CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DI APERTURA DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI IN RICORDO DI FRANCA SERAFINI
Si trasmette il testo dell'intervento di apertura della presidente Simona Lembi in ricordo di Franca Serafini
"Vorrei ricordare in apertura di Consiglio Franca Serafini, scomparsa nei giorni scorsi, ma la notizia è stata resa pubblica solo st...
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Si trasmette il testo dell'intervento di apertura della presidente Simona Lembi in ricordo di Franca Serafini
"Vorrei ricordare in apertura di Consiglio Franca Serafini, scomparsa nei giorni scorsi, ma la notizia è stata resa pubblica solo stamane.
Classe 1931, è stata a lungo professore ordinario in Anatomia patologica all'Università di Bologna. Mi scuso con il Cosniglio comunale per non essere riuscita in così poco tempo a recuperare molte informazioni necessarie per un ricordo più ampio e intenso della sua figura, ma ho ritenuto comunque doveroso oggi in apertura di questo Consiglio comunale ricordarla.
Franca serafini è stata la prima donna ordinaria di Patologia generale, una carriera brillante, riconosciuta, una di quelle donne, all'epoca un po' più numerose di adesso, ma comunque sempre presenti, che non terminavano il proprio di lavoro di ricerca dentro l'università, ma lo proseguivano costantemente nella società che abitavano.
Di lei si ricorda una relazione forte, intensa, costante con i suoi studenti e studentesse, ma in particolare voglio ricordare che quando si è trattato, all'inizio degli anni Settanta di mettere in piedi il Centro delle Donne insieme con l'associazione Orlando, è stata tra le figure che più ha lavorato per questi obiettivi, ha aderito immediatamente a questa associazione, ed è stata la prima presidente di quel Centro.
Il suo più ampio interesse è stato nei confronti dell'annosa questione tra donne e scienza. Ha partecipato alla fondazione del Coordinamento Nazionale Donne e Scienza, diventato poi in breve tempo Associazione Nazionale. E voglio ricordare questa questione perché a noi oggi sembra si possa dare per scontata, ma solo pochi anni fa il rettore di Harvard disse che le donne non erano biologicamente portate per le materie scientifiche, contribuendo ancora a rafforzare uno stereotipo secondo cui le donne dovrebbero solo ed esclusivamente occuparsi di materie umanistiche. Non era quello che pensava Franca Serafini che invece ha dato un grandissimo contributo sul terreno dell'empowerment femminile in particolare nella scienza e la medicina.
E voglio come ultimo ricordare che gli anni in cui ha fondato il Centro delle Donne, in cui ha preteso che le istituzioni locali lo sostenessero con finanziamenti pubblici erano quelli in cui il femminismo e i centri delle donne sparsi in tutta Italia guardavano con profonda diffidenza la relazione con le istituzioni, considerandola una relazione difficile, complicata, quasi impossibile, soprattutto difficile per donne che come si diceva allora e si continua a dire "cambiare il mondo".
Franca Serafini lascia due figli, Paola ed Enrico e il marito Carlo. La figlia Paola è presente in aula e la saluto con molto affetto.
So che avremo modo nelle prossime settimane e mesi di ricordare con più precisione le figure di Franca Serafini e Marino Bosinelli.
Questo però è il momento del cordoglio e chiedo al Consiglio comunale un minuto di silenzio".
"Vorrei ricordare in apertura di Consiglio Franca Serafini, scomparsa nei giorni scorsi, ma la notizia è stata resa pubblica solo stamane.
Classe 1931, è stata a lungo professore ordinario in Anatomia patologica all'Università di Bologna. Mi scuso con il Cosniglio comunale per non essere riuscita in così poco tempo a recuperare molte informazioni necessarie per un ricordo più ampio e intenso della sua figura, ma ho ritenuto comunque doveroso oggi in apertura di questo Consiglio comunale ricordarla.
Franca serafini è stata la prima donna ordinaria di Patologia generale, una carriera brillante, riconosciuta, una di quelle donne, all'epoca un po' più numerose di adesso, ma comunque sempre presenti, che non terminavano il proprio di lavoro di ricerca dentro l'università, ma lo proseguivano costantemente nella società che abitavano.
Di lei si ricorda una relazione forte, intensa, costante con i suoi studenti e studentesse, ma in particolare voglio ricordare che quando si è trattato, all'inizio degli anni Settanta di mettere in piedi il Centro delle Donne insieme con l'associazione Orlando, è stata tra le figure che più ha lavorato per questi obiettivi, ha aderito immediatamente a questa associazione, ed è stata la prima presidente di quel Centro.
Il suo più ampio interesse è stato nei confronti dell'annosa questione tra donne e scienza. Ha partecipato alla fondazione del Coordinamento Nazionale Donne e Scienza, diventato poi in breve tempo Associazione Nazionale. E voglio ricordare questa questione perché a noi oggi sembra si possa dare per scontata, ma solo pochi anni fa il rettore di Harvard disse che le donne non erano biologicamente portate per le materie scientifiche, contribuendo ancora a rafforzare uno stereotipo secondo cui le donne dovrebbero solo ed esclusivamente occuparsi di materie umanistiche. Non era quello che pensava Franca Serafini che invece ha dato un grandissimo contributo sul terreno dell'empowerment femminile in particolare nella scienza e la medicina.
E voglio come ultimo ricordare che gli anni in cui ha fondato il Centro delle Donne, in cui ha preteso che le istituzioni locali lo sostenessero con finanziamenti pubblici erano quelli in cui il femminismo e i centri delle donne sparsi in tutta Italia guardavano con profonda diffidenza la relazione con le istituzioni, considerandola una relazione difficile, complicata, quasi impossibile, soprattutto difficile per donne che come si diceva allora e si continua a dire "cambiare il mondo".
Franca Serafini lascia due figli, Paola ed Enrico e il marito Carlo. La figlia Paola è presente in aula e la saluto con molto affetto.
So che avremo modo nelle prossime settimane e mesi di ricordare con più precisione le figure di Franca Serafini e Marino Bosinelli.
Questo però è il momento del cordoglio e chiedo al Consiglio comunale un minuto di silenzio".
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Piazza Maggiore, 6