CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE CORRADO MELEGA (PD) SU LEGA NORD E OSPEDALE MAGGIORE
Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Corrado Melega (Pd) su Lega nord e Ospedale Maggiore.
"Ho pensato ad un mediocre film di Pupi Avati, "I cavalieri che fecero l'impresa" quando ho letto la cronaca dell'irruzione...
Pubblicato il:
Descrizione
Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Corrado Melega (Pd) su Lega nord e Ospedale Maggiore.
"Ho pensato ad un mediocre film di Pupi Avati, "I cavalieri che fecero l'impresa" quando ho letto la cronaca dell'irruzione che alcuni membri della Lega Nord, guidati da capitan Bernardini, hanno fatto nei locali dell'Ospedale Maggiore. Impresa dannosa ed inutile. Dannosa perché, come si è letto avrebbe potuto sfociare in scontri fisici con il coinvolgimento dei cittadini presenti. Dannosa perché non è mio parere lecito che appartenenti a pubbliche istituzioni infrangano le regole. Una cosa è partecipare a manifestazioni di partito, altro è infrangere le regole e le regole dicono che non si può e non si deve entrare in ospedale senza autorizzazione, sia se si è rom che rappresentanti politici. Inutile perché sporadica, isolata politcamente e sbagliata nel metodo, che certamente non risolve il problema. Infatti i nostri eroi, stanchi, ma carichi di gloria, ripiegati i vessilli, sono rientrati presto al calduccio dei loro uffici. Certo, al di là del periodo elettorale, non si può ignorare che il problema esiste - io fra l'altro sono un testimone diretto - ma non si risolve con bislacche manifestazioni di forza. L'azienda paga guardie private: forse devono essere di più, ma i conti con le risorse bisogna farli. Sono stati chiusi molti varchi, ma la vita di un ospedale continua anche la notte e non si può chiudere tutto, soprattutto i punti di pronto soccorso. Si auspica una più stretta collaborazione con forze dell'ordine e polizia metropolitana ed i servizi sociali, che mi pare la strada giusta da intraprendere. Approfitto per esprimere solidarietà a chi venerdì mattina è stato assalito in maniera insensata e stupida.
Si può migliorare? certamente sì. E' facile? certamente no, ed ogni persona di buon senso lo capisce al di là di azioni eclatanti. Lunedì scorso, con il conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia, abbiamo voluto semplicemente far capire a chi lavora con noi e per noi, che spesso lavora e vive in condizioni precarie e se perde il lavoro viene espulso anche se vive in Italia da tempo e consideriamo i suoi figli uguali ai nostri. Per questo gesto semplice ed innocuo abbiamo ricevuto una serie di lezioni politico-storico-giuridico-amministrative, ma sopratutto siamo stati oggetto di un durissimo intervento della Lega Nord, che ha definito il nostro voto una squallida manovra elettoralistica. Da che pulpito, mi viene da dire. Ovviamente io spero di no, ma di una cosa sono sicuro: che farsi giustizia da soli non serve, anzi si può stimolare qualche testa calda a compiere raid criminali, come dimostrano esempi del recente passato. Non è questa l'Italia giusta.
La lettera che un collega un dirigente medico dell'Ospedale Maggiore mi ha mandato riconosce l'evidenza del problema dicendo che la Lega Nord ha parlato alla pancia della gente. Scrive le seguenti considerazioni:
(...) appare difficile, persino se sei parte di quel “Maggiore” che le ronde vorrebbero difendere, mettersi contro il popolo. Col rischio di passare per difensori della delinquenza: è questa, infatti, la percezione passivamente registrata dai mass media: un popolo esasperato, l'ira dei giusti che finalmente anticipa le forze dell'ordine nel necessario repulisti.
C’è il rischio che il “popolo” e qualche politica deroghino dal principio giuridico della responsabilità individuale di fronte alla legge. Perché un conto è riconoscere il peso dei problemi che si vivono dentro la “città” del Maggiore, con le alte percentuali di devianza riscontrabili nelle comunità dei diseredati, che siano di recente immigrazione, oppure residenti da secoli in Italia; un conto è contrastare gli abusi dentro agli spazi del Maggiore, altra cosa è riproporre lo stereotipo della colpa collettiva degli emarginati, magari riferendosi ad un popolo, e giustificando tutto sulla base di una presunta indole genetica, etnica".
