CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO IN APERTURA DI SEDUTA DELLA PRESIDENTE LEMBI IN RICORDO DI ROBERTO "FREAK" ANTONI
Di seguito, l'intervento della presidente Lembi, in apertura della seduta odierna, in ricordo di Roberto 'Freak' Antoni.
""Signor Sindaco, signori Consiglieri e signore Consigliere,
è scomparso, il 12 febbraio, Roberto Antoni, meglio co...
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Di seguito, l'intervento della presidente Lembi, in apertura della seduta odierna, in ricordo di Roberto 'Freak' Antoni.
""Signor Sindaco, signori Consiglieri e signore Consigliere,
è scomparso, il 12 febbraio, Roberto Antoni, meglio conosciuto come Freak Antoni.
Era nato il 16 aprile del 1954. La sua famiglia veniva da San Giovanni in Persiceto dove lui è cresciuto. Successivamente si è diplomato in agraria all'Istituto Serperi, poi laureato al Dams nel 1977 con una tesi intitolata Il viaggio dei Cuori Solitari: temi fantastici sulle canzoni dei Beatles, pubblicata successivamente da Il Formichiere di Milano. Suo relatore fu Gianni Celati, docente e scrittore.
E' stato leader degli Skiantos - a lui si deve quel nome -, una delle band più note nel panorama musicale bolognese di quegli anni e non si consideri questa una definizione provinciale o riduttiva: Bologna in quegli anni sapeva parlare ben oltre i confini delle sue mura. Londra, ce lo ha ricordato nei giorni scorsi Alberto Piccinini, 'guardava Bologna nel '77 come una specie di incredibile ispirazione rivoluzionaria'.
Sono gli anni in cui Francesca Alinovi cura, per l'assessorato alla Cultura del Comune la Settimana Internazionale della Performance e approfondisce le contaminazioni tra diversi linguaggi dell'arte e della cultura (la pittura, il teatro, la musica) indagando costantemente le avanguardie.
Sono gli anni in cui Marina Abramovic e Ulay sono a Bologna nudi, all'ingresso della Galleria comunale d'Arte Moderna, quelli in cui Andrea Pazienza crea personaggi irriverenti o scomodi, come Pentothal o Zanardi. Gli anni de Il Male, il Cannibale, Frigidaire.
Non è un caso a mio parere, che una figura come Freak Antoni riesca ad emergere in una Bologna capace di un fermento tale da mettere in discussione tutto e da accogliere anche nuovi linguaggi. In quel contesto, l'ironia, la poesia di Freak Antoni hanno saputo dispiegarsi in tutta la loro autenticità.
Aveva avviato e partecipato a numerose esperienze culturali: dalla Traumfabrik agli Skiantos, da Beppe Starnazza ai Vortici, alle collaborazioni con il Gran Pavese.
Poi Ironikocontemporaneo fino alla Freak Antoni Band.
E' instancabile nell'indagare nuovi ambiti, curioso nelle discipline più diverse, dissacrante nel decostruire le pratiche cantautorali o l'Italia vista da Sanremo, capace di serietà 'non seria': 'Nella vita è importante che gli altri ti vengano incontro – scriveva – così sai da che parte spostarti'.
Ha pubblicato 17 album musicali e diversi libri tra cui:
Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti (1991), Stagioni del rock demenziale: archeologia fantastica di modelli rock (con la prefazione di Pier Vittorio Tondelli), con Feltrinelli. Non c'è gusto in Italia ad essere dementi del 2005, con Pendragon. Badilate di cultura edito da Speling&Kupfer nel 1995.
E' stato anche attore in diversi film tra cui Jack frusciante è uscito dal gruppo (1996) diretto da Enza Negroni, Cavedagne (2003) di Bernardo Bolognesi e Francesco Merini e Paz! (2002) diretto da Renato De Maria.
Ha collaborato e condotto alcune trasmissioni radiofoniche e indagato il linguaggio del fumetto di cui era un vero appassionato fin dall'amicizia con Andrea Pazienza.
Nel 2010 riceve il Premio Tenco come operatore culturale, un premio solitamente riservato a personaggi di fama internazionale, e voglio ricordare le motivazioni del premio: “per aver introdotto nella canzone italiana , soprattutto insieme agli Skiantos, il concetto di “demenzialità” poi entrato nel linguaggio comune, sovvertendo così le monolitiche certezze di una cultura tanto spesso autoreferenziale. Il salutare scandalo che suscitò ha prodotto nella comunicazione musicale inedite forme di intelligenza, influenzando tante esperienze successive e determinando l'apparizione di nuovi possibili confini espressivi”.
Per tutte queste ragioni lo vogliamo ricordare in apertura del Consiglio comunale di Bologna consapevoli che, probabilmente, avrebbe ironizzato anche su questo momento prendendoci ampiamente in giro.
Lo ricordiamo anche per ricordare a noi stesi quanto Bologna sia più forte, se capace di accogliere il nuovo e sia più forte quando la fragilità diventa valore.
Oggi ricordiamo la sua ironia, apparentemente leggera, apparentemente apolitica, ricca di un forte accento anticonformista.
Lo ricordiamo qui anche perché la poetica di Freak Antoni ci invita a non arrenderci a nessun appiattimento e a nessuna banalizzazione.
Il Sindaco in sua memoria, nei giorni scorsi, ha invitato la città tutta a mantenere aperto un varco alla divergenza e all'avanguardia.
Venerdì scorso, inoltre, nel giorno del saluto della città a Roberto Freak Antoni, nella Sala dei Tribuni, oggi intitolata a Stefano Tassinari, siamo stati tutti colpiti dalle parole di Margherita, la figlia che ci ha ricordato, senza fare sconti a nessuno, che c'è bisogno di capire ancor prima di giudicare e di rimanere imbrigliati in facili ma ingannevoli stereotipi.
