CONSIGLIO COMUNALE L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE ALDROVANDI (INSPERBO) SUL TEATRO COMUNALE
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Aldrovandi sul Teatro comunale.
"Ancora un allarme per il Teatro Comunale
Ancora una volta, sbagliando, l'Assessore Ronchi lancia l'allarme per il Teatro Comunale senza fondi. Sbagliando...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Aldrovandi sul Teatro comunale.
"Ancora un allarme per il Teatro Comunale
Ancora una volta, sbagliando, l'Assessore Ronchi lancia l'allarme per il Teatro Comunale senza fondi. Sbagliando perché lo fa con la solita protervia, pretendendo, senza l'umiltà di chi ha bisogno e va col cappello in mano a chiedere. Su questo punto abbiamo già tante volte detto: non si può attaccare costantemente chi ha i soldi e poi rivolgersi a chi ha i soldi per chiedere un sostegno finanziario. Ma non voglio oggi parlare di Ronchi. Il tema vero è il Teatro Comunale, patrimonio della Città e dei cittadini, che non deve, non può neanche rischiare di morire Il problema non è di Ronchi ma di Bologna ed è Bologna che si deve muovere. Occorre accantonare le divisioni, fare squadra e risolvere. Parole belle direte e non certo nuove, ma chi deve fare che cosa? Sinceramente non vedo che una soluzione: che si cambi atteggiamento, che si smetta di dire le cose che gli altri dovrebbero fare e si cominci insieme a vedere le cose che insieme occorre fare. Ma chi comincia? Il primo passo non può essere fatto che dal Sindaco Merola. Che il Nostro Sindaco, abbandoni le chiacchiere da bar. Le inutili discussioni sui matrimoni più o meno gay che non portano a nulla di legalmente valido, è solo politica di parole e non di fatti. Smetta di pontificare sul dopo Errani dicendo che non si devono fare cognomi, quando il primo, Manca, lo ha fatto proprio lui. Smetta di dire balle su TPER dicendo che è arrivata all'utile un anno prima del previsto, quando rispetto al piano industriale sottoposto a questo Consiglio c'è arrivata invece un anno dopo ed esattamente per un decimo del previsto. Non critichi i finanziamenti a pioggia delle Fondazioni quando questi mantengono in vita il volontariato della Città, mentre quelli del Comune alimentano il giro dei soliti noti. Non pretenda di fissare priorità ogni mese ma le fissi una volta per tutte. A questo riguardo non chieda milioni alla Fondazione del Monte per salvare la Cooperativa Nuova Scena per ora poi dire “ le priorità sono altre”. Tenga rapporti più equilibrati, non come ha fatto in Fiera scaricando la Fondazione della Cassa di Risparmio, a cui oggi chiede di sostenere il Comunale. Si metta con umiltà a lavorare prendendo in prima persona il toro per le corna, ma certo con un diverso atteggiamento. La prima cosa che si deve mettere in testa è che in un regime democratico le proprietà private godono di piena autonomia decisionale, e che se si chiede un aiuto, occorre cedere potere e condividere le scelte. La Cultura è un bene collettivo, non viene certo prodotta dal Pubblico che invece ha il compito di sostenerla e supportarla. Sul Comunale non c'è da discutere è vero, ma chi si è sentito dire che la verità l'ha in mano solo Ronchi ed è solo lui ma menare le danze, umanamente credo abbia le parti basse che gli girano, e a ragione.
La seconda cosa è che dimostri come le risorse dei Cittadini, quelle delle tasse per intenderci, siano spese bene, prima di criticare come spendono i privati che con i loro soldi fanno quello che gli pare. Con le contestazioni sulla gestione dei musei ed i risultati di presenza dei visitatori in costante calo ad esempio, non sta facendo la figura di chi ha l'autorevolezza per insegnare. Terzo cominci ad attuare l'articolo 118 della Costituzione italiana che testualmente dice che il Pubblico deve favorire l'iniziativa autonoma dei cittadini non governarla ed imbrigliarla. Ciò significa, per essere chiari, che se il privato intende occuparsi di Beni Comuni, come ad esempio la solidarietà o la cultura, il Pubblico deve favorirne l'azione e non contrastarla. Se vediamo ad esempio in quest'ottica la riforma delle ASP, che operano in settori tipici dell'attività delle Fondazioni Bancarie, vediamo invece che si sono compiute azioni tipiche di un nuovo centralismo democratico in perfetta senso opposto al disciplinato dell'articolo 118. Credo che, se con consapevolezza ed umiltà, Merola si mette a disposizione di Bologna, Bologna nel suo insieme saprà risolvere i problemi del Comunale e tanti altri".