"Ho pensato ad un mediocre film di Pupi Avati, "I cavalieri che fecero l'impresa" quando ho letto la cronaca dell'irruzione che alcuni membri della Lega Nord, guidati da capitan Bernardini, hanno fatto nei locali dell'Ospedale Maggiore. Impresa dannosa ed inutile. Dannosa perché, come si è letto avrebbe potuto sfociare in scontri fisici con il coinvolgimento dei cittadini presenti. Dannosa perché non è mio parere lecito che appartenenti a pubbliche istituzioni infrangano le regole. Una cosa è partecipare a manifestazioni di partito, altro è infrangere le regole e le regole dicono che non si può e non si deve entrare in ospedale senza autorizzazione, sia se si è rom che rappresentanti politici. Inutile perché sporadica, isolata politcamente e sbagliata nel metodo, che certamente non risolve il problema. Infatti i nostri eroi, stanchi, ma carichi di gloria, ripiegati i vessilli, sono rientrati presto al calduccio dei loro uffici. Certo, al di là del periodo elettorale, non si può ignorare che il problema esiste - io fra l'altro sono un testimone diretto - ma non si risolve con bislacche manifestazioni di forza. L'azienda paga guardie private: forse devono essere di più, ma i conti con le risorse bisogna farli. Sono stati chiusi molti varchi, ma la vita di un ospedale continua anche la notte e non si può chiudere tutto, soprattutto i punti di pronto soccorso. Si auspica una più stretta collaborazione con forze dell'ordine e polizia metropolitana ed i servizi sociali, che mi pare la strada giusta da intraprendere. Approfitto per esprimere solidarietà a chi venerdì mattina è stato assalito in maniera insensata e stupida.
Si può migliorare? certamente sì. E' facile? certamente no, ed ogni persona di buon senso lo capisce al di là di azioni eclatanti. Lunedì scorso, con il conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia, abbiamo voluto semplicemente far capire a chi lavora con noi e per noi, che spesso lavora e vive in condizioni precarie e se perde il lavoro viene espulso anche se vive in Italia da tempo e consideriamo i suoi figli uguali ai nostri. Per questo gesto semplice ed innocuo abbiamo ricevuto una serie di lezioni politico-storico-giuridico-amministrative, ma sopratutto siamo stati oggetto di un durissimo intervento della Lega Nord, che ha definito il nostro voto una squallida manovra elettoralistica. Da che pulpito, mi viene da dire. Ovviamente io spero di no, ma di una cosa sono sicuro: che farsi giustizia da soli non serve, anzi si può stimolare qualche testa calda a compiere raid criminali, come dimostrano esempi del recente passato. Non è questa l'Italia giusta.
La lettera che un collega un dirigente medico dell'Ospedale Maggiore mi ha mandato riconosce l'evidenza del problema dicendo che la Lega Nord ha parlato alla pancia della gente. Scrive le seguenti considerazioni:
(...) appare difficile, persino se sei parte di quel “Maggiore” che le ronde vorrebbero difendere, mettersi contro il popolo. Col rischio di passare per difensori della delinquenza: è questa, infatti, la percezione passivamente registrata dai mass media: un popolo esasperato, l'ira dei giusti che finalmente anticipa le forze dell'ordine nel necessario repulisti.
C’è il rischio che il “popolo” e qualche politica deroghino dal principio giuridico della responsabilità individuale di fronte alla legge. Perché un conto è riconoscere il peso dei problemi che si vivono dentro la “città” del Maggiore, con le alte percentuali di devianza riscontrabili nelle comunità dei diseredati, che siano di recente immigrazione, oppure residenti da secoli in Italia; un conto è contrastare gli abusi dentro agli spazi del Maggiore, altra cosa è riproporre lo stereotipo della colpa collettiva degli emarginati, magari riferendosi ad un popolo, e giustificando tutto sulla base di una presunta indole genetica, etnica".
A cura di
Piazza Maggiore, 6