CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE ALDROVANDI (INSPERBO)
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Aldrovandi (InsperBo) sulla società Aeroporto, le partecipate e il welfare cittadino.
"La società Aeroporto nella scorsa settimana ha anticipato alcuni dati: una crescita del traffico ...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Aldrovandi (InsperBo) sulla società Aeroporto, le partecipate e il welfare cittadino.
"La società Aeroporto nella scorsa settimana ha anticipato alcuni dati: una crescita del traffico superiore alla media italiana, un deciso e sostanziale taglio alle spese, la volontà di perseguire l'obbiettivo di quotazione a metà anno 'per ottenere risorse importanti per garantire gli investimenti nei prossimi cinque anni sul territorio'.
Parole che suonano come una dolce musica agli orecchi dei bolognesi, che vedono sia opportunità di lavoro, ma anche una sempre maggiore facilità a muoversi nel mondo, con rotte che sempre più avvicinano Bologna al resto d'Europa.
Qual è il segreto di un simile successo.
Un ottimo management, il taglio effettivo dei costi di funzionamento, la capacità di sviluppare e perseguire con determinazione obbiettivi a medio lungo termine.
Ma il principale segreto è un altro. Il 51% lo ha la CCIA che decide, mentre il nostro Comune, pur in forte minoranza non decide niente.
Questa Amministrazione comunale infatti opera con grande confusione e compie scelte in evidente contraddizione con le esigenze presenti e future del territorio.
Da una parte si insiste in modelli errati nel Welfare, rendendo il ruolo del Pubblico sempre più invasivo, da altra parte invece si deprime ogni
iniziativa economica industriale, vendendo o svendendo ogni partecipazione societaria.
A mio modesto parere occorrerebbe fare esattamente l'opposto. Andiamo con ordine
Il Welfare vive il suo peggiore momento storico. Bisogni che esplodono, nuove povertà, mancanza diffusa delle più elementari tutele per chi vive disagi, come la casa per gli sfrattati o i sussidi per i poveri, altro che coincidenze fortuite, come afferma l'assessore Frascaroli.
Le risorse pubbliche sono in costante calo e non potranno mai più ricrescere.
A livello comunitario il welfare, che copre la larga parte dei bilanci statali, viene costantemente ridotto da politiche di rigore economico che tagliano risorse preservando parzialmente solo sanità, pensioni e scuola.
Una azione per contrastare questa tendenza è in corso, il caso Grecia docet, ma se il rigore verrà allentato sarà unicamente a favore di politiche di investimento e sviluppo del mercato del lavoro, mai sulla mera assistenza sociale.
Le attività economiche pubbliche invece, vengono viste anche a livello comunitario, come strategiche per il rilancio dell'economia e del lavoro.
Da notare che questa linea di tendenza non è solo europea, anche sistemi economici che sono in contraddizione politica tra di loro come il
capitalismo anglosassone e il socialismo cinese, si muovono su questa linea.
Di più il Welfare, alimentato negli anni da sperperi e dall'illusione che i debiti pubblici potessero dilatarsi a dismisura, ha meccanismi di funzionamento lontanissimi dalle più elementari regole di efficienza ed efficacia.
Anche a Bologna questi principi valgono, più volte vi ho dimostrato che i servizi comunali costano molto di più, fino a cinque volte tanto dei servizi erogati secondo regole privatistiche, a causa delle struttura dei costi di produzione del servizio con insostenibili costi indiretti generali ed organizzativi.
Bene, nonostante questo sia evidente, cosa decide la nostra Amministrazione comunale?
Si fa una Aspona tutta pubblica, con l'illusione che i pochi euro che si possono risparmiare da un po' di efficienza risolveranno i problemi, mentre invece si scava un baratro sempre più profondo per il futuro.
Contemporaneamente si stanno dismettendo invece le attività economiche, senza analizzare fino in fondo progetti industriali virtuosi, che, se ben attuati, fanno invece esplodere la capacità di investimento ed il valore aggiunto distribuito sul territorio.
E dire che nelle nostre esperienze e nella nostra storia proprio qui a Bologna esistono casi che dimostrano come il Pubblico, come imprenditore, quando si da una struttura di funzionamento di tipo privatistico, è vincente.
Il caso citato dell'Aeroporto ne è un esempio lampante, per non dire di Hera che in dieci anni ha moltiplicato per cinque sia la capacità di investimento sia il valore aggiunto distribuito nel territorio.
Purtroppo questa amministrazione la pensa in maniera diversa, si pubblicizza ancora di più ciò che andrebbe sviluppato in stretta collaborazione con il privato e si dismettono asset industriali pubblici che generano ricchezza e lavoro.