Invito il Consiglio comunale a tenere un minuto di silenzio in ricordo di Roberto Freak Antoni".
""Signor Sindaco, signori Consiglieri e signore Consigliere,
è scomparso, il 12 febbraio, Roberto Antoni, meglio conosciuto come Freak Antoni.
Era nato il 16 aprile del 1954. La sua famiglia veniva da San Giovanni in Persiceto dove lui è cresciuto. Successivamente si è diplomato in agraria all'Istituto Serperi, poi laureato al Dams nel 1977 con una tesi intitolata Il viaggio dei Cuori Solitari: temi fantastici sulle canzoni dei Beatles, pubblicata successivamente da Il Formichiere di Milano. Suo relatore fu Gianni Celati, docente e scrittore.
E' stato leader degli Skiantos - a lui si deve quel nome -, una delle band più note nel panorama musicale bolognese di quegli anni e non si consideri questa una definizione provinciale o riduttiva: Bologna in quegli anni sapeva parlare ben oltre i confini delle sue mura. Londra, ce lo ha ricordato nei giorni scorsi Alberto Piccinini, 'guardava Bologna nel '77 come una specie di incredibile ispirazione rivoluzionaria'.
Sono gli anni in cui Francesca Alinovi cura, per l'assessorato alla Cultura del Comune la Settimana Internazionale della Performance e approfondisce le contaminazioni tra diversi linguaggi dell'arte e della cultura (la pittura, il teatro, la musica) indagando costantemente le avanguardie.
Sono gli anni in cui Marina Abramovic e Ulay sono a Bologna nudi, all'ingresso della Galleria comunale d'Arte Moderna, quelli in cui Andrea Pazienza crea personaggi irriverenti o scomodi, come Pentothal o Zanardi. Gli anni de Il Male, il Cannibale, Frigidaire.
Non è un caso a mio parere, che una figura come Freak Antoni riesca ad emergere in una Bologna capace di un fermento tale da mettere in discussione tutto e da accogliere anche nuovi linguaggi. In quel contesto, l'ironia, la poesia di Freak Antoni hanno saputo dispiegarsi in tutta la loro autenticità.
Aveva avviato e partecipato a numerose esperienze culturali: dalla Traumfabrik agli Skiantos, da Beppe Starnazza ai Vortici, alle collaborazioni con il Gran Pavese.
Poi Ironikocontemporaneo fino alla Freak Antoni Band.
E' instancabile nell'indagare nuovi ambiti, curioso nelle discipline più diverse, dissacrante nel decostruire le pratiche cantautorali o l'Italia vista da Sanremo, capace di serietà 'non seria': 'Nella vita è importante che gli altri ti vengano incontro – scriveva – così sai da che parte spostarti'.
Ha pubblicato 17 album musicali e diversi libri tra cui:
Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti (1991), Stagioni del rock demenziale: archeologia fantastica di modelli rock (con la prefazione di Pier Vittorio Tondelli), con Feltrinelli. Non c'è gusto in Italia ad essere dementi del 2005, con Pendragon. Badilate di cultura edito da Speling&Kupfer nel 1995.
E' stato anche attore in diversi film tra cui Jack frusciante è uscito dal gruppo (1996) diretto da Enza Negroni, Cavedagne (2003) di Bernardo Bolognesi e Francesco Merini e Paz! (2002) diretto da Renato De Maria.
Ha collaborato e condotto alcune trasmissioni radiofoniche e indagato il linguaggio del fumetto di cui era un vero appassionato fin dall'amicizia con Andrea Pazienza.
Nel 2010 riceve il Premio Tenco come operatore culturale, un premio solitamente riservato a personaggi di fama internazionale, e voglio ricordare le motivazioni del premio: “per aver introdotto nella canzone italiana , soprattutto insieme agli Skiantos, il concetto di “demenzialità” poi entrato nel linguaggio comune, sovvertendo così le monolitiche certezze di una cultura tanto spesso autoreferenziale. Il salutare scandalo che suscitò ha prodotto nella comunicazione musicale inedite forme di intelligenza, influenzando tante esperienze successive e determinando l'apparizione di nuovi possibili confini espressivi”.
Per tutte queste ragioni lo vogliamo ricordare in apertura del Consiglio comunale di Bologna consapevoli che, probabilmente, avrebbe ironizzato anche su questo momento prendendoci ampiamente in giro.
Lo ricordiamo anche per ricordare a noi stesi quanto Bologna sia più forte, se capace di accogliere il nuovo e sia più forte quando la fragilità diventa valore.
Oggi ricordiamo la sua ironia, apparentemente leggera, apparentemente apolitica, ricca di un forte accento anticonformista.
Lo ricordiamo qui anche perché la poetica di Freak Antoni ci invita a non arrenderci a nessun appiattimento e a nessuna banalizzazione.
Il Sindaco in sua memoria, nei giorni scorsi, ha invitato la città tutta a mantenere aperto un varco alla divergenza e all'avanguardia.
Venerdì scorso, inoltre, nel giorno del saluto della città a Roberto Freak Antoni, nella Sala dei Tribuni, oggi intitolata a Stefano Tassinari, siamo stati tutti colpiti dalle parole di Margherita, la figlia che ci ha ricordato, senza fare sconti a nessuno, che c'è bisogno di capire ancor prima di giudicare e di rimanere imbrigliati in facili ma ingannevoli stereotipi.
Invito il Consiglio comunale a tenere un minuto di silenzio in ricordo di Roberto Freak Antoni".
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Piazza Maggiore, 6