Consiglio comunale, l’intervento del sindaco Matteo Lepore sul conferimento della cittadinanza onoraria di Bologna alla Brigata Friuli
Descrizione
Di seguito, l'intervento del sindaco Matteo Lepore a conclusione del dibattito in Consiglio comunale sul conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata Friuli.
"Grazie presidente e voglio ringraziare i consiglieri e le consigliere per questa espressione così importante, attorno a questa proposta di cittadinanza. Abbiamo condiviso assieme un incontro direttamente sul posto, abbiamo toccato con mano anche in questi anni in tutte le occasioni del 21 aprile del 25 aprile quale sia l'attaccamento della Brigata alla nostra città e all'evento della Liberazione della nostra città.
È importante per noi fare memoria è importante per noi conoscere le persone che vivono all'interno delle caserme della nostra città e quindi è, credo, una cittadinanza che si vuole rivolgere anche agli operatori dell'Esercito italiano che sono così presenti nel nostro territorio, un territorio dove molti di loro decidono di prendere anche la residenza di lavorare e portare anche le proprie famiglie. Riconoscere l'Esercito italiano non è un semplice gesto istituzionale, ma una doverosa attenzione da parte di questo Consiglio rispetto anche ad un settore del mondo del lavoro da quando l'Esercito si è deciso che fosse un soggetto tradizionale, ma anche professionale.
Bologna sta facendo delle proprie caserme un motivo di rigenerazione urbana per quanto riguarda le aree dismesse, ma non dobbiamo dimenticarci le caserme esistenti con le persone che ci vivono dentro, rappresentano dei valori e per noi ricordare che la bandiera italiana ricorda ciò che è stato fatto per rendere la nostra patria libera e resistente è molto importante. La brigata Friuli ha fatto parte di questa storia che ha dato vita alla nostra Costituzione e alla libertà di questo paese. Lo ha fatto quando anche era molto difficile parteggiare per ciò che sarebbe poi nato attraverso la Liberazione e la Resistenza e l'intervento degli alleati sul territorio italiano, quando un'altra parte del mondo a livello nazionale aveva scelto di stare con chi questo Paese aveva deciso di conquistarlo e di dominarlo.
Credo sia importante raccontare questa parte della storia molto poco conosciuta, fa parte di un percorso che abbiamo intrapreso già da tempo, anche quando abbiamo ospitato qui a palazzo comunale, in occasione di un precedente 25 aprile una mostra dedicata ai crimini di guerra nel territorio italiano e in Europa attraverso le immagini e i documenti dell'archivio della vergogna, attraverso un lavoro giudiziario molto accurato, non solo attorno alla strage di Marzabotto, ma anche attraverso una ricostruzione dei crimini di guerra portati dallo stesso esercito italiano in Italia e nel mondo. Fa parte di quel più complessivo progetto della memoria che deve andare oltre quelle che sono le divisioni dell'oggi, ma più in profondità rispetto a quelle che sono i motivi di quei valori fondativi del nostro stare insieme.
Preferisco portare avanti un lavoro sulla memoria che non cancella il passato, ma anzi lo approfondisce, per ritrovare i motivi per cui il nostro paese sta insieme. In questo caso, abbiamo di fronte a noi una componente dell'Esercito italiano che ha operato con valori in vari contesti e che anche recentemente ha visto la consegna della Bandiera d'onore della Brigata a uno dei suoi rappresentanti. Un evento molto commovente che si è avuto anche in occasione della venuta dei polacchi, altri liberatori della nostra città, con tanti veterani e abbiamo visto quanto per il popolo polacco oggi quello che è successo nella nostra città rappresenta ancora un grande valore di unità e per la democrazia.
Credo che noi dobbiamo assolutamente ricordarci quindi di questo modello storico e dobbiamo farlo non per cancellare ciò che è stato, ma per essere più forti oggi nell'affrontare temi che sono molto importanti rispetto a dove il mondo oggi purtroppo sta andando: si è ritornato a parlar di guerra di conflitti di uno degli eserciti di forze di interposizione. Ecco, è molto importante non rimuovere dalla nostra storia, ma anzi decidere di affrontare la storia che abbiamo avuto, perché la storia la facciamo tutti insieme ogni giorno e parte dalle nostre scelte dal protagonismo degli uomini e delle donne.
Avere dei corpi professionisti impegnati nei contesti di guerra e di pace fa parte del nostro presente, farà sempre più parte del nostro futuro e credo che, in modo democratico, scegliere di conoscere di integrare nella nostra città queste tematiche e queste persone, le loro competenze, sia molto importante per essere ancora più capaci di affrontare anche temi così complessi.
La Brigata è all'interno anche di un complesso che si sta rinnovando, sarà anche l'occasione quella di portare scuole e cittadini all'interno della caserma per visitare il museo, per conoscerlo e per conoscere anche il lavoro che sulla memoria in modo autentico e indipendente, l'esercito ha deciso di portare avanti, ma anche per conoscere la rigenerazione urbana di quella parte di Bologna che molti conoscono come un muro, quello appiccicato a un cantiere, ma che in realtà presto vedremo essere un nuovo intervento abitativo per decine di persone che vivono in un quartiere della nostra città".