Consiglio comunale, l'intervento della vicesindaca Clancy per esprimere solidarietà con la relatrice speciale ONU Francesca Albanese
Descrizione
"Care consigliere, cari consiglieri,
oggi voglio onorare una tradizione importante del nostro Consiglio Comunale: la capacità di volgere lo sguardo oltre i confini della nostra città, riconoscendo il valore universale dei diritti umani e il dovere delle istituzioni democratiche di non rimanere in silenzio di fronte alle ingiustizie. Bologna è Bologna anche per questo.
Non è certo la prima volta che si parli in quest’aula di quanto stia avvenendo in Palestina. Negli anni, questo Consiglio ha promosso ordini del giorno, conferenze, mostre. Sono state assunte posizioni pubbliche per il cessate il fuoco e contro la fornitura di armamenti a Israele. Sulla facciata di Palazzo d’Accursio campeggia la scritta “Fermate il Governo di Israele, Save Gaza”. Recentemente la maggioranza ha annunciato l’intenzione – che spetta alla decisione di questo Consiglio – di conferire la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini palestinesi rifugiati presenti nella nostra città.
Eppure, nonostante le manifestazioni, i boicottaggi, gli eventi di raccolta fondi o l’invio di aiuti umanitari sono certa capiti anche a voi di scorrere le notizie e sentirvi sopraffatte dal senso di impotenza, quasi anestetizzate davanti a cotanto orrore, per poi provare vergogna nel sapere che noi stiamo solo guardando quanto avviene, c’è chi lo sta vivendo, e come minimo dunque abbiamo il dovere di non lasciarci paralizzare. Di continuare a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità.
È in qualche modo una novità del secolo che abitiamo assistere a un genocidio in diretta mondiale. Ogni singolo giorno vediamo il conteggio delle vittime che aumenta, l’acqua che non è mai abbastanza, il cibo, i farmaci, gli aiuti umanitari bloccati deliberatamente che marciscono nei camion incolonnati ai valichi. Ogni singolo giorno immagini di famiglie spezzate per sempre, persone ammazzate in fila per un pacco di farina, bambini affamati, donne che usano pezzi di tende come prodotti mestruali e cercano pratiche sanitarie per evitare di avere il ciclo in quelle condizioni… le persone a Gaza hanno accesso a una doccia circa una volta ogni due o tre settimane.
Le cifre parlano di oltre 60.000 vittime civili, di cui di cui 20.000 minori, 115.000 feriti e mutilati. Intere generazioni cancellate. È stato detto che dal 7 ottobre a oggi, ogni giorno è stata annientata l’equivalente di un’intera classe di bambine e bambini. Proviamo a immaginarla, quella classe: sogni, sorrisi, paure. Annientate.
E questo massacro è rivendicato quotidianamente senza pudore, così come la volontà di espulsione della popolazione Palestinese da Gaza, dalle frange più estreme - ma non solo - del Governo di Israele.
In questo contesto, luglio 2025 rischia di essere ricordato come uno dei mesi più bui per chi, come noi, crede nel ruolo delle istituzioni e del diritto internazionale. Perché non vi è organizzazione internazionale, anche la più autorevole, che non sia in questo tempo vittima di attacchi tendenti a screditarla e a minarne le basi, non fa eccezione nemmeno l'Organizzazione delle Nazioni Unite. Di questo tentativo di smantellamento, badate bene, pagheremo tutte e tutti le conseguenze. Non si tratta di un mero effetto collaterale, ma di un disegno che mira a smantellare tutti gli strumenti che la comunità internazionale si è data per evitare i conflitti.
È di questi giorni l’annuncio del segretario di stato statunitense Marco Rubio di imporre sanzioni contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Il suo mandato – affidato dal Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU – è quello di vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali del popolo palestinese e di promuovere il diritto internazionale. Non è la prima volta che chi lavora per la giustizia internazionale viene intimidito: lo stesso era accaduto quando l’amministrazione Trump minacciò la Corte penale internazionale. Quale perverso e scellerato messaggio di impunità passa per chi viola ogni giorno i diritti umani davanti a fatti del genere?
Ma non sono solo gli Stati Uniti a deludere. Anche in Europa si è persa un’occasione storica. La scorsa settimana l’Alta rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, Kaja Kallas, aveva proposto un pacchetto di sanzioni e la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele a fronte delle gravi violazioni del diritto internazionale. La proposta, sostenuta da paesi come Spagna e Irlanda, aveva però bisogno dell’unanimità: anche la nostra Italia ha votato contro.
È in momenti come questi che le istituzioni locali possono scegliere se rimanere spettatrici o esercitare il proprio ruolo nel costruire consapevolezza, pressione politica e solidarietà.
Per questo, oggi chiedo al Consiglio Comunale di Bologna sostenere istituzionalmente Francesca Albanese. Per la competenza, il coraggio, la coerenza con cui porta avanti il proprio mandato in difesa dei diritti umani. Perché non sia sola. Contro i potenti del mondo che pensano di silenziarla e sanzionarla, Bologna sia ancora una volta città rifugio, accolga e sostenga Francesca Albanese, con una cittadinanza onoraria o altra onorificenza. I modi, i tempi, la scelta dello strumento spetta a voi, consigliere e consiglieri, è vostra la titolarità.
Io vi chiedo solo che Bologna ci sia. Ancora una volta, città rifugio. Ancora una volta, dalla parte giusta della storia".