CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE STEFANO ALDROVANDI (BO2016) SUI LAVORI DEL CONSIGLIO NEL 2013
Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Bo2016) sui lavori del Consiglio comunale nel 2013.
"Nei discorsi di fine anno delle massime Autorità e mi riferisco al Papa, al Presidente della Repu...
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Descrizione
Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Bo2016) sui lavori del Consiglio comunale nel 2013.
"Nei discorsi di fine anno delle massime Autorità e mi riferisco al Papa, al Presidente della Repubblica, al nostro Cardinale, tre credo
siano stati i concetti proclamati che ci riguardano come Consiglio Comunale:
- la grande preoccupazione sul lavoro,
- parole di grande preoccupazione sull'emergenza sociale e sulle nuove povertà,
- la constatazione che la rassegnazione porta alla decadenza.
Come noi affrontiamo questi temi? Sul lavoro ormai sono passati due mesi dal nostro Odg e nulla si vede.
In realtà avevo sperato, alla notizia del rientro anticipato del Sindaco dalle vacanze. Certamente, sognavo, vorrà con tranquillità riflettere su questo tema e di sua mano stilare un programma di lavoro; ma sono stato bruscamente riportato alla realtà nell'apprendere la causa: il ben più importante suo voto alle primarie.
Non ho parole: è più importante fare vedere come si sia rispettosi della disciplina di partito, piuttosto che rispondere ai bisogni di tutti cittadini. Venendo alla grande emergenza sociale constatiamo con amarezza che nulla si fa se non i soliti progetti sperimentali che servono più a chi li fa che a quelli che li ricevono, mentre assistiamo indifferenti ad un aumento dello stress dei nostri dipendenti che vivono ogni giorno i drammi della gente, dalla prima linea, e li costringiamo a confrontarsi con meccanismi organizzativi che hanno perso negli ultimi anni un 16% di produttività sottraendo ulteriori risorse ai bisognosi.
Un quadro davvero sconfortante, meno visibile solo per i grandi sforzi che il volontariato fa tra mille difficoltà. La rassegnazione: no non esiste la rassegnazione! Qui si combatte ogni giorno una grande battaglia contro le ingiustizie le malversazioni, le infiltrazioni malavitose, la dilagante delinquenza che rende tutto meno sicuro, le nuove povertà, la mancanza di lavoro ed investimenti , a fianco delle imprese che resistono, dei nostri dipendenti, dei nostri vigili, in genere a fianco di tutti coloro che il Papa con precise parole ha definito i portatori di Pace.
Non si perde certo prezioso tempo a semplificare i regolamenti comunali, ad analizzare come una diversa politica sulle nostre partecipate potrebbe aumentare la ricchezza e ridurre le tasse, a studiare come diversi ed innovativi rapporti tra pubblico e privato potrebbero migliorare l'economia ed il welfare locale, e altre baggianate simili come ad esempio mantenere la parola data al signor Pelagalli che il suo museo se lo scorda, vada pure dagli arabi.
Non siamo rasseganti dunque! Oppure è come incitava Franceshiello “facimme a moina”?
Buon anno a tutti!
"Nei discorsi di fine anno delle massime Autorità e mi riferisco al Papa, al Presidente della Repubblica, al nostro Cardinale, tre credo
siano stati i concetti proclamati che ci riguardano come Consiglio Comunale:
- la grande preoccupazione sul lavoro,
- parole di grande preoccupazione sull'emergenza sociale e sulle nuove povertà,
- la constatazione che la rassegnazione porta alla decadenza.
Come noi affrontiamo questi temi? Sul lavoro ormai sono passati due mesi dal nostro Odg e nulla si vede.
In realtà avevo sperato, alla notizia del rientro anticipato del Sindaco dalle vacanze. Certamente, sognavo, vorrà con tranquillità riflettere su questo tema e di sua mano stilare un programma di lavoro; ma sono stato bruscamente riportato alla realtà nell'apprendere la causa: il ben più importante suo voto alle primarie.
Non ho parole: è più importante fare vedere come si sia rispettosi della disciplina di partito, piuttosto che rispondere ai bisogni di tutti cittadini. Venendo alla grande emergenza sociale constatiamo con amarezza che nulla si fa se non i soliti progetti sperimentali che servono più a chi li fa che a quelli che li ricevono, mentre assistiamo indifferenti ad un aumento dello stress dei nostri dipendenti che vivono ogni giorno i drammi della gente, dalla prima linea, e li costringiamo a confrontarsi con meccanismi organizzativi che hanno perso negli ultimi anni un 16% di produttività sottraendo ulteriori risorse ai bisognosi.
Un quadro davvero sconfortante, meno visibile solo per i grandi sforzi che il volontariato fa tra mille difficoltà. La rassegnazione: no non esiste la rassegnazione! Qui si combatte ogni giorno una grande battaglia contro le ingiustizie le malversazioni, le infiltrazioni malavitose, la dilagante delinquenza che rende tutto meno sicuro, le nuove povertà, la mancanza di lavoro ed investimenti , a fianco delle imprese che resistono, dei nostri dipendenti, dei nostri vigili, in genere a fianco di tutti coloro che il Papa con precise parole ha definito i portatori di Pace.
Non si perde certo prezioso tempo a semplificare i regolamenti comunali, ad analizzare come una diversa politica sulle nostre partecipate potrebbe aumentare la ricchezza e ridurre le tasse, a studiare come diversi ed innovativi rapporti tra pubblico e privato potrebbero migliorare l'economia ed il welfare locale, e altre baggianate simili come ad esempio mantenere la parola data al signor Pelagalli che il suo museo se lo scorda, vada pure dagli arabi.
Non siamo rasseganti dunque! Oppure è come incitava Franceshiello “facimme a moina”?
Buon anno a tutti!
A cura di
Piazza Maggiore, 6