E questo, soprattutto per le generazioni future, è un danno enorme".
"La società Aeroporto nella scorsa settimana ha anticipato alcuni dati: una crescita del traffico superiore alla media italiana, un deciso e sostanziale taglio alle spese, la volontà di perseguire l'obbiettivo di quotazione a metà anno 'per ottenere risorse importanti per garantire gli investimenti nei prossimi cinque anni sul territorio'.
Parole che suonano come una dolce musica agli orecchi dei bolognesi, che vedono sia opportunità di lavoro, ma anche una sempre maggiore facilità a muoversi nel mondo, con rotte che sempre più avvicinano Bologna al resto d'Europa.
Qual è il segreto di un simile successo.
Un ottimo management, il taglio effettivo dei costi di funzionamento, la capacità di sviluppare e perseguire con determinazione obbiettivi a medio lungo termine.
Ma il principale segreto è un altro. Il 51% lo ha la CCIA che decide, mentre il nostro Comune, pur in forte minoranza non decide niente.
Questa Amministrazione comunale infatti opera con grande confusione e compie scelte in evidente contraddizione con le esigenze presenti e future del territorio.
Da una parte si insiste in modelli errati nel Welfare, rendendo il ruolo del Pubblico sempre più invasivo, da altra parte invece si deprime ogni
iniziativa economica industriale, vendendo o svendendo ogni partecipazione societaria.
A mio modesto parere occorrerebbe fare esattamente l'opposto. Andiamo con ordine
Il Welfare vive il suo peggiore momento storico. Bisogni che esplodono, nuove povertà, mancanza diffusa delle più elementari tutele per chi vive disagi, come la casa per gli sfrattati o i sussidi per i poveri, altro che coincidenze fortuite, come afferma l'assessore Frascaroli.
Le risorse pubbliche sono in costante calo e non potranno mai più ricrescere.
A livello comunitario il welfare, che copre la larga parte dei bilanci statali, viene costantemente ridotto da politiche di rigore economico che tagliano risorse preservando parzialmente solo sanità, pensioni e scuola.
Una azione per contrastare questa tendenza è in corso, il caso Grecia docet, ma se il rigore verrà allentato sarà unicamente a favore di politiche di investimento e sviluppo del mercato del lavoro, mai sulla mera assistenza sociale.
Le attività economiche pubbliche invece, vengono viste anche a livello comunitario, come strategiche per il rilancio dell'economia e del lavoro.
Da notare che questa linea di tendenza non è solo europea, anche sistemi economici che sono in contraddizione politica tra di loro come il
capitalismo anglosassone e il socialismo cinese, si muovono su questa linea.
Di più il Welfare, alimentato negli anni da sperperi e dall'illusione che i debiti pubblici potessero dilatarsi a dismisura, ha meccanismi di funzionamento lontanissimi dalle più elementari regole di efficienza ed efficacia.
Anche a Bologna questi principi valgono, più volte vi ho dimostrato che i servizi comunali costano molto di più, fino a cinque volte tanto dei servizi erogati secondo regole privatistiche, a causa delle struttura dei costi di produzione del servizio con insostenibili costi indiretti generali ed organizzativi.
Bene, nonostante questo sia evidente, cosa decide la nostra Amministrazione comunale?
Si fa una Aspona tutta pubblica, con l'illusione che i pochi euro che si possono risparmiare da un po' di efficienza risolveranno i problemi, mentre invece si scava un baratro sempre più profondo per il futuro.
Contemporaneamente si stanno dismettendo invece le attività economiche, senza analizzare fino in fondo progetti industriali virtuosi, che, se ben attuati, fanno invece esplodere la capacità di investimento ed il valore aggiunto distribuito sul territorio.
E dire che nelle nostre esperienze e nella nostra storia proprio qui a Bologna esistono casi che dimostrano come il Pubblico, come imprenditore, quando si da una struttura di funzionamento di tipo privatistico, è vincente.
Il caso citato dell'Aeroporto ne è un esempio lampante, per non dire di Hera che in dieci anni ha moltiplicato per cinque sia la capacità di investimento sia il valore aggiunto distribuito nel territorio.
Purtroppo questa amministrazione la pensa in maniera diversa, si pubblicizza ancora di più ciò che andrebbe sviluppato in stretta collaborazione con il privato e si dismettono asset industriali pubblici che generano ricchezza e lavoro.
E questo, soprattutto per le generazioni future, è un danno enorme".
A cura di
Piazza Maggiore, 6