Vittorio Emanuele II

Giulio Monteverde (1837-1917)
Monumento a Vittorio Emanuele II, Bronzo, 1888

Nel “furore” monumentalistico seguito all'Unificazione italiana, il 1888 segna l'anno clou. Le grandi celebrazioni per l'Ottavo centenario dell'Università felsinea e la grande Esposizione Emiliana tennero la città al centro dell'interesse generale per quasi tutto l'anno, e tra le tante manifestazioni   vi furono anche due solenni inaugurazioni: vennero infatti collocati “a dimora” due grandi monumenti dedicati a due “padri della patria”, Ugo Bassi e Vittorio Emanuele II.
Al “Re galantuomo”,   morto dieci anni prima, venne dedicato un grandioso monumento equestre, posto al centro della Piazza Maggiore. La realizzazione venne affidata allo scultore Giulio Monteverde, che anni dopo realizzerà anche la statua di Minghetti. Il sovrano è raffigurato a cavallo, in atteggiamento militaresco, si dice ripreso nel momento saliente dei combattimenti della gloriosa giornata di San Martino (1859). Feroci discussioni, come d'uso a Bologna, precedettero lao scoprimento della statua: si discusse infatti a lungo su quale collocazione essa dovesse avere, ovvero in quale direzione dovesse guardare il cavallo (e di conseguenza in quale direzione sarebbe stato rivolta la coda!): la decisione finale lo fece guardare verso San Petronio, con lo sguardo reale rivolto verso il palazzo comunale. L'inaugurazione avvenne  il 12 giugno 1888 con una grande festa, ritmata dal suono della Marcia reale, intonata dalle bande cittadine, ed alla presenza di migliaia di cittadini.
La potente statua rimase in quella originaria collocazione sino al 1944, quando le autorità dell'epoca, fedeli alla Repubblica di Salò, rinominarono la piazza “della Repubblica” e trasferirono l'emblema della monarchia “traditrice” ai Giardini Margherita, di fronte all'ingresso di Porta Santo Stefano, dove ancora oggi si trova.

Ultimo aggiornamento: martedì 14 giugno 2011