Stazione di Prato
... ci avviammo verso Prato con l'intenzione di
guadagnare la frontiera ligure: marciammo gran parte della giornata
fino ad arrivare in una valle dove trovammo una specie di albergo
di campagna e chiedemmo alloggio per la notte; nello stesso albergo
c'era un giovane cacciatore di Prato che sembrava un frequentatore
abituale e amico dei proprietari: aveva un aspetto decoroso, un
comportamento aperto e una di quelle facce oneste che difficilmente
ingannano. Stetti ad osservarlo per qualche tempo con la chiara
intenzione di parlargli, e lo avvicinai: dopo poche parole gli dissi
il mio nome e capii subito che non mi ero sbagliato. Il giovane
pratese era emozionato e vidi brillare nei suoi occhi il desiderio
di agire: mi disse che sarebbe andato a Prato, che distava poche
miglia, a parlare con degli amici e che sarebbe tornato di lì
a poco; fu di parola, tornò presto e lo seguimmo a Prato
dove i suoi amici, con a capo l'avvocato Martini, avevano già
fatto preparare una vettura che doveva portarci per la strada di
Empoli, Colle, ecc, fino in Maremma: lì, con l'aiuto di altri
bravi italiani, avremmo con tutta probabilità trovato qualche
imbarcazione che ci avrebbe condotto in territorio ligure.
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