CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE BENEDETTO ZACCHIROLI
Di seguito l'Intervento di inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (PD) sulla città metropolitana
"Da Provincia a metropoli il il passo non è breve ma può essere decisivo.
Dopo 155 anni sul nostro territorio scompare la Provinci...
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Di seguito l'Intervento di inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (PD) sulla città metropolitana
"Da Provincia a metropoli il il passo non è breve ma può essere decisivo.
Dopo 155 anni sul nostro territorio scompare la Provincia di Bologna. Da domani, con l'ultimo Consiglio provinciale, la politica amministrativa lascia definitivamente palazzo Malvezzi. Da anni se ne parlava. Possiamo discutere sui modi, ma il fatto è compiuto. Con quella scomparsa nasce la città metropolitana: della stessa si discute da anni e se ne discuterà tanto nel futuro più prossimo.
Se da una parte va un saluto e un grazie alla Presidente Draghetti, alla sua giunta, ai colleghi consiglieri e ai loro predecessori, dall'altra si guarda al nuovo ente che nasce, guidato dal nostro Sindaco e quindi dal Capoluogo. I passaggi istituzionali li conosciamo tutti, ma saranno secchi e inutili se non avranno una preparazione e un attento attecchimento sul terreno metropolitano e quindi tra i cittadini che abitano la nostra città che diventa più grande.
Se da una parte viene spontaneo pensare alla necessità di un ente di primo grado sappiamo che la prima cosa a cui pensare è la distribuzione delle competenze amministrative, seguendo vie nuove e non solo distribuendole come se fossero carte di un mazzo per una partita qualunque. Perché quello in cui, ognuno di noi, con le sue competenze, dovrà cimentarsi nei prossimi mesi sarà un gioco nuovo.
I mesi che ci troviamo di fronte sono quelli di una sfida che per noi che ci occupiamo di questi temi può e deve essere appassionante. La costruzione di un livello amministrativo inedito, che non può essere la copia sbiadita di quello che domani chiude i battenti, altrimenti non si capirebbe perché eliminarlo; la sua ideazione e la sua costruzione può essere avvincente. La sfida che tutti abbiamo davanti, maggioranze e opposizioni, partiti politici e società civile è quella di immaginare una struttura realmente nuova che risponda alle domande del cittadino con velocità e efficacia inedite per i nostri parametri.
Saranno mesi in cui condurre una battaglia al rialzo, con l'orizzonte di una metropoli che il prima possibile arrivi ad essere amministrata da un Sindaco eletto da tutti i suoi cittadini, senza le paure che in noi bolognesi può generare il fatto di riorganizzare la nostra istituzione in municipalità. La paura non può esserci, se non quella di diventare più grandi, paura comprensibile e per questo il lavoro che ci sta davanti è quanto di più delicato possiamo immaginare. Anche per i comuni dell'area metropolitana non sarà facile: condividere prerogative che fino ad oggi sono state schiettamente comunali, come ad esempio la fiscalità, non sarà un passo semplice, ma in cambio di poteri più ampi, ancorché da condividere.
Per questo il primo step non potrà che essere culturale, partendo dalle comuni radici, quelle della "bolognesità", che da Piazza Maggiore, nei secoli si è irradiata fino ai confini di quella che oggi ancora esiste soltanto come nome ma che insieme, tutti, dobbiamo riempire di contenuti credibili nei confronti dei nostri cittadini.
La sfida. A chi chiude le porte diciamo grazie, alla modernità che ci aspetta diciamo benvenuta. È ora di uscire dall'adolescenza amministrativa, è ora di non avere paura di diventare grandi. Da questi banchi siamo pronti, chiediamo a tutto il territorio provinciale, ai sindaci appena eletti come a quelli che sono già in carica, alle loro giunte e ai loro consigli, di apprestarsi a un lavoro che potrà essere bello e appassionante quanto il servizio ai cittadini che ogni giorno ci fa svegliare e faticare per tutti e per il futuro di questa terra, che da domani avrà una possibilità nuova per essere all'altezza del suo passato".
