CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI IN RICORDO DI NELLA BARONCINI


Di seguito l'intervento tenuto dalla Presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, per ricordare Nella Baroncini. Al termine dell'intervento il Consiglio comunale e il sindaco Merola hanno osservato un minuto di silenzio.

"Signor Sindaco, S...

Pubblicato il: 

Descrizione

Di seguito l'intervento tenuto dalla Presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, per ricordare Nella Baroncini. Al termine dell'intervento il Consiglio comunale e il sindaco Merola hanno osservato un minuto di silenzio.

"Signor Sindaco, Signori consiglieri, Signore consigliere,
sono stata informata nella giornata di ieri dalla Presidente di Aned Bologna, Irene Priolo, della scomparsa, di Nella Baroncini.

Ricorderete, perché è stata ricordata anche in un altro contesto sempre in Consiglio comunale la sua figura che voglio oggi richiamare. Di origini umili, nata il 26 agosto 1925 a Bologna, collaborò fin da giovanissima nella 7.a Brigata GAP Gianni Garibaldi e nel febbraio 1944 fu arrestata dalle SS assieme a tutta la famiglia: al padre, alla madre, alle sorelle Iole e Lina. Inizialmente finirono parte di lor nel carcere di San Giovanni in Monte e altre al comando delle SS in viale Risorgimento, passarono poi nel campo di Fossoli di Carpi dove restarono tre mesi, e poi furono destinati a campi di prigionia in Germania. Le donne vennero internate a Ravensbrück il 6 agosto del 1944. Come ricorderete, abbiamo avuto modo di farlo in Consiglio comunale, raccontare la Resistenza e l'internamento delle donne nei campi di concentramento non fu cosa semplice richiese molto tempo. L'esperienza di questa famiglia ed in particolare di Nella Baroncini è stata richiamata in un libro della metà del secolo scorso di Beccaria Ridolfi/Bruzzone “Le donne di Ravensbrück. Testimonianze di deportate politiche italiane” di cui Primo Levi, in una recensione del libro, pubblicata su “La Stampa” del '78 ebbe a dire la testimonianza delle sorelle Lina e Nella Baroncini come “la più commovente: viene deportata l'intera famiglia, madre, padre e tre figlie, e nelle parole ingenue e coraggiose delle due sole superstiti affiora il dolore più atroce, quello che si prova per i famigliari che ti muoiono davanti, giorno per giorno, al di là di ogni possibile soccorso”.

Ho già detto che abbiamo già avuto modo di ricordare i una seduta solenne dedicata a questi fatti la figura di Nella Baroncini, che avevamo invitato a partecipare ma che non riuscì per ovvi motivi ad accogliere il nostro invito ma ebbe a dire qualcosa che voglio ricordare oggi, lo disse a me nel momento dell'invito, "Non raccontate di me, io sono solo una delle tante, raccontate quei fatti". E allora voglio raccontare parte della sua storia, quella in cui il 24 febbraio del 1944 la sua famiglia fu interamente deportata, il padre padre perse la vita ad Hartheim, vicino a Mauthausen, le donne a Ravensbrück. "Non ci volle molto - ebbe a dire della sua esperienza Nella Baroncini - a capire la realtà: tutt'attorno vedemmo subito masse di donne di ogni età, ridotte a pelle e ossa. Ci fecero la doccia, poi ci denudarono tutte, ci passarono in rassegna, poi ci diedero due stracci per coprirci un po’ e ci misero nelle baracche e ci numerarono; io avevo il numero 49553. Ci ammalavamo tutte. Ci dissero che eravamo già state destinate ai forni crematori e non c’era che da aspettare il turno, ormai vicinissimo: non volevano lasciare testimoni. E invece una mattina, sentii un gran trambusto di fuori e infine arrivarono i russi. Era il 30 aprile 1945. A casa trovai Lina e fu una grande gioia. Ma ormai la nostra famiglia era distrutta: papa, mamma e Jole avevano finito la loro vita nell'inferno nazista.”

Voglio a nome del Consiglio comunale esprimere le nostre più sentite condoglianze ai familiari della signora Baroncini in particolare alla nipote Giorgia Poli. Per questo invito il Consiglio comunale di Bologna a tenere un minuto di silenzio in memoria della signora Baroncini".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

Back to top