CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DEL CONSIGLIERE STEFANO ALDROVANDI (INS PER BO)
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi "La nascita della nuova Città Metropolitana".
"Una delle frasi che mi ha colpito durante l'intenso dibattito politico della scorsa settimana, è stata una ...
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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi "La nascita della nuova Città Metropolitana".
"Una delle frasi che mi ha colpito durante l'intenso dibattito politico della scorsa settimana, è stata una frase di Matteo Renzi. Rispondendo all'opposizione interna, ha detto “ facile governare con
l'economia in crescita, difficile è governare in una fase di crisi come quella attuale”.
Partiamo da qui per esaminare i temi che la neonata Città Metropolitana dovrà affrontare da subito. Il neo Sindaco Metropolitano Merola, nel discorso fatto lunedì in Consiglio Comunale, ha parlato essenzialmente di nuovo Statuto. Dato che è ovvio che con il solo Statuto non si mangia, e che lo Sviluppo Economico è tema di competenza della Città Metropolitana. vediamo
quale sia il quadro economico che si dovrà affrontare. A livello metropolitano, le persone in cerca di lavoro sono circa 92.000. Se si guarda la disoccupazione giovanile, abbiamo un triste record in Italia con il 45,7% di giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca di prima occupazione. Altro discorso dolente sono le ore di CIG aumentate, anno su anno, del 10%, con un preoccupante aumento della CIG straordinaria del 27,4% e di quella in deroga del 6,1%, queste ultime anticamere purtroppo del licenziamento. Non tocchiamo il tema degli sfrattati, degli indigenti cronici, servirebbe molto più tempo. La conclusione è purtroppo chiara: se si considerano l'insieme dei dati e se si considerano i nuclei familiari nel loro complesso, emerge un quadro di quasi 200.000 persone a rischio povertà nel nostro territorio metropolitano. A questa massa immane di persone, che hanno bisogno subito, non domani o dopo, non si possano raccontare le balle del Piano Strategico Metropolitano, bisogna dare loro risposte concrete fin da subito. Merola questa settimana, ha prontamente ripreso un frase di Renzi La sinistra, ha detto, deve abbandonare parole come “padroni” e parlare di “imprenditori ed imprese”. Mi auguro che per Merola questo non sia un slogan elettorale ma ne conseguano atti di governo concreti. Ben vengano le Philip Morris, i Mast, i Golinelli, i Masotti, i Farinetti. Ma serve di più, molto di più. Serve creare attorno alle Società pubbliche metropolitane, che ricordo, direttamente e con il loro indotto fatturano 7 miliardi di euro, una rete di
PMI, che sviluppino tecnologie e lavoro. Manca lo ha detto chiaramente, perché Merola tace? Servono almeno 1000 nuove imprese, 1000 nuovi imprenditori, che vanno aiutati sia alimentando il mercato interno metropolitano, sia e soprattutto, con nuovi strumenti finanziari che sopperiscano alla cronica insufficienza di capitale di debito e di rischio. Il caso Scuole ha dato la certezza che l'utilizzo del patrimonio immobiliare in fondi dedicati è al di fuori del patto di stabilità. Vanno costruiti, nella medesima maniera, fondi per lo Sviluppo. Serve un impegno preciso, che coinvolga tutte le forze politiche e sociali della provincia. Serve uscire dai salotti, dai convegni, anche qui cito Renzi, e lavorare ventre a terra per creare impresa e lavoro. Merola ne deve essere capace, non si possono tollerare indecisioni, incapacità dubbi, ostilità preconcette, non ce lo possiamo permettere, i cittadini non se lo possono permettere!
La Città Metropolitana nasce per questo. Un ulteriore punto su cui mi voglio soffermare riguarda l'indeterminatezza sulle regole amministrative, con la quale nascono le nuove Città Metropolitane.
Ritengo che questo non lo si debba considerare un punto di debolezza, ma al contrario un punto di forza, se si sa innovare con coraggio. Quale occasione migliore per liberarsi di vetusti gioghi amministrativi, per sperimentare liberamente innovazioni di vera semplificazione delle nostre obsolete macchine amministrative, per innovare nel sostegno al lavoro ed all'impresa?
Quale occasione migliore, con i vicini rinnovi amministrativi regionali, per chiedere per la nuova Città Metropolitana Bolognese questa autonomia. Chiederlo con forza con forza, facendone, per Bologna, un vero e sentito cavallo di battaglia politica!
Viene invocato il civismo, parola che può essere senza contenuti se si immagina solo di caratterizzarlo con nomi di persone che lo possano vagamente identificare. Persone che, una volta esaurito il loro compito di specchietti per le allodole, verranno prontamente messi in un angolo, come sempre accaduto. Il Civismo vero non viene da singole persona, ma viene dalla Politica, avanzando sfide che diano agli elettori la precisa sensazione che si lavori per i loro reali interessi. Non ci sono alibi, non ci sono scuse, se vi vuole uscire dal grigio impasse attuale, lo sviluppo di una nuova economia del territorio è il campo di battaglia sul quale devono essere giudicati i nuovi amministratori".