"Da Provincia a metropoli il il passo non è breve ma può essere decisivo.
Dopo 155 anni sul nostro territorio scompare la Provincia di Bologna. Da domani, con l'ultimo Consiglio provinciale, la politica amministrativa lascia definitivamente palazzo Malvezzi. Da anni se ne parlava. Possiamo discutere sui modi, ma il fatto è compiuto. Con quella scomparsa nasce la città metropolitana: della stessa si discute da anni e se ne discuterà tanto nel futuro più prossimo.
Se da una parte va un saluto e un grazie alla Presidente Draghetti, alla sua giunta, ai colleghi consiglieri e ai loro predecessori, dall'altra si guarda al nuovo ente che nasce, guidato dal nostro Sindaco e quindi dal Capoluogo. I passaggi istituzionali li conosciamo tutti, ma saranno secchi e inutili se non avranno una preparazione e un attento attecchimento sul terreno metropolitano e quindi tra i cittadini che abitano la nostra città che diventa più grande.
Se da una parte viene spontaneo pensare alla necessità di un ente di primo grado sappiamo che la prima cosa a cui pensare è la distribuzione delle competenze amministrative, seguendo vie nuove e non solo distribuendole come se fossero carte di un mazzo per una partita qualunque. Perché quello in cui, ognuno di noi, con le sue competenze, dovrà cimentarsi nei prossimi mesi sarà un gioco nuovo.
I mesi che ci troviamo di fronte sono quelli di una sfida che per noi che ci occupiamo di questi temi può e deve essere appassionante. La costruzione di un livello amministrativo inedito, che non può essere la copia sbiadita di quello che domani chiude i battenti, altrimenti non si capirebbe perché eliminarlo; la sua ideazione e la sua costruzione può essere avvincente. La sfida che tutti abbiamo davanti, maggioranze e opposizioni, partiti politici e società civile è quella di immaginare una struttura realmente nuova che risponda alle domande del cittadino con velocità e efficacia inedite per i nostri parametri.
Saranno mesi in cui condurre una battaglia al rialzo, con l'orizzonte di una metropoli che il prima possibile arrivi ad essere amministrata da un Sindaco eletto da tutti i suoi cittadini, senza le paure che in noi bolognesi può generare il fatto di riorganizzare la nostra istituzione in municipalità. La paura non può esserci, se non quella di diventare più grandi, paura comprensibile e per questo il lavoro che ci sta davanti è quanto di più delicato possiamo immaginare. Anche per i comuni dell'area metropolitana non sarà facile: condividere prerogative che fino ad oggi sono state schiettamente comunali, come ad esempio la fiscalità, non sarà un passo semplice, ma in cambio di poteri più ampi, ancorché da condividere.
Per questo il primo step non potrà che essere culturale, partendo dalle comuni radici, quelle della "bolognesità", che da Piazza Maggiore, nei secoli si è irradiata fino ai confini di quella che oggi ancora esiste soltanto come nome ma che insieme, tutti, dobbiamo riempire di contenuti credibili nei confronti dei nostri cittadini.
La sfida. A chi chiude le porte diciamo grazie, alla modernità che ci aspetta diciamo benvenuta. È ora di uscire dall'adolescenza amministrativa, è ora di non avere paura di diventare grandi. Da questi banchi siamo pronti, chiediamo a tutto il territorio provinciale, ai sindaci appena eletti come a quelli che sono già in carica, alle loro giunte e ai loro consigli, di apprestarsi a un lavoro che potrà essere bello e appassionante quanto il servizio ai cittadini che ogni giorno ci fa svegliare e faticare per tutti e per il futuro di questa terra, che da domani avrà una possibilità nuova per essere all'altezza del suo passato".
A cura di
Piazza Maggiore, 6