CONSIGLIO COMUNALE, IL RICORDO DELLA PRESIDENTE LEMBI AD UN ANNO DALLA SCOMPARSA DI GUIDO FANTI


Si trasmette l'intervento, in Consiglio comunale, della presidente Simona Lembi, in ricordo di Giudo Fanti, sindaco della città dal 1966 al 1970, ad una anno dalla scomparsa.

"Signor Sindaco, Signori Consiglieri e Signore Consigliere, autorit...

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Si trasmette l'intervento, in Consiglio comunale, della presidente Simona Lembi, in ricordo di Giudo Fanti, sindaco della città dal 1966 al 1970, ad una anno dalla scomparsa.

"Signor Sindaco, Signori Consiglieri e Signore Consigliere, autorità civili e militari, gentili ospiti, sig.ra Fanti, gentili Francesca e Lanfranco, apriamo oggi la seduta del Consiglio comunale di Bologna ricordando Guido Fanti, Sindaco, scomparso esattamente un anno fa.
Un grande fotografo ebbe a dire qualche tempo fa, "La fotografa è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento, e quindi ho scelto, in apertura di questo consigliocomunale, di ricordare alcune fotografie della storia di questa città e insieme, ovviamente, con la storia del suo Sindaco.
La prima non è una sola fotografia, ma è un'insieme di fotografie che lo ritrae con Valentina Tereskova, la prima donna dello spazio che nel settembre del 1967 viene in visita a Bologna, rende omaggio ai caduti del monumento in Piazza Nettuno, parla davanti ad una folla gremita in piazza Maggiore, riceve doni dai bimbi di Bologna ospiti della colonia marina di Pinarella. Dell'incontro tra la prima Cosmonauta e il Sindaco del capoluogo emiliano Fanti disse "abbiamo voluto dedicarlo, in modo particolare, alle donne di Bologna, a coloro che non hanno esitato un istante ad imbracciare il fucile perché con la libertà del paese venisse affermato il diritto della donna alla sua emancipazione".
Per raccontare la biografia di Guido Fanti, scomparso esattamente un anno fa, non basterebbe un libro. La sua vita è un intreccio tra la storia di questa terra (Bologna e l'Emilia Romagna) e l'anelito di una generazione di politici e amministratori a portare questa parte d'Italia in Europa. Sindaco di Bologna per quattro anni, dal 1966 al 1970, primo presidente della Regione Emilia Romagna, parlamentare italiano ed europeo, poi vice presidente del parlamento europeo, sosteneva di essere per la rapidità dei mandati, che uno dei criteri a cui si era ispirato è stato quello di non essere mai allo stesso posto per lunghi periodi.
Eppure, questa brevità lasciava, evidentemente, un'impronta inequivocabile: in 4 anni ha concesso la cittadinanza onoraria della città al Cardinal Giacomo Lercaro, cosa che portò Bologna su tutti i i giornali del mondo tanto che da Washington ci si chiedeva se "la linea della Chiesa la decide Roma o Bologna"; ha disegnato Bologna del 2000 (a questa data si ispiravano i programmi di sviluppo della città); ha chiamato a disegnare il quartiere fieristico Kenzo Tange, architetto giapponese di fama mondiale chiamato a Bologna dal Cardinal Lercaro in occasione di un congresso di architetti cattolici; aveva voluto ristrutturare il centro storico (tra i più grandi d'Europa) e ostinatamente salvaguardare la collina.
Nel 1963, con il consenso delle minoranze (Luisa Lama ce lo ricorda), Fanti, allora consigliere comunale, fu determinante affinché il Consiglio comunale potesse approvare il primo Regolamento per la costituzione dei quartieri (la cui visione va riconosciuta a Dossetti, e ad un gruppo di giovani amministratori come Sbaiz e Pedrazzi, poi avevano discusso e accolto le valutazioni e gli orientamenti per un programma di sviluppo della città di Bologna e del comprensorio. Una sfida di buona e nuova politica locale che partiva da Bologna e sapeva parlare all'intero Paese.
