CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D' INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI


Di seguito l'Intervento d' inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (AmBoVe):

"Io non ho niente contro le persone che seguono la religione cristiana, musulmana o ebraica. Il fatto che io creda che siano stati gli esseri umani a creare Dio...

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Di seguito l'Intervento d' inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (AmBoVe):

"Io non ho niente contro le persone che seguono la religione cristiana, musulmana o ebraica. Il fatto che io creda che siano stati gli esseri umani a creare Dio e non viceversa, come credono loro, anche con tantissime e straordinarie sfumature interpretative, non è mai stato un ostacolo nel fare amicizia, nel lavorare insieme, nel volersi bene sul serio o nel mandarsi a quel paese. Anzi, io sono affascinato da molte delle narrazioni religiose come lo sono da quelle mitologiche e folcloriche, tanto più quando ne esploro richiami e rimandi che attraversano tempi e spazi del nostro essere viventi e pensanti e ci riportano alla nostra comune, irriducibile e fragile natura umana. Ho un problema serio invece con quella parte di loro, musulmani, induisti, ebrei o cristiani che, con quantità e capacità di penetrazione ed oppressione che dipendono dai tempi storici e dalle aree geografiche, dalla dimensione del disagio e delle tragedie umane, dal tasso di ingiustizia che hanno subito, dalla volontà di riscatto ma anche dalla volontà di difendere un privilegio o un potere, compreso quello dell'uomo sulla donna, vogliono decidere come dovremmo vestirci, come dovremmo nascere o morire, i modi "giusti" in cui dovremmo amare, cosa dovremmo leggere scrivere e rendicontare, di che cosa dovremmo ridere o piangere. I loro nemici sono indifferentemente gli appartenenti alla loro stessa religione o ad altre, o sono gli "infedeli". Nei loro confronti ho qualche problema lo confesso, e bado bene a tenere sopita la bestia dell'intolleranza che si annida in ognuno di noi. Oserei dire che li odio abbastanza, perché le conseguenze delle loro azioni sono altrettanto devastanti dei gesti compiuti, che siano l'esecuzione a freddo di un medico davanti ad una clinica o la gogna riservata alle donne che vogliono abortire, o il massacro di intere famiglie in un villaggio o la strage di pochi giorni fa. Le conseguenze vanno anche al di là di queste azioni. I fondamentalismi seminano odio, volontà di vendetta, chiusure identitarie, false unità etniche o nazionali, scontri di "civiltà" che nascondono il conflitto tra oppressi ed oppressori dentro le civiltà tra possessori di ricchezze immense e miliardi di esseri umani sfruttati. In questo senso, in mano ai fondamentalisti la religione torna ad essere oppio per i popoli, offrendo una falsa realtà in cui esercitare divisioni fondate sulla razza, sul "libro" e sul credo e non sulle azioni concrete che possono rendere gli esseri umani liberi invece che sottomessi.
Ebbene sì, io li odio, i fondamentalisti, tanti o pochi o chiunque e dovunque siano, perché LORO sono un NOI fatto di sangue, razza o fede, precetti ed ordini dall'alto, mentre il mio "noi", oggi ancora più di ieri, si chiama, Amhed, Charlie, Sara, Fatima, Pietro, Giacomo, Bianca, Irina, Anxela, e il "dove" è qualunque luogo al mondo dove possano riconoscersi per quello che sono, prima di tutto persone. Per questo la prima cosa da fare è abbattere i muri, demolire le frontiere, seminare la cultura della libertà e dell'uguaglianza, edificare scuole e praticare l'istruzione come luogo di integrazione e non di selezione, raccontarsi, da credenti o da atei, i tanti possibili perché noi siamo quello che siamo, con tutti i nostri limiti e le possibilità di trasformare l'esistente ed insieme annientare la peste nera del razzismo, che si insinua come il veleno di un serpente approfittando del sonno delle nostre ragioni. Il serpente che dobbiamo schiacciare non è il diavolo o il Dio di qualcuno, ma quello dell'ingiustizia, che addenta gli esseri umani iniettando il veleno dell'intolleranza e del fanatismo.
Ha ragione il nostro concittadino e inviato RAI Amedeo Ricucci: "c'è già abbastanza odio, risentimento e frustrazione per trovare in un attimo qualche balordo invasato dal fanatismo religioso e pronto ad uccidere."
Altro che guerre e frontiere. Qui bisogna ricostruire innanzi tutto la speranza, dare una risposta a chi è nato qui ma scopre che anche se suo padre si è spezzato la schiena per anni, non è riuscito a rendere suo figlio uguale agli altri. E' vero, ci vogliono leggi speciali e provvedimenti d'emergenza, nell'istruzione, nelle politiche sociali, nelle pratiche di accoglienza. Per una persona che si fa uccidere dopo avere ucciso pensando di andare in paradiso, ce ne sono tante che l'inferno di una vita senza speranza se lo portano dentro. Dare la speranza significa togliere le piante malsane dove striscia il serpente. Ringrazio infine tutte le donne e gli uomini di buona volontà che anche a Bologna si stanno battendo per la speranza con azioni e gesti concreti e quotidiane. Insieme ai nostri insegnanti ed educatori, sono loro la nostra arma migliore, e il 22 febbraio, giornata delle lingue madri, avremo una ragione in più per incontrarci e ringraziarli. Sono le persone che parlano di una società più giusta senza tradire senza tradire, a differenza dei tanti capi di stato e di governo che, separatamente dalla meravigliosa piazza del popolo di Parigi, sfilavano ipocritamente in difesa degli ideali che quotidianamente tradiscono."

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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