CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE CIPRIANI (AmBoVen) SULL'OCCUPAZIONE DEL BERETTA


Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Cipriani (AmBoVen) sull'occupazione dell'ex clinica Beretta.

"Sabato mattina è stato di nuovo occupato l'edificio che ospitava la clinica odontaiatrica Beretta, ora trasferita all'osped...

Descrizione

Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Cipriani (AmBoVen) sull'occupazione dell'ex clinica Beretta.

"Sabato mattina è stato di nuovo occupato l'edificio che ospitava la clinica odontaiatrica Beretta, ora trasferita all'ospedale Maggiore.
Gli occupanti sono quasi un centinaio di persone, per lo più migranti e richiedenti asilo. L'edificio era già stato occupato per motivi simili a fine 2012 e successivamente sgomberato.
L'edificio in questione, che è stato ritenuto di interesse culturale e sottoposto a vincolo storico-artistico ai sensi delle disposizioni del D.Lgsl 42/2004, è abbandonato a se stesso e al degrado più totale da più di cinque anni.
L'ex clinica fa parte di quella che possiamo definire la piccola collezione degli orrori di questa città. Edifici pubblici, che dovrebbero essere messi a disposizione della collettività, abbandonati a se stessi e al degrado. L'iter è pressochè identico per tutti questi casi e si può riassumere facilmente.
L'edificio chiude per ristrutturazioni, passano anni, si decide di inserirlo in un piano di dismissioni, vanno deserte diverse aste pubbliche perchè il compratore privato aspetta che il prezzo si abbassi il più possibile e perchè aspetta amministratori compiacenti che con qualche variante permettano una speculazione edilizia vantaggiosa.
In alcuni casi vengono anche stanziate risorse per ristrutturazione e recupero, o creazione di alloggi da destinare ad uso sociale, lavori che però non iniziano mai.
Quasi sempre esistono atti pubblici e istituzionali in cui ci si impegna a rinnovare la fruizione pubblica del bene. Nel caso dell'ex clinica Beretta in tal senso si sono espressi il quartiere Saragozza (con un odg approvato in questa consiliatura), questo Consiglio comunale e persino l'Assemblea Legislativa della Regione E.R., che è il luogo dove davvero potrebbe arrivare la svolta, essendo l'edificio di
proprietà dell'AUSL.
Nel frattempo passano gli anni, l'immobile – spesso considerato, quando al danno si aggiunge la beffa, “bene di pregio” - diventa rifugio di ratti, muffe e guano di uccelli, abbandonato al degrado più totale.

L'esempio che ho fatto vale per l'ex clinica Beretta ma cambiando il nome dell'edificio il risultato non cambia. Possiamo chiamarla ex caserma Masini in via Orfeo, uno stabile di proprietà della Provincia in via S.Isaia, oppure ex conservatorio Santa Marta in Strada Maggiore (a proposito: Bartleby è stato sgomberato in fretta e in furia, ma i lavori, che furono definiti “imminenti”, quando inizieranno? A qualcuno interessa?).
Tutti questi edifici e moltissimi altri in questa città hanno la stessa storia, la stessa vergogna: sono spazi pubblici abbandonati al degrado e all'incuria, quando non mancherebbero le destinazioni per farne un uso pubblico e collettivo, sia esso sociale, culturale o solidaristico-cooperativo. Spazi per associazioni di volontariato, case protette per donne maltrattate, ma anche strutture capaci di ospitare il turismo giovanile a costi accessibili.
Invece niente. Il nulla, il vuoto, l'incuria, il degrado.
Edifici come questo hanno però un difetto: non sono stati edificati nel deserto. Attorno ad essi vivono delle persone, e, in alcuni casi, tanti, tantissimi in questi tempi difficili, vedono in questi edifici abbandonati un rifugio contro il freddo, un tetto, un luogo dove poter rendere la propria vita meno difficile.
E' impossibile, per un amministratore pubblico, non tenere conto di questa realtà. E' impossibile trattare queste occupazioni esclusivamente come questioni di ordine pubblico, senza lavorare fattivamente per superare la vera vergogna: la presenza in città di decine di migliaia di metri quadrati di edifici di proprietà pubblica abbandonati e lasciati a marcire proprio nel momento in cui di loro ci sarebbe maggiore bisogno.
Mi chiedo: dove sono le fondazioni private che potrebbero creare società miste pubblico-private con l'obiettivo concreto di ridare dignità a quegli edifici destinandoli a obiettivi pubblici, sociali, sanitari, culturali? Chiedo a tutti coloro che si riempiono la bocca con il concetto di sussidiarietà: questo implica necessariamente la possibilità di lucrare su beni pubblici? Io non lo credo.
Questa città sta vivendo la più grande crisi abitativa dal dopoguerra ad oggi. Non solo situazioni limite come quella degli attuali occupanti dell'ex clinica Beretta. Ma anche famiglie sottoposte a sfratto o incapaci di permettersi un affitto. I numeri parlano da soli e il protocollo anti-sfratti che pure meritoriamente questa amministrazione ha sottoscritto non basta da solo a venire incontro a questa
emergenza sociale le cui conseguenze possono davvero essere imprevedibili.
Chiediamo all'amministrazione comunale e regionale, ma soprattutto alle fondazioni bancarie presenti in città, di battere un colpo, prima che sia troppo tardi".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

Back to top