Consiglio comunale, intervento del Sindaco sul conferimento della cittadinanza onoraria alla comunità dei bambini di Gaza nella città di Bologna
Descrizione
Nel corso della seduta ordinaria di oggi, il sindaco Matteo Lepore è intervenuto in Consiglio comunale sul conferimento della cittadinanza onoraria alla comunità dei bambini di Gaza nella città di Bologna.
Di seguito, il testo dell'intervento:
"Grazie, Presidente. Ringrazio i Consiglieri e le Consigliere per la presentazione di questa proposta e anche per il confronto, che ci permette di affrontare un momento tra i più importanti del nostro mandato, come purtroppo ne sono accaduti altri, di accoglienza di persone che vengono portate nel nostro territorio da contesti di guerra. Uso questo termine, perché, nel caso delle famiglie palestinesi, non avrebbero voluto fuggire dalla loro terra, ma sono state filtrate di fatto dal loro paese per motivi sanitari, medici o per ricongiungimenti familiari. In questo momento ci sono 122 persone, novantanove sono accolte nel sistema Sai, tredici al di fuori del sistema Sai. Significa che sono di fatto gestite dall’Amministrazione comunale e dall’Asp con anche le risorse che lo Stato concede a questo sistema così importante, che complessivamente ci permette di prenderci cura dell’accoglienza in città. Di queste, cinquantasette sono adulti, quarantadue sono minori, in totale sessantadue donne e trentasette uomini, sedici nuclei e una persona singola. Persone che sono arrivate in questo ultimo anno a seguito di ferite molto gravi o anche malattie oncologiche, una persona che purtroppo ha perso la vita nelle settimane scorse a seguito della malattia. Per noi occuparci di loro è sicuramente motivo di impegno, anche perché, grazie al lavoro straordinario del consolato italiano, che credo sia in Giordania, accogliamo persone che dalla Presidenza del Consiglio, attraverso la Croce Rossa e il lavoro di diversi Ong, arrivano nel nostro territorio quando vengono lasciate passare dalle autorità israeliane, che fanno un filtro molto pesante, molto importante. Nei giorni scorsi erano annunciate un’altra trentina di persone. Non sappiamo che fine abbiano fatto queste persone. Sappiamo che non sono partite. Così come nei mesi scorsi sapevamo che dovevano arrivare diversi bambini, purtroppo tre sono stati colpiti mentre erano in fila per prendere il pasto, quindi sono stati colpiti e sono molto gravi. Non sappiamo da giorni quali sono le loro condizioni. Le storie di queste persone sono storie che possiamo immaginare, sono molto tragiche, molto drammatiche. Nonostante questo, hanno deciso di impegnarsi in un percorso all’interno della nostra città di vario genere, anche scolastico, e ho avuto l’opportunità nei giorni scorsi di incontrarle, tutte assieme, in un pranzo che è stato organizzato dalla comunità islamica insieme alla Chiesa di Bologna, con anche la Croce Rossa e i rappresentanti del consolato del Qatar. All’interno di questo pranzo abbiamo potuto anche conversare e confrontarci su quelle che sono le condizioni di accoglienza, e posso dirvi che i bambini ospitati hanno già imparato l’italiano, frequentando le nostre scuole in grandissima parte, e anche ieri sera nella manifestazione che abbiamo fatto per rompere il silenzio aderendo ad un appello che è arrivato a livello nazionale, che è stato accolto da tantissimi Sindaci e Sindache e comunità, abbiamo potuto incontrare loro e confrontarci su quella che è la loro situazione. Non ho trovato di fronte a me dei bambini, che in questo momento non sono consapevoli del posto dove stanno. Certo, ci sono alcuni che hanno un’età veramente piccola, altri si confrontano, parlano italiano appunto, perché l’hanno imparato nelle scuole bolognesi e sono preoccupati per i loro familiari che sono rimasti, peraltro contesti familiari molto allargati, sono preoccupati per i loro familiari che sono rimasti a Gaza o in altri territori. Quello che chiedono è di aiutarli a fare arrivare altre persone, per metterle in sicurezza. Questo è un lavoro molto difficile per il contesto in cui siamo. Io però non mi voglio dilungare più di tanto sul significato di questo ordine del giorno sui temi dell’infanzia, perché lo avete già fatto, credo, in maniera molto importante e credo che sia vero che noi oggi, con questa cittadinanza onoraria, siamo coerenti con quello che noi siamo come città: una città accogliente che non si volta dall’altra parte, che si impegna per i diritti dell’infanzia, per la Dichiarazione universale che abbiamo sottoscritto, peraltro diversi anni fa. Lo facciamo perché siamo dalla parte dei diritti umani e dei diritti civili, e anche perché riteniamo che nel Comune, che nel proprio Statuto ha inserito la cittadinanza onoraria per tutte le persone che sono accolte a Bologna, che vi nascano o vi