"Ancora un allarme per il Teatro Comunale
Ancora una volta, sbagliando, l'Assessore Ronchi lancia l'allarme per il Teatro Comunale senza fondi. Sbagliando perché lo fa con la solita protervia, pretendendo, senza l'umiltà di chi ha bisogno e va col cappello in mano a chiedere. Su questo punto abbiamo già tante volte detto: non si può attaccare costantemente chi ha i soldi e poi rivolgersi a chi ha i soldi per chiedere un sostegno finanziario. Ma non voglio oggi parlare di Ronchi. Il tema vero è il Teatro Comunale, patrimonio della Città e dei cittadini, che non deve, non può neanche rischiare di morire Il problema non è di Ronchi ma di Bologna ed è Bologna che si deve muovere. Occorre accantonare le divisioni, fare squadra e risolvere. Parole belle direte e non certo nuove, ma chi deve fare che cosa? Sinceramente non vedo che una soluzione: che si cambi atteggiamento, che si smetta di dire le cose che gli altri dovrebbero fare e si cominci insieme a vedere le cose che insieme occorre fare. Ma chi comincia? Il primo passo non può essere fatto che dal Sindaco Merola. Che il Nostro Sindaco, abbandoni le chiacchiere da bar. Le inutili discussioni sui matrimoni più o meno gay che non portano a nulla di legalmente valido, è solo politica di parole e non di fatti. Smetta di pontificare sul dopo Errani dicendo che non si devono fare cognomi, quando il primo, Manca, lo ha fatto proprio lui. Smetta di dire balle su TPER dicendo che è arrivata all'utile un anno prima del previsto, quando rispetto al piano industriale sottoposto a questo Consiglio c'è arrivata invece un anno dopo ed esattamente per un decimo del previsto. Non critichi i finanziamenti a pioggia delle Fondazioni quando questi mantengono in vita il volontariato della Città, mentre quelli del Comune alimentano il giro dei soliti noti. Non pretenda di fissare priorità ogni mese ma le fissi una volta per tutte. A questo riguardo non chieda milioni alla Fondazione del Monte per salvare la Cooperativa Nuova Scena per ora poi dire “ le priorità sono altre”. Tenga rapporti più equilibrati, non come ha fatto in Fiera scaricando la Fondazione della Cassa di Risparmio, a cui oggi chiede di sostenere il Comunale. Si metta con umiltà a lavorare prendendo in prima persona il toro per le corna, ma certo con un diverso atteggiamento. La prima cosa che si deve mettere in testa è che in un regime democratico le proprietà private godono di piena autonomia decisionale, e che se si chiede un aiuto, occorre cedere potere e condividere le scelte. La Cultura è un bene collettivo, non viene certo prodotta dal Pubblico che invece ha il compito di sostenerla e supportarla. Sul Comunale non c'è da discutere è vero, ma chi si è sentito dire che la verità l'ha in mano solo Ronchi ed è solo lui ma menare le danze, umanamente credo abbia le parti basse che gli girano, e a ragione.
La seconda cosa è che dimostri come le risorse dei Cittadini, quelle delle tasse per intenderci, siano spese bene, prima di criticare come spendono i privati che con i loro soldi fanno quello che gli pare. Con le contestazioni sulla gestione dei musei ed i risultati di presenza dei visitatori in costante calo ad esempio, non sta facendo la figura di chi ha l'autorevolezza per insegnare. Terzo cominci ad attuare l'articolo 118 della Costituzione italiana che testualmente dice che il Pubblico deve favorire l'iniziativa autonoma dei cittadini non governarla ed imbrigliarla. Ciò significa, per essere chiari, che se il privato intende occuparsi di Beni Comuni, come ad esempio la solidarietà o la cultura, il Pubblico deve favorirne l'azione e non contrastarla. Se vediamo ad esempio in quest'ottica la riforma delle ASP, che operano in settori tipici dell'attività delle Fondazioni Bancarie, vediamo invece che si sono compiute azioni tipiche di un nuovo centralismo democratico in perfetta senso opposto al disciplinato dell'articolo 118. Credo che, se con consapevolezza ed umiltà, Merola si mette a disposizione di Bologna, Bologna nel suo insieme saprà risolvere i problemi del Comunale e tanti altri".
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Piazza Maggiore, 6