Fanti non temeva le sfide: scelse la via del rinnovamento generazionale e portò in Giunta una nuova generazione di amministratori molti dei quali 'tecnici' diremmo noi oggi e cioè con una competenza specifica da spendere nell'amministrare. Ma non tecnici che sognavano di sostituirsi alla politica; semmai, piuttosto, conoscenze specifiche a servizio di una visione di lungo termine che la politica non aveva paura di tracciare.
La seconda foto che scelgo è del 1969. E' insieme con l'assessora Lodi e con la famiglia Patini a cui viene intitolato il primo asilo nido comunale d'Italia, due anni prima della la prima legge nazionale sugli asili nido comunali. Scelgo questa foto perché, a mio parere, più di altre racconta l'impegno costante di Fanti e di quella generazione di voler far crescere Bologna, si, ma sempre tenendo insieme crescita e giustizia sociale.
Il terzo gruppo di foto la conservava nel suo studio: una lo ritrae con Giorgio Amendola, suo padre politico, l'altra con una delegazione di israeliani e palestinesi. E', quest'ultima, una foto scattata negli anni '70, quando era presidente della Regione e riuscì a far sedere allo stesso tavolo i rappresentanti di due popoli, da più di vent'anni in lotta tra loro. Fanti tentò di interpretare, e riuscì ad interpretare quel vento di pace che soffiava allora, quello che nel 1960 portò Kennedy a raccontare della nuova frontiera, quello del 'sogno' di Martin Luther King che nel '67 immaginava di vedere un giorno insieme bambini bianchi e neri in Alabama, lo stesso vento di pace che spinse Paolo VI ad istituire dal 1 gennaio del 1968 la Giornata della Pace, la cui lettera di istituzione il Cardinal Lercaro portò rapidamente in Comune all'allora Sindaco Fanti.
Guido Fanti ha girato il mondo, da Roma ha assistito agli anni bui del terrorismo. A Strasburgo ha tenuto a battesimo i primi passi della democrazia rappresentativa ed elettiva europea, ma è quello di Sindaco il mestiere che più gli è rimasto nel cuore 'il mestiere più bello' diceva. E' stato un Sindaco che ha dovuto raccogliere un'eredità importante e mitica, quella di Dozza, Sindaco del dopoguerra. E' stato un innovatore, si', ma senza strappi. il Sindaco della città più rossa d'Italia che dialogava con la Curia e che non ha paura di riunire attorno ad un tavolo comune, regione, provincia e camera di commercio per porre le basi di quel primo esempio di società mista pubblico-privato che è stata la Società Bologna Fiera e, a mio parere, in tutte queste scelte sta la ricetta di quel 'riformismo impossibile' che pure qui, a Bologna, è stato realtà: aveva in se' il sapere coinvolgere tutte le forze politiche e sociali nei grandi progetti della città, senza cadere in accordi al ribasso; la competenza di innovare con coraggio, senza strappi e tenere sempre a mente un contesto nazionale, europeo ed internazionale, anche quando si compiono scelte locali.
Signor Sindaco, signori consiglieri, abbiamo voluto unanimemente, ricordare Guido Fanti, Sindaco della nostra città, ad un anno dalla sua scomparsa, proprio nella sala del Consiglio con il Consiglio convocato, convinti che questo rimanga il luogo migliore per commemorare un Sindaco. Questo Consiglio e questa città sono profondamente cambiati nel corso degli ultimi 50 anni.
Questo Consiglio è dimezzato, è un Consiglio che per il 70% è alla sua prima esperienza amministrativa, la cui classe di età prevalente è tra i 30 e 40 anni, e ricordare quindi Fanti di fronte a una nuova generazione di amministratori, vuole sottolineare un impegno volto a migliorare le condizioni di vita quotidiana dei bolognesi, ed una più alta concezione della politica".

Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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