arrivino, sia un atto e un gesto coerente. Quindi anche rispetto a chi faceva questo ragionamento, noi non possiamo che condividere il fatto che chiunque venga a vivere da minore nella nostra città si debba sentire bolognese, chiunque vi arrivi e faccia un percorso scolastico. In fondo, anche il dibattito sulla riforma della cittadinanza, che ho visto è stato alimentato da alcuni partiti del centrodestra, in particolare Forza Italia, va in questa direzione. Però non voglio parlare di questo oggi. Voglio parlare del fatto che noi siamo in un Consiglio comunale e, come tale, noi qui approviamo delibere che hanno un valore politico. Io credo che quello che noi stiamo facendo da due anni a questa parte attorno alle vicende del Medio Oriente e della Palestina in particolare abbia un forte valore politico, sin da quando abbiamo deciso di esporre la bandiera palestinese per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e di tutte le istituzioni locali e nazionali su quello che stava accadendo. Io credo che noi dobbiamo dare assolutamente continuità a questo nostro percorso, perché è fondamentale che si sappia che Bologna continuerà in questa sua battaglia affinché i palestinesi possano essere sottratti da un’operazione tra le più atroci della storia dell’umanità. Un vero e proprio genocidio pianificato, che occorre che la Comunità internazionale decida di fermare. Proseguiremo in questo nostro impegno finché l’occupazione illegale dei territori da parte dello Stato di Israele, dei coloni non cesserà. Questa è una vicenda che risale a ben prima del 7 di ottobre. Proseguiremo in questo nostro impegno finché lo Stato italiano e l’Unione europea non riconosceranno la Palestina come uno Stato, che come tale abbia pienezza di legittimità internazionale sulla terra dov’è collocato, e non altrove. La fine di questa operazione di genocidio, la fine di ogni occupazione illegale dei territori e il riconoscimento dello Stato di Palestina credo siano tre obiettivi politici dei quali noi dobbiamo essere consapevoli, perché senza il raggiungimento di questi tre obiettivi non ci potrà essere nessuna convivenza pacifica e soprattutto non esisteranno più i palestinesi. Di questo dobbiamo renderci conto, perché riuscire a guardare negli occhi i bambini e le bambine, i loro genitori, i loro parenti che sono arrivati nella nostra città, significa anche dirsi la verità, e credo che dirsi la verità significhi anche essere coerenti con il voto che noi oggi andremo a dare e, senza ipocrisia, essere coerenti anche con le parole che ho sentito qui oggi. Perché mi dovrete spiegare come possiamo accogliere i bambini palestinesi, senza permettergli nelle nostre scuole di mangiare il cibo halal. Mi dovrete spiegare come mai noi dovremmo dire a dei minori che vengono e che scappano da una guerra e da una persecuzione, che in questo momento il più grande pericolo che abbiamo nella nostra città e nel nostro Paese è l’islamizzazione dell’Europa. Io credo che sia ora di finirla con questa ipocrisia e con questa strumentalizzazione politica di tutto quello che succede, solo per avere qualche like in più sui social. E lo voglio dire in particolare ad alcuni partiti, che fanno parte anche di questo nostro Consiglio comunale, che si vantano ogni giorno di avere dei riconoscimenti dello Stato di Israele, in particolare il ministro Matteo Salvini, che è anche segretario della Lega. Io mi chiedo come possa oggi un Consigliere, come il Consigliere Di Benedetto, votare a favore di questo ordine del giorno senza prendere le distanze dal proprio partito, quando noi ogni giorno siamo attaccati quotidianamente da chi, per stare sui social, decide di strumentalizzare le persone che vivono nella nostra comunità. Dunque, io voterò a testa alta questa delibera e penso che ognuno di noi lo debba fare. Però, siccome è politica, io credo che dobbiamo anche essere coerenti e responsabili delle scelte che facciamo. Per non strumentalizzare questi bambini bisogna che noi decidiamo finalmente da che parte vogliamo stare: dalla parte della discriminazione forzata di tutte le persone che hanno un’idea, una cultura, una religione diversa, oppure vogliamo essere una città che accoglie e che sa fare delle proprie scuole un modello di esempio dell’inclusione? Perché senza le nostre scuole queste bambine e questi bambini oggi non parlerebbero italiano. Senza queste scuole, noi oggi non potremmo dire che Bologna è un esempio per la costruzione della pace, del dialogo e della convivenza. Quindi, se votate questo ordine del giorno per lavarvi la coscienza e per dire un domani che, siccome avete votato questo ordine del giorno, siete legittimati a discriminare, a strumentalizzare e a violentare culturalmente una città come la nostra, io vi dico è meglio se vi astenete e uscite dall’aula."