblica (a partire dalla nostra astensione sulla delibera che ora andrà inevitabilmente ridiscussa) ci è stato detto di tutto, incentrando la discussione non sulla bontà della nostra proposta ma sulla divisione con il pd e con le scelte della giunta. I risultati del voto, ancora una volta, danno ragione alle nostre perplessità. A volte sarebbe preferibile essere ascoltati prima, che avere ragione poi. Speriamo questo possa essere un buon promemoria per il futuro, anche prossimo".
"E quindi i bolognesi hanno votato A come bAmbini.
Da questa semplice considerazione ora dovrà partire il consiglio comunale per tenere conto di questa consultazione e del suo netto risultato. Da questa consapevole scelta dei bolognesi che hanno sancito un principio che va sottolineato e che starà alla base della discussione che dovremo intraprendere: la scuola convenzionata non è come la scuola pubblica.
E' questo infatti il principale teorema che viene nettamente sconfitto dal voto dei bolognesi di ieri: non è stato un voto contro il privato convenzionato ma un'affermazione di volontà forte, incontrovertibile e contro la quale andrà a sbattere chiunque non ne terrà conto nella giusta misura: mai più bimbi a casa, mai più violato il diritto a essere iscritto alla scuola pubblica, che non è il privato convenzionato.
Basta questo voto per raggiungere questo obiettivo? Chiaramente non basta. Ora viene il momento delle risposte amministrative e politiche forti. Molti assessori si sono espressi, a volte con parole poco ponderate, durante le settimane che hanno preceduto il voto. Da quegli stessi assessori ora ci aspettiamo che parlino meno e agiscano di più.
In consiglio abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno che dava mandato alla giunta di agire presso il governo nazionale per aumentare le risorse statali per la scuola d'infanzia. La giunta sta agendo in rispetto di quell'ordine del giorno congiunto? A che punto siamo? E' stato informato l'Anci? Con chi si è parlato, e che risposte si sono avute? Questo governo ha deciso di fregarsene di Bologna e dei bambini di Bologna? Se così è, chiediamo che venga detto con forza e senza ambiguità. Oppure, ci auguriamo, tra mille perplessità, che la risposta sia positiva, e che Bologna abbia a sua disposizione le risorse di cui ha bisogno per soddisfare la domanda delle famiglie di scuola pubblica.
E ancora: nel question time di venerdi scorso la collega Federica Salsi ci ha ricordato come il comune di Bologna continui a farsi carico per oltre 8 milioni di euro di costi dell'Istituto Aldini Valeriani, una scuola statale. Lo Stato accetta di assumere alle proprie dipendenze il personale attualmente dipendente del Comune di Bologna? Basterebbero quei soldi per poter ampliare l'offerta comunale per le scuole dell'infanzia. Anche qui: a che punto siamo? Esiste un tavolo? Chi se ne sta occupando? Quali risposte abbiamo avuto?
Il tempo delle parole deve essere sostituito da quello delle azioni.
Non staremo noi a ricordare chi ha perso ieri: la memoria dei fronti e degli schieramenti è sotto gli occhi di tutti. Ancora una volta, Davide ha battuto Golia, ancora una volta pochi spartani hanno respinto l'assalto dell'armata persiana. Ai nostri antagonisti chiediamo di riconoscere la sconfitta e rispettare il risultato referendario.
Questo turno elettorale è stato caratterizzato generalmente in tutta Italia da una scarsa affluenza: a Roma per il sindaco ha votato il 37,69% degli aventi diritto. È la dimostrazione che c'è una crisi seria della democrazia rappresentativa di cui si deve tenere conto. Respingiamo con forza però chi tenta di strumentalizzare questo dato generale e spalmato su tutto il territorio nazionale come il risultato di un quesito, a loro dire, poco sentito.
Vediamo: gli italiani li abbiamo chiamati a votare a febbraio, hanno votato in massa e hanno detto che l'unica cosa che NON volevano era un governo PD-PDL in continuità con Monti. Risultato, c'è un governo completamente in controtendenza rispetto alla scelta popolare. E ci lamentiamo che tre mesi dopo questa reazione votino in pochi? Se non si rispetta la volontà popolare voteranno sempre in meno, e le istituzioni balleranno sempre di più.
Agli amici del pd dico che la lezione che dobbiamo apprendere è chiara: sui beni comuni il centrosinistra c'è, il nostro popolo c'è e la barra è dritta. Su questi temi e sul loro rispetto l'alleanza è salda: non tanto l'alleanza tra di noi, ma l'alleanza col nostro popolo che è molto più importante. Seguiamo con coerenza questa strada, rimettiamo la barra a dritta.
Per quanto riguarda questa maggioranza, registriamo che in una settimana i fatti hanno dato ragione al nostro gruppo consiliare su due temi fondamentali: sul People Mover, l'autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha certificato i dubbi e le perplessità che abbiamo sollevato con serietà dall'inizio di questo mandato, ricevendo in cambio più che attenzione nel merito critiche quando non insulti, nel mio caso anche personali.
Sulla scuola pubblica (a partire dalla nostra astensione sulla delibera che ora andrà inevitabilmente ridiscussa) ci è stato detto di tutto, incentrando la discussione non sulla bontà della nostra proposta ma sulla divisione con il pd e con le scelte della giunta. I risultati del voto, ancora una volta, danno ragione alle nostre perplessità. A volte sarebbe preferibile essere ascoltati prima, che avere ragione poi. Speriamo questo possa essere un buon promemoria per il futuro, anche prossimo".
A cura di
Piazza Maggiore, 6