"Una delle frasi che mi ha colpito durante l'intenso dibattito politico della scorsa settimana, è stata una frase di Matteo Renzi. Rispondendo all'opposizione interna, ha detto “ facile governare con
l'economia in crescita, difficile è governare in una fase di crisi come quella attuale”.
Partiamo da qui per esaminare i temi che la neonata Città Metropolitana dovrà affrontare da subito. Il neo Sindaco Metropolitano Merola, nel discorso fatto lunedì in Consiglio Comunale, ha parlato essenzialmente di nuovo Statuto. Dato che è ovvio che con il solo Statuto non si mangia, e che lo Sviluppo Economico è tema di competenza della Città Metropolitana. vediamo
quale sia il quadro economico che si dovrà affrontare. A livello metropolitano, le persone in cerca di lavoro sono circa 92.000. Se si guarda la disoccupazione giovanile, abbiamo un triste record in Italia con il 45,7% di giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca di prima occupazione. Altro discorso dolente sono le ore di CIG aumentate, anno su anno, del 10%, con un preoccupante aumento della CIG straordinaria del 27,4% e di quella in deroga del 6,1%, queste ultime anticamere purtroppo del licenziamento. Non tocchiamo il tema degli sfrattati, degli indigenti cronici, servirebbe molto più tempo. La conclusione è purtroppo chiara: se si considerano l'insieme dei dati e se si considerano i nuclei familiari nel loro complesso, emerge un quadro di quasi 200.000 persone a rischio povertà nel nostro territorio metropolitano. A questa massa immane di persone, che hanno bisogno subito, non domani o dopo, non si possano raccontare le balle del Piano Strategico Metropolitano, bisogna dare loro risposte concrete fin da subito. Merola questa settimana, ha prontamente ripreso un frase di Renzi La sinistra, ha detto, deve abbandonare parole come “padroni” e parlare di “imprenditori ed imprese”. Mi auguro che per Merola questo non sia un slogan elettorale ma ne conseguano atti di governo concreti. Ben vengano le Philip Morris, i Mast, i Golinelli, i Masotti, i Farinetti. Ma serve di più, molto di più. Serve creare attorno alle Società pubbliche metropolitane, che ricordo, direttamente e con il loro indotto fatturano 7 miliardi di euro, una rete di
PMI, che sviluppino tecnologie e lavoro. Manca lo ha detto chiaramente, perché Merola tace? Servono almeno 1000 nuove imprese, 1000 nuovi imprenditori, che vanno aiutati sia alimentando il mercato interno metropolitano, sia e soprattutto, con nuovi strumenti finanziari che sopperiscano alla cronica insufficienza di capitale di debito e di rischio. Il caso Scuole ha dato la certezza che l'utilizzo del patrimonio immobiliare in fondi dedicati è al di fuori del patto di stabilità. Vanno costruiti, nella medesima maniera, fondi per lo Sviluppo. Serve un impegno preciso, che coinvolga tutte le forze politiche e sociali della provincia. Serve uscire dai salotti, dai convegni, anche qui cito Renzi, e lavorare ventre a terra per creare impresa e lavoro. Merola ne deve essere capace, non si possono tollerare indecisioni, incapacità dubbi, ostilità preconcette, non ce lo possiamo permettere, i cittadini non se lo possono permettere!
La Città Metropolitana nasce per questo. Un ulteriore punto su cui mi voglio soffermare riguarda l'indeterminatezza sulle regole amministrative, con la quale nascono le nuove Città Metropolitane.
Ritengo che questo non lo si debba considerare un punto di debolezza, ma al contrario un punto di forza, se si sa innovare con coraggio. Quale occasione migliore per liberarsi di vetusti gioghi amministrativi, per sperimentare liberamente innovazioni di vera semplificazione delle nostre obsolete macchine amministrative, per innovare nel sostegno al lavoro ed all'impresa?
Quale occasione migliore, con i vicini rinnovi amministrativi regionali, per chiedere per la nuova Città Metropolitana Bolognese questa autonomia. Chiederlo con forza con forza, facendone, per Bologna, un vero e sentito cavallo di battaglia politica!
Viene invocato il civismo, parola che può essere senza contenuti se si immagina solo di caratterizzarlo con nomi di persone che lo possano vagamente identificare. Persone che, una volta esaurito il loro compito di specchietti per le allodole, verranno prontamente messi in un angolo, come sempre accaduto. Il Civismo vero non viene da singole persona, ma viene dalla Politica, avanzando sfide che diano agli elettori la precisa sensazione che si lavori per i loro reali interessi. Non ci sono alibi, non ci sono scuse, se vi vuole uscire dal grigio impasse attuale, lo sviluppo di una nuova economia del territorio è il campo di battaglia sul quale devono essere giudicati i nuovi amministratori".
A cura di
Piazza Maggiore, 6